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ilcrispo
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Iscritto il: 11/11/2017, 14:47 Messaggi: 11297 Località: Macerata
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Re: Le Perle dei giornalisti
Giallastrissimi !!!
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21/10/2019, 20:42 |
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Maravich
History of team
Iscritto il: 22/07/2019, 11:31 Messaggi: 5036
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Re: Le Perle dei giornalisti
E' riduttivo considerare Dan Peterson solo un allenatore. In Italia non è una bestemmia dire che sia stato L'Allenatore. Sicuramente è stato anche un giornalista ed un analista NBA di prim'ordine, ha segnato la strada, sempre senza scendere a compromessi, dicendo e difendendo le proprie idee con grandissima eleganza e professionalità. La qualità del suo ascolto imponeva agli interlocutori espressioni ragionate e non so se lo si sia compreso ma lo ammiro molto. Non sono il primo e certamente non il solo ad ammirarlo, nonostante non sia mai stato un tifoso Olimpia. In realtà tifo solo Celtics Tornando a Dan Peterson, il 9 gennaio ha compiuto 85 anni e il 7 gennaio ha rilasciato un'intervista al suo storico avversario, Valerio Bianchini per la rosea. Alcuni passaggi particolarmente significativi li riporto qui di seguito: " Primo: preferivo i 30 secondi per permettere lo schema e l’opzione. Oggi, finisce tutto in uno contro uno e molti tiri forzati. Secondo: amavo l’area dei tre secondi trapezoidale! Terzo: non sono tifoso del tiro da tre. Mi possono dare dell’anacronistico ma è così. Nessuno tira dalla media distanza, fuori dall’area dei 3 secondi e dentro la linea dei tre punti. Così si rinuncia a oltre 50% della zona offensiva! Un delitto. Poi, (4) abbiamo perso il palleggio-arresto-tiro e il tiro in sospensione, usati da pochi giocatori oggi. (5) Abbiamo perso anche il grande movimento in attacco. Difendere contro le squadre di Gamba, Taurisano o Zorzi, che erano sempre in movimento, è stato un incubo. Poi, io sono un nostalgico. Amavo l’idea di avere giocatori italiani in squadra. (6) Vorrei vedere un ritorno a due, massimo tre, non italiani in squadra. La Nazionale avrebbe giocatori di livello per le grandi manifestazioni della FIBA. Opinione personale”. Condivido pienamente ogni singola parola, anche se la mia opinione pesa come una piuma rispetto a quella del grande Dan. Peccato che queste parole rimarranno lettera morta, perché l'estetica e la varietà del gioco ne guadagnerebbero parecchio con i correttivi indicati da Dan. Immaginate una squadra in campo con 30 secondi di tempo e in totale assenza dei 3 punti. I lunghi tornerebbero a popolare i campi con una maggiore importanza in attacco e in difesa, torneremmo a vedere tutta una serie di movimenti ormai dimenticati e riproposti solo occasionalmente dai lunghi europei. La ricerca della soluzione ad alta percentuale renderebbe il gioco più godibile e saper tirare efficacemente da lontano rimarrebbe comunque un grande valore aggiunto. Il gioco sarebbe più vario e meno monotematico. Diminuirebbero drasticamente le situazioni di Heroball, con il giocatore che negli ultimi drammatici secondi della partita, i più belli, non fa altro che trascorrere il tempo immobile per poi forzare una soluzione il più delle volte senza criterio ma con molta speranza. Anche in questo caso (e a maggior ragione), opinione personale.
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12/01/2021, 5:37 |
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Gioia CELTICS
History of team
Iscritto il: 03/11/2013, 20:35 Messaggi: 18023
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Re: Le Perle dei giornalisti
Condivido ogni concetto (mi avvicino a grandi passi ai 50, ergo, non potrebbe essere diversamente) e pure l'ammirazione per coach Peterson, personaggio (perché questo era ed è, allenatore certo, ma anche commentatore, anche giornalista, anche uomo di spettacolo se vogliamo) che adoro. Per me, numero 1! ......
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"Basketball is one of those rare opportunities where you can make a difference, not only for yourself, but for other people as well".
BILL WALTON
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12/01/2021, 11:00 |
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deep
Amministratore
Iscritto il: 13/03/2010, 0:20 Messaggi: 36661 Località: Santarcangelo di Romagna
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Re: Le Perle dei giornalisti
Belle cose, per noi non giovanotti sono anche sensatissime. Ci piacerebbe ci fossero speranze di vederle in pratica, ma non sarà così. Ormai da un pezzo me ne sono fatto una ragione, il basket è cambiato e con lui i gusti di chi guarda.
