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Approfondimenti  »  KEVIN GARNETT


KEVIN GARNETT   di Bois de la lune - Deep   |   Pubblicato il 10/01/2023
 
Kevin Garnett!
Un Articolo su Garnett scritto di mio pugno ( come direbbe deep ;) ) sul "mio" Blog, anzi, piu' che pugno col cuore, e' nato in due ore, ho guardato un video e mi sono lasciato trasportare dalle emozioni.
Eccolo, spero che vi possa piacere, volevo pubblicarlo qui, ma tra news e approfondimenti non sapevo dove inserirlo.
Ciao!
 
Calm Before The Storm. ( calma prima della tempesta)
 
Correva l'anno 1995 quando nella Nba comparve una sottospecie di Jack Skellington che porta il nome di Kevin maurice Garnett. Chi vi scrive ci tiene a precisare che l'ha visto crescere, l'ha visto soffrire senza lamentarsi mai nemmeno per un istante, ed infine l'ha visto coronare un sogno, quello di vincere il tanto agognato anello di Campione del mondo. Garnett dopo aver vissuto una stagione al di sotto delle aspettative nell'anno di matricola, esplose definitivamente nei due anni successivi, e' raggiunse l'apice nella stagione 99/00. Da quel momento in poi divento' una macchina di statistiche inarrestabile, capace di concludere per 6 anni di fila oltre i 20 punti, 10 rimbalzi e 5 assist di media. Ma l'uomo Garnett non e' solo un giocatore capace di incendiare le folle grazie al suo immenso talento, l'uomo Garnett e' molto altro ancora.

Possiede da sempre uno spirito combattivo fuori dal comune ed un innata Leadership unita ad una purissima predisposizione al trash talking estremo, ma soprattutto e' padrone di una concentrazione mentale che andrebbe insegnata nelle scuole di sopravvivenza. Quello che da sempre mi colpisce in positivo di Garnett e' il suo apparente stato di tranquillita' nella vita quotidiana e nei pre partita, che nel mezzo del cerimoniale d'apertura, fino ad arrivare alla palla a due, si trasforma nell'arco di pochi secondi in un autentica sfida col mondo circostante. Questo insomma e' Kevin Garnett, un affiliato Induista nel pre gara, persona pacata con i Fans ed anche sensibile nelle interviste.

Basta immaginare il suo volto in una delle piu' belle ed emozionanti interviste di sempre avvenuta con bill Russell, dove guardandosi faccia a faccia si son detti:
 
KG: Ho sempre pensato che se c'era una cosa che dovevo fare in campo era difendere bene.
Bill: E' l'unico aspetto in cui si puo' avere la massima continuita'.
Kg: Sera dopo sera.
Bill: Esatto, dal mio punto di vista per poter dire che un azione difensivaa e' stata efficace dovevamo recuperare anche la palla, ecco perche' quando facevo una stoppata cercavo di indirizzare la palla in una direzione in cui pensavo di recuperarla.
Kg: ooh, non la buttavi mai in prima fila, arghh!!
Bill: No, a volte la toccavo solo con la punta delle dita giusto per deviare la traettoria.
Kg: C'e una cosa che volevo chiederti da molto tempo, dopo aver vinto il primo titolo cosa ti spingeva a continuare per vincere il 2° il 3° ecc..
Bill: A me interessava vincere ogni volta che scendevo in campo, io volevo vincere ogni partita, quando giochi per molti anni alla fine impari cosa fare per vincere, quindi c'e solo un unico ostacolo mentale, sei tu a decidere di superarlo. Ero disposto a sfruttare il mio talento per portare la squadra alla vittoria, non ci sono segreti ne magie.
Kg: Ogni volta che ci siamo visti sei stato sempre spontaneo vero, ho cercato sempre di comportarmi allo stesso modo, ma no sono divertente come te.
Bill: Ti diro' una cosa, non credo proprio che ti capitera' di incontrare un uomo piu' felice del sottoscritto, parlo sul serio, la prima cosa che ho imparato nella vita e' che mia madre e mio padre mi volevano bene, e' questo che devi dare ai tuoi figli, capito?
Kg: ( accompagnato da note irlandesi ) "era gasato al massimo, sembrava che gli salisse dentro una lava incandescente pronta ad uscire fuori dalle orbite degli occhi.
Bill: Questo migliorera' anche la tua vita, quello che stai facendo adesso e' una passeggiata...sospiro... e risata tipica e contaggiosa del grande Russell!!
 
