Allora, vorrei condividere con voi uno stato d'animo che non so più debellare. Tra lo sterno e lo stomaco c'è un vuoto d'aria. Insistente, tremolante. Respiro profondo e non va via. Soffio forte, più forte, e niente. Lì, sta lì. Fisso. Un senso pneumatico di incombente angoscia. Ansia. Appena ho visto l'infortunio ho tirato un urlaccio inverecondo (non ero neanche a casa, ero in albergo, via per lavoro) e subito lì in mezzo si è gonfiato questo tormento. Non va più via.
Mi son rotto le caviglie 4 volte, 2 e 2. Tibia e perone. A destra i legamenti sono così molli che un paio di volte negli ultimi anni il piede mi è uscito dalla sede e devo stare attento. Giochicchiavo a basket. Infortuni di gioco. Piccoli infortuni di gioco. Nulla di paragonabile a quello che è successo ad Hayward l'altra notte.
La partita non l'ho vista e non ho neanche visto quella con Milwaukee. Ho seguito il risultato da ESPN. Fissando il box-score. Ho visto solo qualche frammento (Tatum, Brown). Non so quando riuscirò ad uscire da questo tormento. Non importa. Sento però che Hayward tornerà forte tanto quanto era forte tecnicamente prima e che sarà ancor più forte mentalmente per aver superato anche questa. Ancor di più sento che ognuno dei nostri d'ora in avanti darà qualcosa di più. Ancora qualcosa di più. Perché non sarebbero dei Celtics se non avessero in serbo pure questa risorsa.