Amici, ma non è che stiamo diventando una nicchia noiosa? Quando avevo vent'anni non li sopportavo i cinquantenni che dicevano che il nostro non era basket, eravamo senza tecnica e quando accennavamo a qualcosa di nuovo erano solo insulti. Siamo diventati noi quei tizi che non sopportavo?
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12/01/2021, 14:24 |
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Maravich
History of team
Iscritto il: 22/07/2019, 11:31 Messaggi: 5036
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Re: Le Perle dei giornalisti
deep ha scritto: Belle cose, per noi non giovanotti sono anche sensatissime. Ci piacerebbe ci fossero speranze di vederle in pratica, ma non sarà così. Ormai da un pezzo me ne sono fatto una ragione, il basket è cambiato e con lui i gusti di chi guarda.
Amici, ma non è che stiamo diventando una nicchia noiosa? Quando avevo vent'anni non li sopportavo i cinquantenni che dicevano che il nostro non era basket, eravamo senza tecnica e quando accennavamo a qualcosa di nuovo erano solo insulti. Siamo diventati noi quei tizi che non sopportavo? Domanda che mi sono posto anch'io tante volte e non solo nell'ambito del basket ma anche della musica, per fare un esempio. Credo che abbiamo avuto la fortuna di vivere in gioventù la migliore espressione del basket per quanto concerne estetica, eleganza, intelligenza, varietà. Caratteristiche che obbiettivamente sono venute meno. La tecnica non è diminuita, anzi si è sviluppata tanto, si pensi ad esempio a quanto più bravi siano i tiratori oggi e a quanto siano più bravi gli allenatori ad insegnare il tiro. Purtroppo però, come era naturale che fosse, la tecnica si è adeguata alla tattica, pertanto tutta la varietà di movimenti vicino a canestro, il sapiente uso del piede perno, oggi è perso e lo vediamo non solo di rado ma soprattutto da giocatori esterni. Alcuni esempi: Pritchard (il giro dorsale dopo la finta di tiro) e Dončić, che di recente ha scherzato Adebayo con l'uso di finte e perno https://www.facebook.com/nba/videos/luk ... 856856943/Non sto sostenendo che le squadre di ieri fossero più forti rispetto a quelle di oggi ma sicuramente il basket di allora era molto più divertente rispetto al tiro al piccione che si vede oggi. Dan Peterson secondo me ha centrato le questioni principali.
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12/01/2021, 15:43 |
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MarcUs
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Iscritto il: 12/08/2020, 22:14 Messaggi: 7380
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Re: Le Perle dei giornalisti
Maravich ha scritto: "Primo: preferivo i 30 secondi per permettere lo schema e l’opzione. Oggi, finisce tutto in uno contro uno e molti tiri forzati. Secondo: amavo l’area dei tre secondi trapezoidale! Terzo: non sono tifoso del tiro da tre. Mi possono dare dell’anacronistico ma è così. Nessuno tira dalla media distanza, fuori dall’area dei 3 secondi e dentro la linea dei tre punti. Così si rinuncia a oltre 50% della zona offensiva! Un delitto. Poi, (4) abbiamo perso il palleggio-arresto-tiro e il tiro in sospensione, usati da pochi giocatori oggi. (5) Abbiamo perso anche il grande movimento in attacco. Difendere contro le squadre di Gamba, Taurisano o Zorzi, che erano sempre in movimento, è stato un incubo. Poi, io sono un nostalgico. Amavo l’idea di avere giocatori italiani in squadra. (6) Vorrei vedere un ritorno a due, massimo tre, non italiani in squadra. La Nazionale avrebbe giocatori di livello per le grandi manifestazioni della FIBA. Opinione personale”. . anche io condivido... e anche io sono più vicino ai 50 che ai 40 e Peterson è stato il commentatore dei miei primi Celtics (indimenticabile per me il suo CIF! CIF! CIF! che si univa al canto ritmato del Garden ogni volta che Robert Parish entrava e usciva dal rettangolo di gioco) ... Poi per me era innanzitutto il coach arrivato dal Cile portato a Bologna dall'avvocato Porelli e da tifoso della Virtus gli ho perdonato anche i trascorsi alla olimpia, ritornò alla Virtus a fine anni ottanta da direttore tecnico ingaggiando Sugar Ray Richardson e Clemon Johnson, oltre al coac George Hill... Sugar Ray quanta roba ... uno dei più grandi di sempre...
