Domenica 27 dicembre TD Banknorth Garden di Boston. Tra qualche minuto, alle 13:00 ora di Boston, ci sarà una delle partita più attese della stagione: la sfida ai campioni in carica dei Miami Heat. Lo scorso anno le due squadre si sono lasciate dopo sette gare molte intense per decidere chi tra le due sarebbe andata alla finali NBA. Come ben sappiamo sono stati gli Heat ad avere questo onore, ma certo i nostri ragazzi non hanno demeritato. Inoltre, aggiungendo benzina sul fuoco, un'altra grandissima curiosità riguarda Ray Allen. La sua scelta estiva di andarsene ha indispettito molti dei suoi tifosi ed ora come verrà accolto fischi o applausi?
Tutti temi importanti ed avvincenti, ma purtroppo di colpo diventano delle sfumature di grigio nel quadro che rappresenta questa fredda domenica. Durante il riscaldamento qualcosa non va nel ginocchio destro di Rajon Rondo, il dolore è insistente. Durante la partita con gli Hawks una penetrazione e successivo appoggio errato gli aveva procurato del fastidio, ma sembrava nulla di più di una piccola distorisione. Prova ne sia che Rajon era rimasto in campo per altri 13 minuti dopo quel porblema. Però ora qualcosa non va ancora e quindi lo staff medico decide di portare Rondo in ospedale per dei controlli. Già, ma perché in ospedale e non con i soliti macchinari presenti all'nterno del Garden? Perché Bryan (Doo), il nostro preparatore atletico, si accorge che qualcosa di serio potrebbe essere successo e senza allarmare troppo Rajon, spiega le sue sensazioni al nostro medico Ed (Lacerte) che conviene senza dubbio col suo collega: il ginocchio sembra quasi "cadere" dalla sua sede naturale, segno inequivocabile di un problema al legamento. Via si parte, l'ospedale aspetta.
La partita inizia ed è davvero una grande sfida, ma le notizie che arrivano sono via via sempre più negative. All'intervallo della sfida il verdetto: Rajon Rondo ha subito la rottura del legamento crociato anteriore (ACL). I tifosi davanti allo schermo piombano in una cupa tristezza, le immagini del secondo tempo quasi si stingono e perdono di importanza. Tutti più o meno hanno la faccia di Pierce che a fine partita riceve la notizia dalla giornalista Doris Burke e non riesce a trattenere una smorfia ed un eloquente "Ohh my God!".
Keep calm e Rajon...
Un attimo, fermate la giostra. Abbiamo bisogno di riflettere a mente lucida sull'accaduto e cercare una possibile soluzione. Non voglio ancora recitare il de prufundis per i nostri ragazzi, almeno non prima di aver pensato al piano B. Le strade da intraprendere per Ainge sono davvero poche e sostanzialmente le potremmo riuassumere in questi tre pensieri: cambio tutto, cambio qualcosina o non cambio niente.
Cambio tutto Detta in altri termini rivoluzione totale. Via i veterani (anche se KG andrebbe convinto a causa della sua clausola di non cedibilità) e dentro giovani dalle belle speranze e/o scelte per il prossimo draft. Ovviamente vorrebbe dire sacrificare questo ed i prossimi anni, per programmare un futuro più o meno roseo. Il rischio è notevole ed anzi si potrebbe piombare nuovamente negli anni immediatamente prima dell'avvento di Allen e Garnett, con stavolta Rondo al posto di Pierce.
Cambio qualcosina Quello sicuramente più gettonato e che i tifosi dei Celtics vorrebbero. Cioè quello di arrivare ad un paio di giocatori via trade o firmando free agents, per completare il roster nelle sue lacune più evidenti (centro e playmaker), lasciando però invariato il nucleo dei giocatori attuali per un'ennesima rincorsa al titolo.
Non cambio niente In questo caso non apportare nessuna modifica al roster. E' appena rientrato Wilcox, di conseguenza il comparto lunghi tira un po' il fiato, si va col progetto originale pensato in estate. Nessun nuovo arrivo e come, ha detto Pierce a fine partita appena ricevuta la notizia, tutti i ragazzi devono fare un passo in avanti ed aumentare il proprio livello di gioco.
Propendo francamente per la soluzione mezzana, cioè quella di alcuni cambiamenti minori. Se è vero che difficilmente il mercato ci renderà migliori, visto che un altro Rondo non esiste, è vero che possiamo diventare diversi, anzi forse addirittura imprevedibili per i nostri avversari che non sapranno più cosa siamo e con che cosa si trovano a combattere. Faccio un esempio per far capire il concetto: arrivasse un tiratore molto affidabile, ma con scarse doti in entrata, insomma un po' il contrario di Rondo e questo fosse un seguace del pick-n-roll, tutti gli scounting report sui Celtics andrebbero cestinati, pena la sconfitta sistematica in caso di mancato adeguamento sulla specifica situazione.
Un centro di livello lo proverei a portare a Boston, scambiando magari qualcuno degli "impalpabili". Ovvio che anche un play a questo punto deve essere trovato, per rendere credibile una scalata verso l'Olimpo, cosa che da domenica sembra un po' più ripida. |