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L'anno che verrą   di Luciano Pellegrini   |   Pubblicato il 27/10/2013

L'anno che verrà è il titolo di questo articolo di approfondimento, ma è anche il titolo di un meraviglioso pezzo di Lucio Dalla nel quale veniva descritto ad un amico lontano le novità in città e il desiderio di felicità per il futuro, iniziando con il notissimo: "Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po'...". E così prendendo spunto da questo brano, ho deciso di scrivere non solo ad un amico, ma a tutti gli amici tifosi dei Celtics.

Proprio come il grande Lucio cercava di lenire l'amarezza del presente sperando in un futuro migliore, così l'attuale squadra non deve essere vista solo come la prima senza ambizione di titolo dalla lontana estate del 2007, ma come quella che permetterà la nascita di una nuova dinastia. Punto fermo sarà certamente la guida tecnica di questa squadra, affidata  nelle mani di Brad Stevens (nella foto) per i prossimi anni, ben sei. Danny Ainge, un po' a sorpresa, ha investito tanto sul nuovo coach passando dalla guida esperta di Doc Rivers a quella di un 37enne che non ha allenato ancora un solo minuto in NBA. La sua meravigliosa carriera universitaria, se è un biglietto da visita invidiabile, di per sé non garantisce un bel nulla al piano di sopra.

Però la freschezza delle idee, la preparazione tecnico/tattica e la completa abnegazione alla causa, saranno suoi punti di forza, ne sono sicurissimo. I segnali sono stati da subito incoraggianti, perché il coach davanti alla prima pericolossissima buccia di banana, ha dimostrato di essere una mente acuta uscendone da vincitore già dalla prima dichiarazione ufficiale su Rondo, noto caratterino difficile, che più o meno ha suonato così: "Non troverete nel mondo un tifoso di Rondo più convinto di me". Bravo Brad un bel inizio.

Certo non voglio illudere voi e me stesso, come per un rookie sul campo, anche per il nostro coach ci vorrà un po' di apprendistato per capire i sottili intrighi di potere, ma come nel caso della dichiarazione di Rondo, il "ragazzo" sembra apprendere molto in fretta.

Sul fronte roster le certezze sulle quali basare la ricostruzione sono diverse, ma quelli sui quali più forti sono le aspettative sicuramente sono Rondo e Green. I due giocatori, entrambi classe 1986, sono sufficientemente esperti per fare grandissime cose ed essere da traino per gli altri giocatori. Hanno un'età adatta per accettare alcuni anni di ricostruzione, cosa che non sempre i giocatori NBA, specie dopo aver lottato per il vertice, accettano di buon grado. Se poi volessimo proprio spaccare il capello in quattro ci accorgeremo che sui due ragazzi ci sono in realtà aspettative ben diverse. Rajon ha dimostrato il suo valore come giocatore ed ha anche vinto un titolo, quindi il suo obiettivo è quello di dimostrare di poter essere un leader sul campo, in pieno controllo dei propri nervi in ogni situazione e qui qualche dubbio sussiste. Una cosa è avere Pierce, Garnett ed Allen al proprio fianco ed un'altra essere al centro dell'attenzione. A dure il vero sto sufficientemente tranquillo e sono convinto fermamente che Rondo, liberatosi delle ingombranti presenze, saprà essere un leader a tutti gli effetti e per nostra fortuna, per molti anni.

Discorso diverso invece per Green visto che, anche per le tremende vicende umane che ha vissuto, è ancora atteso all'esplosione definitiva. Per raggiungere l'eccellenza serve continuità nelle prestazioni e non solo avere quelle punte di magnificenza che ogni tanto regala a tutti noi. Deve giocare da All Star tutte le volte che si allaccia le scarpe e farlo in ogni contesto del gioco, sia offensivo che difensivo. Ha le corde per farlo, ma deve dimostrarlo sul campo, unico giudice supremo ed inappuntabile.

Detto delle stelle passiamo alle stelline: Bradley, Sullinger ed Olynyk. Per me sono questi i giocatori del prossimo futuro dei Celtics. Sono anche certo dell'impatto e del rendimento che garantiranno Wallace ed Humphries con giocate spettacolari e tanta sostanza, ma alzi la mano chi crede che saranno con noi quando i Celtics saranno un team da ambizioni elevate? Visto, nessuno l'ha alzata. Dicevamo dei tre e partiamo da Bradley.