Ecco, questo e' Garnett, un Garnett che ascolta, parla, accumula notizie e sensazioni per poi esplodere all'improvviso sul campo da gioco, sembra quasi che dentro di lui ci siano due personalita' distinte e separate. Una tipica giornata di Kevin Garnett pochi istanti prima di un Match? Bene, Garnett esce dall'auto, indossa un abbigliamento casual e porta una cuffia alle orecchie. Concentrato come un blocco di cemento armato si dirige verso gli spogliatoi del Garden, con la mano destra tocca il simbolo del Trifoglio Celtico caricandosi ulteriolmente di energia positiva.. Entrato negli spogliatoi prima di infilarsi la canotta dei celtics la guarda, guarda il suo nome ed il numero inciso dietro, sposta lo sguardo verso destra e poi con orgoglio si lascia cadere sopra quel manto verde. Si allaccia i pantaloncini e voltandosi si dirige verso la Jungla. Con i compagni all'ingresso della porta principale comincia a saltellare, un modo come un altro per riscaldare i muscoli ed incitare il gruppo. Gli altri gli passano davanti messi in fila indiana, lui come sempre decide di entrare per ultimo, come a voler sorreggere emotivamente tutta l'orchestra, citta' di Boston compresa. Una volta arrivato comincia la pratica del rilassamento del corpo e della testa, mente sana in corpo sano, si sdraia.. chiude gli occhi... sembra in un altra dimensione.
 
Alzandosi comincia a correre per il campo, guarda rispettoso i presenti, prende palla a pochi metri dal canestro giusto per sciogliere le falange eseguendo un paio di jumper che che puliscono la retina. Comincia la presentazione dei giocatori, lui con sguardo fiero rivolto verso i banner biancoverdi comincia ad accendersi, lo si legge negli occhi. Cominciano a vedersi piccole scintille magnetiche nell'aria. Si dirige verso il tavolo di chi simpaticamente commenta le partite, piega le gambe e prende un barattolo di borotalco che fara' presto a finire sulla testa dei malcapitati. Per fare in modo che la fiamma della competizione gli scorra dentro le vene si avvicina sotto l'impalcatura del canestro, appoggia la testa e scruta un qualcosa che nessuno ha mai capito per poi partire con due capocciate ben assestate. Danzando saluta i compagni e tifosi, e' da grande sportivo leale alla sfida porge i saluti ai rispettivi avversari tutto sicuro di se'.
 
A questo punto tutto si trasforma, cala la nebbia del Garden, le tigri cominciano a ruggire, le gazzelle corrono veloci mentre Garnett sbatte sul petto tre volte il suo pugno, allarga la bocca e lascia lentamente uscire fuori quello sguardo di Iena famelica ma con artigli e comportamenti di un re' della Jungla.
Il Palazzo diventa all'improvviso popolato di bestie feroci, ma e' un uomo solo che si distingue dalla massa, preso dall'effetto e dalla magia del Garden sente scorrere dentro le orecchie le parole del grande Russell, si trova nel centro del mondo, in un mondo pieno di storia, dove lui per una notte si trasforma nella bestia piu' feroce, una bestia che domina la jungla.
 
Per un aiuto alla lettura, gustatevi questo video, capirete il perche'. Guardatelo mi raccomando!!
 

di Deep ........

Kevin Garnett!
Questa notte 13 -03-2022 KG è stato introdotto alla Hall of Fame. Tanti i ringraziamenti nel suo discorso, tranne uno, Ray Allen. Ho anche scoperto che se non ci fosse stata la pandemia sarebbe stata ritirata la sua numero 5, quindi il prossimo anno ci sarà la cerimonia?
 
