Questa "cosa" rigurda ormai quasi tutti gli sport di squadra...ma purtroppo bisogna accettarla, gli interessi economici e pubblicitari degli sponsors che stanno dietro ai giocatori, i soldi ed il merchandising che smuovono questi giocatori valgono più di ogni altra cosa.
Al di la del desiderio di un giocatore di fama di vincere con relativa sicurezza o a volte addirittura facilità.
Sono della vecchia scuola.....non mi piace questa cosa...ma ormai è cosi !!

Non ne faccio una questione di giocatori bandiera, anche se è un concetto che mi piace, ne faccio una questione ......di palle.
Ha preferito una franchigia GIA' vincente, la franchigia di un altro (Curry) anziché scommettere su se stesso e sulle sue qualità per crearne una sua, dove avrebbe vinto comunque, guadagnato di più, e sarebbe stato il simbolo di squadra e città. E non parlo solo per Boston, perchè avrebbe potuto andare anche a Washington se non mi sbaglio (dov'è nato per giunta) e sarebbe stato lo stesso.
Sta cosa la dice lunga sul carattere, sulla personalità di un giocatore.
Lui ha tutto il diritto di scegliere la sua strada, il tifoso, di dire che è una scelta di comodo che lo fa scadere.
Uno così non entrerà mai nel mio cuore.
Durant...CAGHINA!

Grazie!
Stavo proprio pensando a John Stockton quando ho risposto a Luca.
Sentire dai media che è stato uno dei più grandi "a non aver mai vinto" o i "però non ha nemmeno un anello"... come se questo sminuisse quello che Stockton è stato per il basket è qualcosa che toglie la poesia che dovrebbe esserci nello sport.

Noi tifosi la vediamo dal punto di vista "giocatore".
Questi rispetto a quelli di una volta non sono più solo "giocatori", per quanto gente come Durant e LeBron siano forti come giocatori, sono praticamente piú delle aziende.
Dal punto di vista "giocatore" la scelta di andare a Gsw = penoso.
Dal punto di vista del business = geniale.

E considera una cosa, se ascolti i media nazionali negli USA, quando è passato da OKC a GSW le critiche erano un sacco, ora dopo 2 anelli e 2 MVP le critiche sono quasi sparite.
Nel frattempo lui incassa...

Io solo il tifoso posso fare, e quello faccio
Per quanto riguarda i media usa, dico che ci vorrebbe un po' di coerenza. Se era criticabile illo tempore, lo è anche ora, se non lo è, non doveva esserlo al tempo. Delle due, l'una.
Poi, io ragiono con la mia testa, i media dicano pure quel che gli pare;
MVP anelli e quant'altro non cancellano la scelta di comodo, tanto legittima, quanto ......da uomo piccolo piccolo.
Per quanto riguarda il suo business personale (quindi sponsor etc) pensi che a Boston si sarebbe venduto meno bene? Pensi che avrebbe avuto meno introiti in una città che vive di sport più di qualunque altra?

Ma ci pensate cosa sarebbe successo se Durant avesse scelto i Celtics?

La squadra più vincente della lega, con uno dei mercati economici più importanti del paese per lo sport (il quarto secondo Forbes), con tutto quello che sarebbe scaturito. Di certo sarebbe esploso un interesse immenso intorno a Celtics e Durant, con quest'ultimo che avrebbe avuto un'esposizione inimmaginabile ed un profilo perfetto dal punto di vista della "vendibilità", non essendo UNO DEI giocatori di quella squadra, ma IL giocatore della squadra. Avrebbe ottenuto un impatto mediatico neanche comparabile all'attuale, seppur notevole, ma forzatamente condiviso con gli altri. Poteva nascere una cosa molto simile a quella di Garnett nel 2007, col suo 5 che ce lo siamo ritrovati ovunque, anche nelle patatine (non scherzo).

Poi dal punto di vista delle vittorie sarebbe stato tutto da verificare, ma non si dica che Boston non è un mercato appetibile e/o secondario, perché si sta mentendo.

Coerenza da parte dei media (USA o in generale) .... un'utopia


Non era inteso come "i media americani dicono così, quindi devi pensarla così" oppure che abbiano ragione loro.
È solo un dato di fatto di quello che è successo di là. La popolazione là si basa molto su quello che sente dai media, quindi influisce dal punto di vista del marketing.



Su questo non sono d'accordo.
Per me non si può definire un campione assoluto come giocatore, ma piccolo come uomo.
Al massimo potrei dire che è un giocatore fortissimo, ma non è un campione assoluto perché gli manca quella parte di grinta di voler vincere contro tutto e tutti.

Come uomo non lo giudico piccolo, perché non credo stia a me giudicare come uno decida di pagarsi le bollette, soprattutto in virtù del fatto che fino ad ora risulta che abbia fatto tutto nel rispetto delle regole e senza fare male a nessuno.

Jason Kidd è stato un gran campione come giocatore, però poi a casa picchiava la moglie. Quello è un uomo piccolo piccolo.



Sarebbe piaciuto anche a me vederlo in verde a Boston (come tifoso), però alla tua domanda non saprei rispondere.... altrimenti sarei andato a fare il consulente per KD

Deep nessuno dice che Boston non sia un mercato appetibile dal punto di vista sportivo.
Non so le valutazioni economiche di chi gli ha consigliato di andare a Gsw o comunque ha avallato la scelta.