Avery viene da un un'estate con un turbinio di emozioni unico ed irripetibile, sia in senso negativo che positivo. Perché la gioia della nascita del suo primogenito è stata soffocata dalla perdita della cara mamma, morta a soli 46 anni. Insomma due vicende umane di un notevole impatto su un ragazzo di 23 anni ancora da compiere. Per quello che concerne più strettamente il suo ruolo di giocatore dei Celtics, sappiamo tutti che il ragazzo è al top della lega per la difesa. Nessuno è come lui (o pochissimi) possono mettere una tale pressione sul diretto avversario. Però il basket si deve giocare su due metà campo, c'è anche quella offensiva e qui siamo invece ancora indietro. Probabilmente Avery non sarà mai un attaccante naturale ed anzi se fossi nel coaching staff dei Celtics a questo punto della sua carriera, cercherei di farlo specializzare in poche cose. Una volta raggiunta la piena consapevolezza in quelle, allora procederei ad allargare la rosa  di opzioni. Allora sì che diventerebbe un'arma letale. Come suggeriva qualcuno sul nostro forum, il percorso di Avery potrebbe essere del tutto simile a quello di Gary Payton (con le ovvie proporzioni). Attaccante rivedibile agli esordi, ma difensore sopraffino, divenuto in seguito giocatore universale e campione conclamato. Ovvio che Bradley non raggiungerà mai tali vette, ma potrebbe davvero fare ugualmente le fortune dei nostri destini per anni ed anni (a patto che venga firmata l'estensione al suo contratto).

Sullinger ha dalla sua invece una crescita che deve essere soprattutto fisica. Diciamo una scomoda verità: si è presentato al via della stagione sovrappeso. Le vicende giudiziarie lo hanno condizionato, ma quando vedo un giocatore NBA che si presenta al camp con qualche kg di troppo mi preoccupo, non tanto per il caso specifico, ma per l'attitudine che dimostra. Se credete stia esagerando, sappiate che la cosa mi infastidisce ancor più perché Sullinger ha cronici problemi alla schiena e proprio il peso non aiuta certo in tali circostanze. Quindi se il talento c'è ed è di primissimo livello, mi aspetto lo scatto di testa per la cura del corpo e della mente (ogni riferimento ai fatti estivi è puramente voluto). Se non rispetterà questi semplici dettami nessun problema, ma non è un giocatore da Celtics.

Kelly Olynyk è un signor giocatore senza dubbio. Senza aver giocato un solo minuto in stagione lo posso affermare senza problemi. Caratterialmente mi sembra un grande ragazzo, tosto e sfacciato quanto basta, e tecnicamente mi manda fuori di testa. Mi ricorda tanto Nowitzki e chi lo paragona al nuovo Morrison non ha davvero capito nulla. Colonna del nostro futuro, ma a patto che venga impegato da ala grande e non da centro, perché altrimenti sarebbero sprecare le sue attitudini, fatte di velocità, campo aperto e tiri dalla distanza.

Quindi il quintetto ideale del futuro è fatto:
PG - Rondo
SG - Bradley
SF - Green
PF - Olynyk
CE - Sullinger
Beh non c'è male, ma vorrei inserire in questo quintetto anche un altro giocatore che forse in pochi vi aspettate: Vitor Faverani. Se non ho preso un abbaglio in questa pre-season, Ainge ha fatto un colpaccio alla Nikola Peković (almeno così mi auguro). Tosto, intelligente, con la capacità di giocare vicino e lontano dal canestro, non sarà mai una star del firmamento, ma servono anche gli operai per fare grande un'impresa. Vitor è a mio avviso l'uomo giusto per stare al fianco delle stelle ed eccellere in quel lavoro umile, a tratti sporco, ma sempre utile. Quindi riformulo l'idea del quintetto appena esposta e la modifico come segue, aggiungendo anche i due "non futuribili":
PG - Rondo
SG - Bradley
SF - Green - Wallace
PF - Olynyk - Sullinger
CE - Faverani - Humphries
Molto equilibrio così, con Sully che può partire in quintetto o subentrare come cambio di uno dei due ruoli da lungo, così come Kris Humphries. Anche Wallace oltre allo spot di SF può ricoprire anche quello di SG ed all'occorrenza, per esigenze specialissime, anche PF. Sì, così otteniamo molto più equilibrio.

Ora veniamo alle collocazioni degli uomini con la valigia, cioè di quei giocatori che insieme a Humphries e Wallace saranno costantemente sul mercato: Lee, Crawford (nella foto) e Bass. Per Lee il discorso è molto semplice, perché una collocazione è facilissima da trovargli: guardia difensiva che in attacco può colpire dagli angoli oltre che correre in contropiede. Sicuramente è un bravo ragazzo ed un ottimo professionista, ma paga un po' il contratto che gli hanno allungato lo scorso anno (certo non per colpa sua). Nella scorsa stagione vicino a tutti i campioni che avevamo, sembrava davvero molto limitato, cosa che è. Quest'anno liberatosi di qualche affanno di troppo, potrebbe anche avere più peso specifico nella squadra.

