Che delusione il nostro Terry. So che anche qualcun altro in questo forum prova pessimismo e fastidio nel leggere certe affermazioni, che oltretutto non riesco nemmeno a leggere/ascoltare fino alla fine, mi devo fermare prima. Ho sempre voluto bene a Terry, per la sua storia personale e per la sua parabola, quasi una favola moderna. Ma così no, non in questo modo, sembra tutto orchestrato ad arte per far desistere i Celtics dal fare la contro offerta per tenerlo. Non so davvero con quale faccia potrebbe tornare nel roster e guardare gli altri uno ad uno negli occhi. Molto complicato, evidentemente ha scelto di andarsene a prescindere dalle decisioni che prenderanno gli altri. Per me è un dolore, sempre più piccolo visto come si sta comportando, ma resta comunque un dolore.

http://www.celticslife.com/2019/05/terr ... BdRr4sfOe0

ricordate le dichiarazione di stevens a inizio stagione, sui minuti da trovare per terry?

probabile che staff dirigenziale e tecnico abbiano sottovalutato le problematiche che sarebbero potute insorgere per l'estrema profondità del roster, mi pare chiaro che insomma non ci sia stata sintonia tra i nostri.

ce ne eravamo accorti.

Interessante, ma secondo me resta fantastica come ipotesi, nel senso di una lontana fantasia.

mi pare chiaro che le notizie su uno stevens che aveva perso il controllo dello spogliatoio, siano assolutamente verosimili.

aggiungo che probabilmente l'amicizia stevens hayward, come mi diceva nicola ora, si sia rivelata purtroppo un boomerang a livello di dinamiche di spogliatoio.

e quindi anche le voci riportate nel passato su hayward, oltre a trovare conferma nelle parole di rozier, paiono assolutamente plausibili.

https://www.bostonglobe.com/sports/celt ... jgT5QUj1FQ

needs to make some changes in his approach
By Gary Washburn

fell on the sword after the Celtics’ disheartening and humiliating elimination from the Eastern Conference semifinals — as he should have. As much as there is major fault with and , among others, on the roster, Stevens needs to take this summer for some soul searching on how to move forward. How he builds his coaching staff, approaches his players.

It became apparent throughout the season that there was major friction among the Celtics players because of some of their understandable personal agendas and how playing time and roles were distributed.

It wasn’t that the coaching staff was unaware of these issues, according to team sources; it was that they really didn’t know what to do about it. Without a coach with any real influence on players such as Irving, or who commanded the reverence of younger players, the staff was essentially left helpless to cure the problems.


Stevens, who has allowed the players to police themselves in the past, swooped in too late to solve the issues. Some players blamed him for integrating Hayward into the starting lineup without giving more regard to the feelings of and . And a series of players-only meetings, even one before Game 5, according to the team source, did nothing to solve the on-court problems, resulting in that embarrassing 116-91 loss to the Bucks.


An hour after the Celtics lost Game 5, assistant coach Micah Shrewsberry announced he was leaving the club for an assistant position with his alma mater, Purdue. So there is a position open and Stevens needs to stray from hiring someone from the Butler tree and bring in a veteran NBA coach and former player.

That coach needs to be in tune with the players, who in today’s NBA have a high regard for coaches who played in the league and have experienced what they experience. The Celtics lost a lot when Walter McCarty decided to take the Evansville University job after last season. He was a calming influence and believe it or not the players recognized him not only from his 10-year NBA career but his role in the movie “He Got Game.”


Stevens has loaded his staff in past years with Butler disciples, young coaches skilled in analytics but not necessarily how to handle millennial NBA players. One coach that may have helped the Irving transition to Boston is ex-Cavaliers assistant Phil Handy, who was close to Irving in Cleveland. He was hired before last season by Nick Nurse with the Raptors.

Another coach who is available is former Celtic James Posey, who won two NBA titles (with the Celtics and Heat) and another as an assistant coach with the Cavaliers. Posey, 42, is considered a player-friendly coach but who has a no-nonsense style.

Related: The Celtics have roster issues to deal with. Here’s a closer look

Stevens needs to make some calls to get tips on the best coaches. He needs to compile a list of competent coaches who can add wisdom to the staff, tell stories, and serve as a big brother figure to the players. There’s a reason why veteran coaches fill their staffs with other veteran former NBA coaches. Those coaches can reach the players, can sense issues, and also offer advice and discipline.