Non per nulla la scelta finale è stata proprio fra Boston e Gsw, purtroppo proprio a favore degli ultimi.

Ma se guardi le varie classifiche di Forbes vedrai che le prime squadre attualmente sono NYK, Lakers, Gsw, Chicago e Boston.
NY ha un bacino di tifosi che nella sola città, nonostante i risultati, eclissa qualsiasi città singola degli USA.
Chicago è una città grossa. Los Angels anche e poi Hollywood e le sue star...
Figuriamoci che per aumentare il clamore dell'arrivo di LeBron a Los Angeles è stato detto che sono state vendute 5 volte più magliette rispetto quando era tornato a Cleveland. Grazie, solo LA ha 7 volte gli abitanti di Cleveland.

Boston è molto legata al fatto che nel New England lo sport è come una religione.

Golden State cosa ci fa lì in mezzo visto che viene da una "cittadina"? Perché vince.
La sua scelta sarà stata dettata più da quello, non saprei.

Ma come ho risposto a Luca, non conosco le leve economiche di una scelta rispetto all'altra. Di certo la maggior sicurezza di vittoria gli permette di cementare il suo marchio nel lungo termine.

Non devi mica essere d'accordo per forza, ci mancherebbe.
Giudicalo pure come ti pare.
Per me è un super campione tecicamente, senza le palle che un campione così dovrebbe avere.Questo intendevo per uomo piccolo piccolo, e lo confermo.
NON GIUDICO LUI, MA LA SCELTA CHE HA FATTO.
Kidd picchiava la moglie? Uno così non è neanche un uomo.

A me proprio questo fa paura e mi da fastidio, secondo me è la via che fa perdere fascino alla NBA.
Oléééé, tutti amici di tutti e pieni di soldi di sponsor... quindi ammucchiate di giocatoroni in massimo 3/4 squadre, non di più. Poi tutte le altre a cazzeggiare sicure che anche solo per arrivare alle Finals serve l'allineamento di tutti i pianeti, con probabilità prossime allo zero.
Mi preoccupa che ormai il cap ha perso di valore, squadre che sottopagano all-star mentre altre hanno spazio salariale da usare ma nessun giocatore di spessore che riescono attrarre.
Un all-star nel suo prime che guadagna quanto un rookie e poi dall'altro lato una squadra come Sacto che ha soldi a palate da investire ma nessun giocatore decente da prendere... e allora via a offrire a destra e a sinistra 20 milioni a ogni FA disponibile

Guarda sfondi una porta aperta sull'argomento.

Il mio ragionamento di prima è solo legato al fatto che non mi sento di criticare l'uomo la scelta personale di lavoro.
Dal punto di vista del tifoso critico la scelta del giocatore.

E non mi piace nemmeno quello che la lega sta diventando, ma il problema è anche il fatto che l'ultimo "contratto collettivo" che hanno firmato, l'hanno firmato entrambe le parti e vorrei capire che ragionamenti hanno fatto.
Anche per me l'NBA sta perdendo fascino per i motivi che hai detto anche tu sopra e secondo me anche per il cambio delle regole di gioco che stanno facendo diventare anche le partite normali una sorta di all star game continuo...

Ma anche qui.... Il fatturato globale aumenta e noi nostalgici cosa possiamo farci?

Usciamo dal discorso critica, simpatia ed antipatia, e restiamo ai fatti. Proviamo ad essere oggettivi.

Da una parte aveva un progetto di una franchigia importante, che lo avrebbe visto come centro di gravità permanente.
Numero uno indiscusso di una squadra con chance di titolo (poi abbiamo visto quanto reali) e possibilità di creare un ciclo prospero e fruttuoso di cui sarebbe stato il principale artefice ed assoluto protagonista.

Dall'altra c'era un progetto già costruito, di una squadra già vincente, e soprattutto che aveva già ampiamente dimostrato di esserlo senza di lui.

Fra il vado dove IO POSSO FAR VINCERE, ed il vado dove POSSONO FARMI VINCERE "FACILE", ha scelto quest'ultima.

I fatti sono questi e, del campione come dell'uomo, dicono molto del carattere, della personalità, della voglia/coraggio di raccogliere un tipo di sfida piuttosto che un'altro, di assumersi un tipo di responsabilità piuttosto che un'altro, di far fronte ad un carico di pressione piuttosto che un'altro etc. etc. etc.

Luca non sono in disaccordo con te sulla descrizione di quanto è successo e nemmeno su diverse opinioni espresse da te o da altri nei messaggi precedenti.
Penso che ci siamo più che altro incartati sul significato che attribuiamo ai termini giocatore/sportivo/campione/uomo.

Ma Irving e hayward quando saranno abili e arruolati pronti a scendere in campo?

Lo chiedo qui perché il titolo è "...futuro celtics".. e l'argomento mi preme..

Quanto a durant lo sa anche lui che il mondo sportivo non lo reputa un cuor di Leone ma solo un grande giocatore unicamente in campo.
Probabilmente proverà in futuro a vincere in una franchigia più debole
E non riuscirà.

Come diceva Manzoni uno il coraggio non se lo può dare...