Piero, spero veramente che, con tutto l'organico a disposizione, non assisteremo più a spezzoni di 6/7 minuti di fila di completo black out offensivo.
Un po' per il ritorno di Kyrie e Gordon ed un po' perché Tatum deve rendersi conto che può fare quello che vuole. Già con qualche Kg in più... Mamma mia cosa diventa!

Però 2 cose mi hanno sorpreso:
1) come dici tu, perché Stevens non gli ha fatto cambiare gioco?
2) Brown è diventato completamente passivo dal punto di vista della penetrazioni. Perché? Spero non si sia fatto intimorire dalle stoppate di Korver

D'Antoni anche ai Suns aveva prodotto grandi RS per poi squagliarsi ai PO.

Sul resto possiamo trovare alcuni punti in comune, ma su questa affermazione no. Sono stato un discreto cultore di quella squadra e l'ho seguita tanto, insieme ad un amico, ci scrissi anche un paio di articoli pensa un po'. Non è vero che si sciolsero ai playoff, anzi arrivarono a giocarsi l'accesso alle finals, ed almeno in un'occasione erano la squadra più forte del lotto e col gioco migliore. Persero anche per altri fattori estranei al gioco, come quella famosa squalifica di Diaw e Stoudemire per il gestaccio/fallacio/provocazione di Horry su Nash che modificò, purtroppo per loro, la serie. Me la ricordo ancora quella surreale partita post squalifiche, con gli Spurs che non potevano credere alla resilienaza di quella squadra fatta da 6 giocatori e non esattamente tutte delle star. Alla fine vinsero di 3 o 4 punti, ma restò ugualmente la sensazione che la magia una volta tanto non era nel Texas. Non contiamo poi che la squadra era costruita con gli scarti delle altre squadre, basti pensare a Bell o Thomas che non erano esattamente le prime scelte degli altri GM .

Non voglio fare il professorino Piero, sia chiaro, ma nemmeno rinnegare quello che è scritto nella storia.

Poi :... non stiamo scrivendo di disciplinari di produzione, stiamo scrivendo di spettacolo... qualcosa che va oltre l'ovvietà del presupposto del rispetto delle regole (anche se poi se andiamo a contare i passi di Harden... sarebbero regole), dissertiamo oziosamente sulla valenza del termine pallacanestro e della sua estensione a quel tipo di gioco praticato dalla banda D'Antoni.
Mi spiego meglio: è possibile considerare Pallacanestro quel gioco che mira soltanto ad arrivare 80 volte a tenere per 10 secondi il palleggino tra le gambe per poi scoccare un tiro in stepback con passi non fischiati?
So che non stiamo discutendo di regolamenti, infatti avevo premesso di aver compreso l'iperbole insita nella dicitura "non è basket", ma era solo per mettere i puntini sulle i (forse inutilmente).

Se questo fosse il gioco, io alla terza azione ho già cambiato aria... (non ho la TV quindi non posso scrivere che ho cambiato canale) e se tutte le squadre praticassero quel gioco io non rinnoverei il League Pass.
Infatti non ho scritto che tutti debbano giocare così, né per considerazioni estetiche né perché sia il metodo più efficace per vincere, poiché, come detto, non amo l'omogeneizzazione e poiché non credo che la vittoria dipenda esclusivamente dallo stile di gioco (ci torno dopo).

Quindi condivido i TIMORI di Cristiano circa le considerazioni estetiche e mi beo del tuo personale apprezzamento per il gioco di D'Antoni in maniera da preservare quella che tu efficacemente chiami biodiversità.
Ben venga.
Io non apprezzo molto il gioco dei Rockets, dal punto di vista estetico, e credo che Zio Trifoglio, in uno dei suoi post, ne abbia fotografato perfettamente le spigolature più indigeste.

Però, mi sfugge l'eccellenza dello staff tecnico di Houston. Quindi sarò miope, prima ancora che presuntuoso.
Fuori dalle interpretazioni dogmatiche, in questo caso, è proprio l'assenza di varietà e creatività nel gioco di D'Antoni ( direi anche la mancanza di profondità nell'analisi del gioco) che mi rende indigesto quel suo sport individualistico, selvatico, quel suo sport dello isolamento autarchico.
Secondo me è necessario distinguere tra il gioco di D'Antoni e il gioco dei Rockets. Ogni allenatore deve adattare il suo credo tattico al personale di cui dispone. Se Houston ha un efficacissimo giocatore d'isolamenti, mi sembra corretto puntare su questo suo punto di forza, dandogli la palla in mano e aprendogli il campo, con tre tiratori e un lungo abilissimo nel roll. In soldoni, non credo che questi Rockets avrebbero potuto ottenere risultati migliori giocando in modo diverso. I Suns, che avevano un portatore di palla con caratteristiche diverse da Harden, non giocavano esattamente così, anche se ovviamente vi sono dei tratti comuni.
Per quanto riguarda il giudizio complessivo su D'Antoni, io gli riconosco di aver anticipato alcune tendenze e alcuni accorgimenti tattici che oggi, variamente coniugati, vanno per la maggiore. Non solo il ricorso accentuato al tiro da tre, ma anche, per esempio, l'ingresso veloce nell'azione, per evitare lo schieramento delle difese avversarie. C'è stato un periodo in cui gli attacchi Nba si articolavano troppo spesso con hero ball o palla in post, senza muovere minimamente la difesa avversaria.
Poi D'Antoni, come tutti gli allenatori, ha i suoi difetti.

lasciate perdere d'antoni ma la saga di colangelo e dei suoi accounti twiter?

Da quando se n'è andato Hinkie, non ne han fatta una giusta.

ma la saga di colangelo e dei suoi accounti twiter?

Uomo e allenatore di notevole brillantezza.

Si tutto vero, ma continuo a preferire Stevens.