I am a Celtic - Boston Celtics Italia
IL RUMORISTA : Meno di un mese alla Dead Line
Con l’avvicinarsi della Dead Line del 8 febbraio ore 21.00 italiane, cioè il termine entro il quale si possono scambiare i giocatori, torna il Rumorista che nonostante il nome, come sempre sarà maggiormente dedicato ad approfondimenti ed analisi piuttosto che ai singoli rumor che si possono trovare in rete; anche questi non mancheranno ma andranno in secondo piano ed in questa puntata affronteremo la situazione di alcune franchigie rimandando alle prossime puntate approfondimenti sulle altre, come anche cosa aspettarsi nelle prossime sessioni di mercato.
In questa puntata non mancheranno ovviamente i Celtics e poi ci concentreremo sulle squadre le cui scelte future sono nel nostro destino e cioè le due squadre di Los Angeles e Memphis, e poi qualche cenno alle cenerentole della stagione, che sono quelle che potrebbero mettere in vendita alcuni pezzi pregiati .
1) Boston Celtics
Della DPE (Disabled Player Exception) ne ha parlato a lungo Andrea nei giorni scorsi; opinione personale è che salvo infortuni in corso d’opera Ainge non abbia motivazioni particolari ad usare l’opzione; la stagione è di aurea transizione ed il far crescere il gruppo è la priorità numero uno. Assai probabile che la DPE venga usata per far un favore a qualche GM amico che deve uscire dalle sabbie mobili della Luxury Zone come ad esempio Portland.
Un primo punto da considerare leggendo alcuni “falsi miti” in rete è che Ainge “debba” contenere il monte salari; non è così vero, ormai i Celtics sono sopra il CAP e quindi non possono firmare Free Agent se non al minimo per i veterani, sfruttando le eccezioni o quelli che escono da un nostro contratto in scadenza (Marcus Smart), quindi la conseguenza di avere contratti attivi è quello di sforare nella Luxury Zone, ma un limite che Ainge ha per migliorare la squadra è proprio quello di non avere contratti pluriennali da utilizzare in eventuali trade; ha tante scelte pregiate in mano, ma mancano i contratti da scambiare per pareggiare i contratti in entrata.
Ad esempio, se mai fosse possibile intavolare una trade per la chimera Anthony Davis sarebbe praticamente impossibile fare l’operazione senza dover rinunciare ad
.
Per questo conoscendo l’attenzione maniacale ai dettagli, e la creatività del duo Ainge/Zarren, non mi stupirei se ci ritrovassimo a febbraio con l’arrivo di un giocatore con contratto in scadenza 2019, già preparandomi a tutte le analisi tecniche sulla stupidaggine fatta lasciando andare “tizio” con contratto in scadenza per far arrivare “caio” incapace di giocare a basket, senza capire che invece è funzionale proprio ad avere la possibilità di effettuare scambi.
Quindi al momento per febbraio vedo poca attività da parte di Ainge e solo piccole manovre per posizionarsi al meglio per il futuro.
Per cosa potrà accadere a luglio, è ancora tutto prematuro, ma è chiaro che molto dipenderà dall’esito della scelta Lakers ed al momento non potendo lavorare nella free agency e non avendo giocatori per fare scambi a meno di non inserire alcuni dei nostri gioielli, potrebbe essere un’estate di transizione.
2) LA Lakers
Spostiamoci sulla West Coast, e proviamo ad analizzare le due realtà di Los Angeles, che a causa di scelte discutibili ed una scarsa programmazione, vede i nuovi management cercare di recuperare il terreno con mille problemi e limitazioni.
La situazione dei Lakers è piuttosto complicata: hanno a roster alcuni giovani di buone speranze (Ingram, Kuzma, Ball), ma con limiti individuali abbastanza chiari che siano difensivi, al tiro, di genitori devastanti o di mentalità quali quelli che denota ad esempio Kyle Kuzma quando contro Sacramento qualche giorno fa, non ha preso un tiro allo scadere perché non voleva “… mess up his shooting statistics …” diciamo sporcare le sue statistiche al tiro; insomma, tanto per cambiare, a LA è più importante il risultato del singolo giocatore piuttosto che quello di squadra.