It’s not entirely Stevens’s fault that team unity went south this season. He has usually been successful with his hands-off approach, but then he had McCarty as a go-between. This year’s staff was a bunch of good, hard-working guys, but sometimes that’s not enough.

President of basketball operations Danny Ainge should be held responsible also. He has surrounded himself with longtime friends and analytics people who know the game but their strength isn’t necessarily people skills.

Stevens needs some fresh faces on his staff and Ainge needs to add a recognizable face to the front office staff. There are plenty of interested parties who would love to work with the Celtics, former Boston players and others who admire Stevens’s coaching acumen and would love to contribute.

Related: Celtics’ Big Three of blame: , , Danny Ainge

What happened this year was a disaster and it would have been avoidable if it was detected early enough. But no one on the coaching staff felt the empowerment to really deal with high-priced, big-personality players such as Irving, who respected the staff but wasn’t exactly going to listen to a third assistant’s advice on how to cope in the NBA.

There is an opportunity for Stevens and Ainge to make this right, to add some impactful coaches and front office executives to an organization that needs a makeover. The players need someone who they can confide in, can relate to, and hear war stories from. Stevens has succeeded, for the most part, with his previous method but it’s time for change and that should be his No. 1 priority.

decisamente esaustivo.

Rozier è un altro con ego smisurato senza avere una qualità tecnica altrettanto smisurata

Poi dopo la stagione che ha fatto meglio se si autocensura. Sembra che NY abbia mire su di lui, ma sarà il caso che facciano una scelta perché rivedere Irving e Rozier insieme altrove sarebbe una barzelletta

Tutte cose interessanti ed alcuni concetti anche comprensibili/condivisibili. Detto ciò....

Non rispettati i sentimenti di questo e quello...
Non abbastanza minuti per l'altro....
Riunioni carbonare.......
Il giocatore "x" non va bene perché amico del coach..
L' allenatore "y" non va bene perché non ha una carriera NBA....

MA DOVE SIAMO, IN UN CAZ.ZO DI ASILO??

Dove sono i professionisti?
Non bastano alcuni milioni di dollari per fare quello che ti viene ordinato da chi è pagato per farlo?
Staff tecnico e roster sono una democrazia adesso?

Stupidi, ignoranti, egoisti e viziati! Ho il voltastomaco...

L'articolo mi trova più d'accordo di quello in cui venivano date % di responsabilità.
Sono d'accordissimo che se la stagione è così fallimentare, non per cause particolari tipo infortuni, ma per problemi di comportamento, il GM non può venire chiamato fuori dalle responsabilità.
"Uneasy lies the head that wears a crown"
E come dice Luca, non può essere una democrazia, la voce qualcuno avrebbe dovuto farla sentire.

Il passaggio in grassettato mi pare una fregnaccia.
Cosa vuol dire che nessuno del coaching staff si sentiva empowered (perdonatemi non mi viene la parola in italiano ) a tenere testa a giocatori di alto profilo?
Non può essere che accidentalmente fai una trade per Irving e poi ti "dimentichi" di dare il potere al coaching staff di dire cosa deve fare ad Irving, Hayward et similia.

Per me ci sono tre ordini di problemi:

1) Il coaching staff che ha lasciato per troppo tempo che l'autogestione fosse il modus operandi.
Qui il problema si risolve facilmente.Vai da Danny e gli dici: Danny, qui i giocatori fanno i c***i loro e non ne vengono a capo. Fatti sentire.
Danny va dai giocatori e dice chi porta i pantaloni.

2) I giocatori pensano di capire qualcosa, ma non capiscono una fava.
Siamo in bilico tra: Irving che pensa di capire di pallacanestro, ma capisce solo di pallacanestro da playground, Tatum e Brown che hanno pensato prevalentemente ai loro minuti e Rozier che ha pensato SOLO al suo contratto e ai suoi minuti.
Serve che gente come Pierce e Garnett tornino a Boston e leggano a questi sbarbati il grande libro de: " Cosa ho dovuto sacrificare del mio gioco per vincere un anello".

