carissimi, vivo questa vigilia con ancora più ansia del solito.
L'anno scorso non avevamo nulla da perdere.
Nets. Bucks. Heat. Warriors.
Tutte e 4, per un motivo o per l'altro, erano favorite e avevano i pronostici dalla loro parte.
Questo anno è diverso. Diametralmente diverso.
Bisogna essere convinti, forti, concentrati, ben puntati all'obiettivo.
Non mi attendo cambiamenti di atteggiamento adesso.
Saremo la squadra che siamo stati tutto l'anno.
Mazzulla è cresciuto di consapevolezza. Di convinzione. Di personalità.
Si sente sicuro.
Fa battute pungenti in conferenza stampa su time out e approccio difensivo.
Le critiche sulla gestione tecnica e tattica rimangono ma il suo modo di affrontarle adesso lo fa sembrare pronto alla sfida, allenato alla gara.
Ottimo!
Non ci giro troppo attorno: gli avversari principali di questo primo turno siamo noi stessi.
Non che loro non ci siano. Ci sono. Ci sono.
Ma noi possiamo limitarli decisamente.
Trae Young è un furetto tanto vivace quanto fastidioso, con range di tiro illimitato, lo sappiamo. John Collins è un clamoroso talento tecnico e atletico, quando si accende può fare da solo dei parziali importanti. Sappiamo anche questo. E sappiamo abbastanza di tutti gli altri. Dejounte Murray può essere la migliore guardia a due vie di tutta la lega. Bogdanovic ha ancora serate in cui non lo si tiene e rimane un competitore con i fiocchi. Capela fa il suo sempre, con i suoi limiti e le sue risorse. Saddiq Bey a me è sempre piaciuto, arcigno, volenteroso, un vero ex Wildcat di Villanova. DeAndre Hunter è uno dei giocatori più overrated della lega, buon difensore, buon attaccante, non c'è qualcosa su cui non si sappia applicare. Okongwu è un corpaccione con tanto talento (e non meno pigrizia). Jalen Johnson è la scommessa più importante di Snyder che vuole farne un giocatore di livello alto dopo quasi due anni di anonimato incomprensibile per un ragazzo che era entrato a Duke come un prospetto a 5 stelle tra i più promettenti della sua classe e poi si era smarrito, e non si è ritrovato ancora del tutto (e comunque ha un limite enorme nella difficoltà di tiro da fuori).
Gli uomini, insomma, ci sono tutti.
Eppure, il record di 11-11 degli Atlanta sotto Quinn Snyder non è esattamente quel tipo di score che spaventa un avversario e ti fa ritenere che abbiano un potenziale importante per la postseason.
Persino battere Miami a Miami nel torneo play-in potrebbe dire di più sugli Heat a fine corsa che sugli Hawks in crescita.
Ma c'è un aspetto su cui mi sono soffermato con attenzione. Quinn Snyder aveva fatto dei Jazz di Donovan Mitchell e Rudy Gobert una delle squadre più efficienti offensivamente dell'intera NBA, lo scorso anno come responsabile dell'attacco ai Warriors ha continuato a dimostrare di saperci fare parecchio (ok alla baia in attacco non scherzavano neanche prima...).
Nelle ultime quindici partite della stagione regolare (quindi concedo a Snyder le prime sei di puro apprendistato), gli Hawks hanno segnato la più alta media di punti in campionato con 124,1 a notte.
Guardando questo valore meglio si scopre che non è dipeso dalle percentuali da tre che improvvisamente si sono impennate e neanche da un maggior numero di tiri presi. Atlanta ha incrementato in maniera evidente su recuperi e rimbalzi offensivi, arrivando anche più spesso alla linea dei liberi.
Contro gli Heat martedì sera, hanno ottenuto 22 rimbalzi offensivi contro i 6 di Miami e sono andati sulla linea di tiro libero 27 volte.
Questa è una chiave della serie, contenere la loro energia (Rob Williams III potrebbe essere fondamentale se decidessimo di giocarcela difensivamente) e bloccare il loro attacco con una difesa attenta, grintosa, senza cedimenti.
Non avrebbe senso con loro giocarsela a chi mette più canestri.
Ha più senso difendere duro.
Anche perchè gli Hawks, statisticamente, rivelano un limite molto importante nella capacità di distribuzione del gioco. Muovono poco la palla.
Murray e Young sono più che discreti creatori ma tendenzialmente anche loro rimangono due solisti. Tutti gli altri (eccetto Bogdanovic, almeno in parte) hanno medie di assist trascurabili, toccano poco la palla, manovrano poco o niente. I lunghi (Capela e Okongwu) sgomitano ma oltre i 5 metri molta della loro efficacia si perde. Alle ali hanno atleti fisici, atletici, alti (mi riferisco a Collins, Johnson, Bey e Hunter) ma non sono esattamente dei tiratori dalla distanza affidabilissimi e men che meno dei creatori di gioco.
In difesa abbiamo quindi tutte le armi per contrarli al meglio.
Smart, White e Brogdon possono e devono contenere Young e Murray e, se questi due ( o almeno uno dei due ) non fa qualcosa di eccezionale per il loro attacco diventa durissima.
Poi sicuramente ci sono tantissimi altri motivi.
Ma mi piaceva sollevare questo.
GO CELTICS
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in tre partite contro gli Hawks, ha tirato un incredibile 17 su 25 (68 %) da dietro l'arco e ha segnato una media di quasi 18 punti a partita. 