I Lakers poi si ritrovano senza scelta nel 2018 e con alcuni contratti pesanti sulla gobba; in compenso hanno già disponibili 50 milioni circa di spazio salariale a luglio, tanta roba in un’estate che si prospetta con molti free agent e pochissimo spazio salariale disponibile.
La strategia di Magic Johnson e di Rob Palinka sembra quella di puntare all’accoppiata di due stelle, ma a questo scopo i 50 milioni non sono sufficienti e devono liberarne almeno altri 15. Scontata a questo punto la rinuncia a Julius Randle che sarà RFA, come il nostro
, ma per arrivare a creare lo spazio salariale diventa indispensabile piazzare Jordan Clarkson e Larry Nance jr visto che sarà praticamente impossibile sbolognare Luol Deng ed i suoi residui 2 anni a 37 milioni totali.
Pertanto la strategia di Magic potrebbe essere quella di cercare di scambiare fin da subito salvando il salvabile, Randle, Clarkson e Nance Jr, creando ulteriori 15 milioni di spazio salariale ed usare la Stretch Provision su Deng, rinunciando alle sue prestazioni e spalmando il contratto su cinque anni.
Praticamente per mettersi nelle condizioni di puntare la Free Agency Magic dovrà rinunciare alle prime scelte 2014 e 2015, dopo D’Angelo Russell anche Julius Randle e pagare a caro prezzo lo smontare le scellerate manovre degli ultimi anni.
Poi a Luglio i target principali saranno LeBron James e Paul George e l’esito della caccia molto incerto; ma siamo poi sicuri che con due big ed il nucleo di giovani, i Lakers possano effettivamente catapultarsi al vertice dell’NBA? Qualche dubbio personalmente ce l’ho.
Ma del futuro c’è tempo a parlarne, ed è meglio tornare alla stagione in corso, e perché per noi è così importante la situazione salariale dei Lakers? Ovviamente perché abbiamo la loro pick al Draft 2018, sempre che questa cada tra il secondo ed il quinto ordine di scelta, zona in cui sta stazionando la franchigia, che alla luce di quanto sopra potrebbe con l’uscita di Randle, Clarkson e Nance Jr affrontare gli ultimi 2 mesi della stagione con un roster assai più debole dell’attuale, rimanendo nella zona 2-5 ed alimentando i nostri sogni di poter approfittare anche quest’anno di una scelta pregiata.
3) LA Clippers
Altra situazione complicata (e per noi interessante) è quella dei Clippers, dove il nostro ex-coach Doc Rivers, non ha dimostrato di essere così abile nel doppio ruolo di coach e GM. Le scelte fatte negli ultimi anni hanno ingessato la franchigia ed oggi si trova “in the middle” nella peggior situazione per una squadra NBA, con un gruppo di giocatori che può garantire un accesso ai playoff, ma senza la possibilità né di ambire a qualcosa di più né di poter ricostruire razionalmente.
I Clippers si trovano anche ai confini della Luxury Zone, non hanno margini di manovra ed hanno DeAndre Jordan e Lou Williams in scadenza a luglio; ammesso e non concesso che i due giocatori siano disponibili al rinnovo, la firma di entrambi porterebbe il monte salari in zona Luxury, pur rimanendo una squadra mediocre dopo aver firmato a luglio il rinnovo di Blake Griffin e Danilo Gallinari, giocatori soggetti ad infortunarsi sovente e che occupano gran parte del CAP.
Quindi una possibilità concreta, visto l’andamento della stagione, è quella di provare a scambiare da subito DeAndre Jordan e Lou Williams, autore quest’ultimo di un’ottima stagione e candidato al premio di sesto uomo dell’anno; per Jordan i rumor danno un interesse concreto di Cleveland che metterebbe sul piatto Tristan Thompson.
Ma se i Clippers rinunciano a Jordan e/o Williams il segnale di smobilitazione sarebbe chiaro ed a quel punto probabilmente potremmo anche assistere a qualche scambio clamoroso; ma è uno scenario plausibile a LA? Rivers che se ne andò da Boston perché non voleva affrontare la ricostruzione sarà d’accordo? Quali scelte farà il nuovo GM Dave Wohl? Vedremo, intanto la razionalità porterebbe alla ricostruzione, ed il primo rumor fantasioso è quello di un blockbuster deal con Minnesota che coinvolgerebbe Griffin e Towns, fantamercato, ma da queste parti converrà tenere le antenne dritte perché tutto è possibile.