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"L'unica cosa che penso della superstizione è che porta male essere indietro alla fine della partita.“ Bill Russell #6
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15/01/2021, 20:58 |
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Maravich
History of team
Iscritto il: 22/07/2019, 11:31 Messaggi: 5036
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Re: Le Perle dei giornalisti
MarcUs ha scritto: Maravich ha scritto: "Primo: preferivo i 30 secondi per permettere lo schema e l’opzione. Oggi, finisce tutto in uno contro uno e molti tiri forzati. Secondo: amavo l’area dei tre secondi trapezoidale! Terzo: non sono tifoso del tiro da tre. Mi possono dare dell’anacronistico ma è così. Nessuno tira dalla media distanza, fuori dall’area dei 3 secondi e dentro la linea dei tre punti. Così si rinuncia a oltre 50% della zona offensiva! Un delitto. Poi, (4) abbiamo perso il palleggio-arresto-tiro e il tiro in sospensione, usati da pochi giocatori oggi. (5) Abbiamo perso anche il grande movimento in attacco. Difendere contro le squadre di Gamba, Taurisano o Zorzi, che erano sempre in movimento, è stato un incubo. Poi, io sono un nostalgico. Amavo l’idea di avere giocatori italiani in squadra. (6) Vorrei vedere un ritorno a due, massimo tre, non italiani in squadra. La Nazionale avrebbe giocatori di livello per le grandi manifestazioni della FIBA. Opinione personale”. . anche io condivido... e anche io sono più vicino ai 50 che ai 40 e Peterson è stato il commentatore dei miei primi Celtics (indimenticabile per me il suo CIF! CIF! CIF! che si univa al canto ritmato del Garden ogni volta che Robert Parish entrava e usciva dal rettangolo di gioco) ... Poi per me era innanzitutto il coach arrivato dal Cile portato a Bologna dall'avvocato Porelli e da tifoso della Virtus gli ho perdonato anche i trascorsi alla olimpia, ritornò alla Virtus a fine anni ottanta da direttore tecnico ingaggiando Sugar Ray Richardson e Clemon Johnson, oltre al coac George Hill... Sugar Ray quanta roba ... uno dei più grandi di sempre... Anni indimenticabili per il basket. Gli anni del boom, dove il livello era altissimo tanto da loro quanto da noi. Avevamo il secondo campionato professionistico del mondo, con campioni e Hall of Famer che venivano a mostrarci lampi di classe purissima. Sugar Ray era tra questi, un talento cristallino, uno spettacolo unico vederlo giocare, compensato da una disciplina non esattamente ferrea e diciamo che per lui eviterei il commento... tanta "roba" Bologna... accidenti che campioni che ha avuto, li ho sempre ammirati tantissimo.
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15/01/2021, 21:42 |
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MarcUs
History of team
Iscritto il: 12/08/2020, 22:14 Messaggi: 7380
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Re: Le Perle dei giornalisti
quanta roba era proprio lì per quel motivo un asso formidabile che in NBA aveva fatto segnare già annate memorabili, uno dei pochissimi giocatori capaci di dominare la classifica assist e recuperi nello stesso anno, Sugar fu scelto dai New York Knicks con la quarta chiamata assoluta, dopo Mychal Thompson (il papà di Klay), Phil Ford e Rick Robey, due chiamate prima di Larry Bird ... era destinato a diventare un perenne all star e invece fu distrutto dalla cocaina, giocò comunque 8 stagioni NBA da protagonista, nonostante gli eccessi fuori campo, fino alla squalifica a vita... coach Peterson però ha creduto in lui e ha avuto ragione 3 anni alla Virtus con 2 Coppe Italia e una Coppa Coppe... il preludio ad un decennio di trionfi per quella che è stata l'ultima squadra italiana capace di dominare l'Europa.
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"L'unica cosa che penso della superstizione è che porta male essere indietro alla fine della partita.“ Bill Russell #6
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15/01/2021, 22:16 |
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Zio Trifoglio
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Iscritto il: 07/07/2017, 10:02 Messaggi: 7183 Località: Cadelbosco Sopra
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Re: Le Perle dei giornalisti
La redenzione dalla dipendenza ha portato anche a Reggio un campione assoluto: Mike Mitchell.
Un giocatore incredibile, incredibile.
Faceva sembrare tutto di una facilità disarmante, una classe infinita.
A giugno ricorrerà il decennale della sua morte, spero che la Pallacanestro Reggiana faccia qualcosa di importante per ricordarlo.
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15/01/2021, 22:59 |
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Maravich
History of team
Iscritto il: 22/07/2019, 11:31 Messaggi: 5036
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Re: Le Perle dei giornalisti
Zio Trifoglio ha scritto: La redenzione dalla dipendenza ha portato anche a Reggio un campione assoluto: Mike Mitchell.
Un giocatore incredibile, incredibile.
Faceva sembrare tutto di una facilità disarmante, una classe infinita.