Su Crawford, come in tanti, ho perso ogni fiducia perché mi sembra davvero un cavallo pazzo. Tira quando sente che il caso di farlo, legge la partita a modo tutto suo ed in difesa... beh non difende. Ha talento e se Brad riuscirà a disciplinarlo un po' potrebbe anche uscirne una sorpresa. In questa pre-season ha giocato da PG e mi ha anche sorpreso in più di un frangente, ma il mio pregiudizio sicuramente mi offusca e personalmente non lo vorrei più vedere con noi.

Il caso Bass invece è quasi un paradosso. Non sembra mai una pedina fondamentale nello scacchiere tattico, perché fa poche cose e non sempre bene, non difende con la dovuta attenzione, ma è sempre al suo posto. Quest'anno sarà difficile trovare una collocazione a tutti i PF e CE a roster e quindi credo che prima o poi uno scambio lo coinvolgerà a meno di un inizio di stagione incredibile (n.d.s: seeeee, come no). Sullinger ed Olynyk sono sicuramente i nomi sui quali investire per il futuro, Brandon non ha dimostrato di poter migliorare e su di lui le speranze sono relativamente basse. Potendo giocare da PF, ma anche da CE all'occorrenza, farà il suo compitino senza infamia e senza lode, quindi non servendo a molto in prospettiva futura.

Finito quindi con questo roster? No, ma ecco dove siamo arrivati:
PG - Rondo
SG - Bradley - Lee - Crawford
SF - Green - Wallace
PF - Olynyk - Sullinger - Bass
CE - Faverani - Humphries
Mancano all'appello tre giocatori di complemento: Brooks, Pressey e Bogans. Partiamo sa ques'ultimo che starà con noi molto poco, garantendo tiro da fuori ed esperienza, ma per questo giramondo dell'NBA certo Boston non sarà l'ultima stazione.

Quindi se Bogans sarà utilizzato a fasi alterne, come le targhe, che ne sarà di Brooks? Se non l'ho detto prima lo dico ora: abbiamo troppe guardie. MarShon ha tanto talento ma due difetti enormi: la fase difensiva e l'atteggiamento da star. Su entrambi è possibile lavorare, mentre sul talento è già più difficile, quindi meglio averlo. Però il rischio di perderlo tra le rotazioni è davvero altissimo, specie se non avrà l'umiltà di porsi in maniera costruttiva. Io fare più di un tentativo con lui, perché potrebbe davvero esplodere come una supernova. Non sarà mai quel Bryant a cui non tanto velatamente si ispira, ma potrebbe avere un'impennata nel rendimento. Se fosse per me sarebbe la guardia tiratrice che entra come primo cambio nel ruolo, ma credo che nelle gerarchie di Stevens sia molto più in giù.

Per Pressey invece concordo apertamente con chi lo considera un ottimo prospetto. Anche se è piccolo di statura, è molto tosto ed ha talento in entrambe le metà campo. Per me Ainge, in fase di selezione, ha fatto molto bene pescando giocatori di talento e dall'impatto potenzialmente letale, per gli avversari.

Ok, ora abbiamo realmente finito col giochino dei nomi, ed eccovi il roster in chiave definitiva:
PG - Rondo - Pressey
SG - Bradley - Lee - Crawford - Brooks - Bogans
SF - Green - Wallace
PF - Olynyk - Sullinger - Bass
CE - Faverani - Humphries

Concludendo che stagione dobbiamo aspettarci essendo la prima di un periodo di transizione? Beh io sono moderatamente fiducioso e credo che questa squadra sfiorerà l'ingresso ai playoff, con un record intorno alle 30 vittorie stagionali. Volendomi sbilanciare direi 32-50 e decimo posto ad EST. Insomma si tratterebbe di un anno non da buttare e che farebbe maturare molto i ragazzi nel roster, sperando poi di prendere una scelta altissima per poter aggiungere un tassello di primo livello in uno dei draft migliori degli ultimi anni. Se poi qualche pianeta si dovesse allineare sul Massachusetts...

Beh cari amici, vi ho scritto e mi sono distratto un po', speriamo che l'anno che verrà sia molto meglio di quello che mi aspetto e che ci regali tante e tante gioie.

L'anno che verrą   di Luciano Pellegrini   |   Pubblicato il 27/10/2013
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