E le loro decisioni sono per noi molto importanti in quanto i Celtics hanno la loro scelta 2019 o 2020 sempre che rimangano in zona Playoff; quindi un’aurea mediocritas, una permanenza “in the middle” è quello che dobbiamo augurarci per avere una scelta non pregiatissima ma pur sempre assai utile.
4) Memphis Grizzlies
Mercato tra i più poveri dell’NBA, Memphis è rimasta costantemente al vertice negli ultimi anni, ma ora non è più competitiva ed è di fronte alla decisione di smontare il giocattolo ed avviare la ricostruzione; il pulsante non sembra ancora pronto per essere premuto, ma qualche manovra di alleggerimento è assai probabile; il primo indiziato è Ben McLemore, guardia di rotazione a cui è stata data la MLE da 5.4 milioni. Altro giocatore che potrebbe portare qualche asset è Tyreke Evans, in scadenza di contratto a luglio, autore di un’eccellente stagione con 20 punti di media con oltre il 40% al tiro da tre ed il 50% da due.
Difficile immaginare un rinnovo in estate per Tyreke che oggi ha un salario di soli 3.3 milioni e potrebbe essere il pezzo pregiato degli ultimi giorni prima della Dead Line, giocatore funzionale a qualche Contender che ha bisogno di rinforzare la second unit.
E poi ci sono Mark Gasol e Mike Conley; assai difficile che vi possano essere trattative concrete per questi due giocatori, visto il livello dei contratti, assai più probabile che possano essere scambiati in estate, ma tutto può succedere. Mentre nessuno può avere interesse per Chandler Parson ed i suoi 24 milioni all’anno di salario.
Ma una cosa ostacola la ricostruzione dei Grizzlies; i Celtics, grazie alla cessione di Jeff Green, hanno la scelta Memphis del 2019 protetta 1-8 che poi diventa protetta 1-6 nel 2020 e senza protezioni nel 2021; al momento è difficilissimo immaginare Memphis tornare in zona playoff entro 3 o 4 anni ed è assai probabile che questa scelta sia estremamente interessante per la nostra franchigia, quindi se mentre per i Clippers auspichiamo una vita agiata ma non troppo, per i Grizzlies dobbiamo auspicare una radicale ricostruzione che ci porti magari nel 2021 ad una scelta pregiatissima.
5) Le Venditrici
Partendo dal fondo, è chiaro l’intento di ricostruzione di Atlanta, ed è chiaro quindi che a fronte di modeste asset, possano uscire giocatori non funzionali al progetto come Marco Belinelli ed Ersan Ilyasova; per chi li vorrà potrà essere sufficiente una seconda scelta.
Le altre possibili venditrici sono Orlando che ha alcuni pezzi pregiati ma di cui potrebbe privarsi a fronte di offerte sostanziose (Evan Fournier e Nikola Vucevic), Chicago che cercherà di piazzare Nikola Mirotic, incompatibile con l’ambiente dopo la zuffa con Bobby Portis,; Detroit, Utah e Portland sarebbero le pretendenti, e poi Charlotte che sembra aver messo sul mercato il deludente Nikolas Batum, contratto di altri 3 anni da 25 milioni/anno e Marvin Williams altri due anni da 14 milioni/anno; impresa non facile quella per Rich Cho; ed infine Miami la cui stagione sta andando al di la delle aspettative ma potrebbe essere condizionata dal grave infortunio a Dion Waiters ed la programmazione futura potrebbe essere condizionata dai pesanti contratti di James e Tyler Johnson e di Hassan Whiteside; Pat Riley potrebbe cercare di alleggerirsi pesantemente per poter la prossima estate fare quello che meglio sa fare, cioè attrarre free agent grazie al suo carisma e soprattutto all’appeal ed al clima di Miami; possibile che nelle prossime settimane gli Heat possano essere molto attivi sul mercato.
Bene, per questa puntata è tutto, nelle prossime ci dedicheremo maggiormente ai rumor, alle franchigie “compratrici” e a qualche anticipazione su cosa potrà succedere in estate in attesa che l’attualità in prossimità della dead line prenda il sopravvento.
Luca Greenpride(iamaceltic)