3) Giocatori str***i e coaching staff inerme a parte, servono figure "intermedie".
Servono i Ron Adams, i Thibodeau, ossia gli assistenti che hanno una bella esperienza e capiscono gli umori dello spogliatoio.
Serve un membro del coaching staff che sia un ex giocatore di recente ritiro.
Ben venga Posey.

Terry può fare il fenomeno quanto vuole ma il suo impatto quest'anno é stato a dir poco devastante, ma in negativo.
E se si guarda nell'arco di questi 4 anni con noi tolta la parentesi Scary Terry (ovvero la serie con i Bucks e quella con Phila dell'anno scorso... 2 settimane in 4 anni) non é che sia stato questa gran roba. Play di quel livello se ne trovano nella lega e con contratti bassi.

Magnane di pasta Terry, ho visto play decisamente piú forti ai Celtics che la tua bravura in confronto alla loro é come una scoreggia paragonata con un profumo di marca.


E per quanto riguarda Stevens il mio appunto é che deve imparare a imporre la sua idea di gioco ai giocatori, non il contrario. Perché il coach mastica basket e ha un'idea di come deve giocare una squadra, i giocatori no. Infatti quest'anno abbiamo visto che il gioco imposto dai giocatori faceva altamente cagare offensivamente parlando, con continui passaggi a vuoto, possessi palla affidati a hero ball e nemmeno una minima traccia di gioco corale. Per non parlare della totale assenza di schemi su rimessa, ABC del basket e specialitá del coach.

E a riguardo cito una delle frasi piú importanti del discorso di Popovich all'addio di Duncan: "Thank you for letting me coach you and the team"

Il mio augurio é che Danny non ci pensi a mantenere queste cariatidi nocive per la franchigia e che Brad si riprenda in mano la squadra imparando la lezione.

Report: Davis still wants trade despite Pelicans landing No. 1 pick

EW ORLEANS, LOUISIANA - MARCH 28: Anthony Davis of the New Orleans Pelicans looks on during a game against the Sacramento Kings at Smoothie King Center on March 28, 2019 in New Orleans, Louisiana.
Despite the New Orleans Pelicans landing the No. 1 overall pick in this year's draft, Anthony Davis' desire to be traded remains unchanged, league sources told The Athletic's Shams Charania.

Davis formally requested a trade from New Orleans in January after informing the organization he wouldn't sign a contract extension. He's locked into his current deal for just over $27 million through the 2019-20 season with a player option for the following year.

New Orleans was unable to move the All-Star forward ahead of February's deadline, even though the Los Angeles Lakers offered multiple packages in a strong push to acquire him.

The 26-year-old averaged 25.9 points on 51.7 percent shooting, along with 12 rebounds, 3.9 assists, 1.6 steals, and 2.4 blocks in his seventh season with New Orleans, but didn't eclipse 23 minutes of playing time in any of his 11 appearances during the second half of the 2018-19 campaign.

The Pelicans entered Tuesday's lottery with a six percent chance of picking first overall and a 19 percent chance of selecting in the top three. This will be the second top pick in franchise history after the team selected Davis first overall in 2012.

New Orleans is expected to select Duke prospect Zion Williamson, the consensus National College Player of the Year and a first-team All-American during his freshman season.

quindi come diceva daniele giustamente, Ny ne esce non proprio benissimo e i piani per loro diventano più difficili.

quei culoni dei lakers invece con una quattro potrebbero avere una bella carta in più per la trade davis.

una cosa positiva è che i risultati di questa draft lottery potrebbero togliere tutta sta voglia di tankare a qualche franchigia.

per quanto riguarda noi, non abbiamo sculato, ma almeno la memphis va al prossimo anno e penso che la memphis potrebbe essere decisiva per un'eventuale trade celtics pelicans per davis.oltre a tatum(o brown).

siamo al dunque, che si fa?io francamente non lo so.dopo un'iniziale inevitabile fastidio al solo pensare a irving e davis in verde, sono confuso, sono affezionato ai giovani ma che garanzia abbiamo che possano diventare de big assoluti?e se li cediamo e poi esplodono e irving e davis non ci portano al titolo?

cosa fare quindi, seguire la strada tipo GS, indi fare maturare i giovani e costruirci sopra, o vogliamo l'all in, i big, i davis gli irving(magari i durant?)

sempre che sia possibile arrivare a loro....

Per me, ripartire con brown e tatum