A giugno ricorrerà il decennale della sua morte, spero che la Pallacanestro Reggiana faccia qualcosa di importante per ricordarlo. Eh si, che classe Mike Mitchell, una macchina da canestri. A San Antonio c'era un quintetto niente male in quegli anni 80: Johnny Moore George Gervin Mike Mitchell Gene Banks Artis Gilmore ... e buonasera a tutti Tranne Moore, gli altri vennero tutti a giocare in Italia... ecco, come se oggi venissero qui Caris LeVert T.J. Warren Domantas Sabonis Myles Turner con la differenza che Gervin e Gilmore sono Hall of Famer. Oggi, ahimè, arriva ben altro dalle nostre parti.
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15/01/2021, 23:19 |
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MarcUs
History of team
Iscritto il: 12/08/2020, 22:14 Messaggi: 7380
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Re: Le Perle dei giornalisti
Zio Trifoglio ha scritto: La redenzione dalla dipendenza ha portato anche a Reggio un campione assoluto: Mike Mitchell.
Un giocatore incredibile, incredibile.
Faceva sembrare tutto di una facilità disarmante, una classe infinita.
A giugno ricorrerà il decennale della sua morte, spero che la Pallacanestro Reggiana faccia qualcosa di importante per ricordarlo. parliamo di giocatori che hanno fatto la storia della NBA, arrivavano in Italia e sembravano marziani tra inizio anni 80 e inizio anni 90 nei "palazzetti" d'Italia si aggiravano ex mvp e all star, come Bob McAdoo, George Gervin, Artis Gilmore, Spencer Haywood, Dan Raundfield, Alex English, Darryl Dawkins, Sugar Ray Richardson, Mike Mitchell, Michael Cooper, ma anche giovani stelle (o quasi) nel loro prime come Joe Barry Carroll o Danny Ferry.
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"L'unica cosa che penso della superstizione è che porta male essere indietro alla fine della partita.“ Bill Russell #6
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16/01/2021, 0:51 |
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MarcUs
History of team
Iscritto il: 12/08/2020, 22:14 Messaggi: 7380
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Re: Le Perle dei giornalisti
Jay Williams era stato un giocatore Ncaa clamoroso a Duke. 3 anni con un titolo nel 2001, guardia capace di segnare e passare, nel Draft 2002 è il secondo assoluto a stringere la mano al commissioner. Yao ming è stato l'unico a precederlo. Lo scelgono i Bulls che gli danno le chiavi della squadra, dello United Center e pure della città. Il primo anno non è proprio come da aspettative per uno che aveva avuto medie in punti, assist e fin rimbalzi impressionanti al college. Nella notte del 19 giugno del 2003, a stagione da poco conclusa, Williams si è schiantato con la sua Yamaha YZF-R6 contro un lampione all'intersezione di Belmont e Honore street, a Chicago. Williams non indossava il casco, non aveva la licenza per guidare una moto in Illinois e stava anche violando i termini del suo contratto con i Bulls su cui era scritto "Vietato andare in moto". Le lesioni furono devastanti per le gambe di un atleta, includevano un nervo principale reciso della gamba destra, il bacino fratturato in più punti e tre legamenti strappati al ginocchio sinistro compresa la rottura del crociato. La sua carriera finisce lì.
A 18 anni di distanza un altro errore. Meno devastante, certamente, ma ... Jay Williams nel frattempo è diventato un famoso analista di ESPN e dopo la notizia dell'accordo dei Celtics con Udoka ha scritto un tweet in cui affermava che i Celtics per la prima volta nella loro storia assumevano un coach di colore... WOW: PER LA PRIMA VOLTA??? e Russell? e KC Jones? e Doc Rivers? e Sanders? e M.L. Carr?
gli sono piovuti addosso ogni genere di commenti.
Dopo il terribile errore, Jay Williams ha una scusa. Afferma che il suo account è stato violato e ora ha cambiato il suo passcode per Twitter.
"Per quanto riguarda il tweet dei Boston Celtics che è arrivato dal mio account un paio d'ore fa... non l'ho pubblicato io e il mio passcode è stato cambiato", ha scritto.
quando la pezza è peggio del buco...
18 anni fa, da accordi, i Bulls non dovevano pagargli alcuno stipendio, perché le sue lesioni erano occorse mentre stava violando il suo contratto guidando una moto. Invece, i Bulls hanno dato a Williams 3 milioni di dollari quando vi hanno rinunciato, per le future spese di riabilitazione. Williams ha dichiarato all'epoca che avrebbe continuato ad allenarsi e intendeva tornare ai Bulls, ma nel suo libro di memorie del 2016 ha invece confidato che la gran parte di quel trattamento di fine rapporto dei Bulls avesse alimentato la sua dipendenza da antidolorifici illegali e ogni altro genere di droghe ... pezze anche queste ma forse in questo caso ne aveva pure diritto
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"L'unica cosa che penso della superstizione è che porta male essere indietro alla fine della partita.“ Bill Russell #6
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24/06/2021, 19:10 |
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