Ecco il suo discorso: "Volevo parlare per primo perché Bill Russell mi ascoltasse prima che vi addormentiate tutti. Voglio ringraziare Bill Willoughby, Derryl Dawkins, Moses Malone, Spencer Haywood per i loro sacrifici. Grazie a loro sono qui oggi. Per me è importante rendere omaggio a chi è venuto prima di me. Grazie a Magic Johnson che è stato d’ispirazione. Grazie a Michael Jordan per essere stato un fratello maggiore. Grazie per avermi rivelati i segreti dei pelati, avrei preferito se mi avessi detto anche come farmeli ricrescere. Grazie anche ad Isiah Thomas per essere qui sul palco con me, è un grande onore. In pochi sanno che quando ero un ragazzino di Chicago lui mi diede importanti consigli che mi portarono a passare direttamente dal liceo alla NBA. Oggi forse lo chiamerebbero tampering.
 
Vengo dal South Carolina, sono un ragazzo di campagna. Mia madre era una donna molto appassionata e intensa, concentrata sul lavoro e sulla qualità del lavoro. Credo di aver preso da lei, quindi se volete incolparmi della troppa intensità, è colpa sua. Ovviamente la ringrazio per tutto questo. Grazie a mia sorella Sonia per essermi stata sempre affianco. Grazie alle mie figlie, Kapri e Koko, che sono qui oggi.
 
Voglio ringraziare il South Carolina. Ho imparato a giocare a Springfield Park, grazie ai numerosi coach che ho avuto durante la mia infanzia. Grazie alla città di Chicago per avermi accolto e adottato come uno di loro. Grazie alla città di Minneapolis, grazie all’organizzazione dei Timberwolves, a Kevin McHale che è qui, a Flip Saunders, riposa in pace. Grazie a Sam Mitchell, a Sam Cassell per essere stato un rompicoglioni durante tutti questi anni. Grazie a Gary Trent, il più grande pezzo di… lavoro che conosco. Grazie a Troy Hudson, a Trenton Hassell, miei grandi amici ancora oggi. Il mio più grande rimpianto è di non aver portato un titolo ai Timberwolves, ma ricostruirò Minneapolis. Voglio ringraziare la città e lo Stato, grazie Minnesota.
 
Grazie ai Boston Celtics, grazie alla proprietà, grazie a Danny Ainge per la sua visione. Grazie a Doc Rivers per la sua leadership, per avermi fatto diventare non solo un giocatore migliore ma anche una persona migliore. Credo di rappresentare un po’ tutti noi qua sopra. Grazie Paul Pierce, mi aspetto di vederti qui al mio posto l’anno prossimo. Grazie per essere stato continuamente un fratello, ci conosciamo da quando avevamo 14-15 anni. Grazie per le domeniche passate a Cranshaw. Grazie a tutti i miei fratelli della famiglia Celtics. Grazie Celtic Nation, vi voglio bene.
 
Grazie ai Brooklyn Nets. Quando scrivevo questo discorso pensavo che ora non c’è più nessuno di quegli anni. Grazie a Brett Yormark, Billy King, Jason Kidd, Brook Lopez, Joe Johnson per essere state delle brave persone e aver reso la mia esperienza a New York davvero incredibile.
 
Grazie a USA Basketball per la mia esperienza alle Olimpiadi, credo che ogni giocatore dovrebbe vivere una cosa del genere almeno una volta. Grazie anche a tutti i tifosi, quelli che mi hanno applaudito e quelli che mi hanno fischiato. Ma attraverso lo sport ci avete reso immortali.
 
Prima di concludere, nella mia carriera ho giocato duro, ho giocato con passione. Voglio ringraziare Timmy (Tim Duncan). Grazie e congratulazioni a te e Kobe. Non c’era nulla di epico nelle nostre battaglie, io non vedevo l’ora di affrontarvi. Grazie a te e Rasheed per avermi spinto ad un livello superiore. È un onore entrare nella Hall of Fame con te e Kobe. Congratulazioni, Vanessa. Vi voglio bene."

 

KEVIN GARNETT   di Bois de la lune - Deep   |   Pubblicato il 10/01/2023
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