Non se ne può più, davvero, con tutto quello che ho letto in questi giorni, da tifosi Celtics non da altri tifosi, con augurio di season ending o peggio career ending, il mondo sta diventando un posto sempre più arido.

È la madre dei cretini che fa gli straordinari...

Non sarebbe un discorso di libertà nel poterlo fare, ma di strategia concordata e condivisa ad inizio stagione con tutto lo staff tecico.
Cerco una motivazione, per quanto assurda, alle tante volte in cui si è deciso di rinunciare, o far raffreddare in panca, il giocatore più incisivo (a volte anche + giocatori alla volta).

beh insomma dai Luca, non puoi non essere nel giusto, direi che è più che evidente che c'è un piano studiato a tavolino per cui si è messo in preventivo di perderne più di quanto si potrebbe evitare al fine di dare minuti a tutti , ognuno per le sue ragioni ed anche per arrivare ai PO in freschezza

peccato che il piano (generale) non stia funzionando perchè la squadra non gioca bene e perde troppo spesso quidni ci si agura un cambio di rotta...bisogna vedere cosa pensano Ainge e Stevens, ma da quel che ho visto, si va avanti così con fede cieca nel progetto

spero che i PO gli diano ragione perchè ad oggi abbiamo tifosi inavolati neri e squadra completamente scollata

Si esatto è questo il punto. E' palese e lo avevate notato già voi in precedenza che c'è un piano dietro ai minutaggi. Posso capire che sia per arrivare freschi, ma no che vedo partite da +28 perse in doppia cifra, perchè allora visto che non funziona gioca solo chi merita dai 30 minuti in su. Gli altri si accomodano in panchina. Sono tuttoa convinto che i PO saranno un'altra cosa e che per quanto il gruppo sia diviso, per l'obbiettivo faremo squadra e risultati. Saremo più freschi degli altri. Di sicuro a fine stagione cambieranno tante cose. E Kirye per quanti difetti abbia ha dimostrato che quando è in campo porta benefici al risultati, certa gente molto meno.

Ovviamente non sono neanche da prendere in considerazione quei pseudo "tifosi" che sono contenti dell'infortunio di irving sperando che la sua stagione fosse finita. A mneo che non siano contenti di non avere chance per arrivare alle Finals. Sarò smentito magari, ma Kirye sarà decisivo nei PO e dovranno stare zitti

Doc Rivers knows it’s not as easy as it looks for talented young Celtics


Doc Rivers was not among those people.

The Clipper (and former Celtic) coach on this cold Saturday morning was sitting on the scorer’s table across the court from a Reggie Lewis banner in the old gym where Northeastern used to play its games. He was talking about the Celtic pride reboot he and Danny Ainge had presided over when the latter hired him as coach in 2004. Then he looked to the present edition of the Shamrock AC.


“They have great culture,” Rivers said before preparing his team to meet the Celts in the evening. “It started back then, and it’s maintained. I mean, Brad does a great job with that. And now they have so many players, and that’s hard.”

With that, Doc dug into the issue that’s perhaps been most responsible for the 2018-19 Celtics not meeting even their own expectations — yet.

“People think that’s easy. Like, it’s hard,” Rivers said. “That is hard. I remember Coach K (Mike Krzyzewski) when I was at Duke watching (son) Austin play, he always talked about the separators. He said, ‘You know, what we really want is him to separate from everyone else, so we know. And then the next guy to separate from everyone else.’

“But when you have eight of those guys … You know, Kyrie obviously is the separator. But then everyone else in what line, and then you’ve got to get them to buy into that, and that’s hard, man. That’s hard. The fan thinks, well, they should all do it because they all want to win a title. They do want to win a title, but each guy thinks doing it the way he’s doing it is the reason you’re going to win a title. So it’s not as easy as it sounds. It’s very hard.”

Where Irving had to walk back some of his comments critical of the Celts’ younger players, Rivers laid out the issue in a basic, non-specific form.

“You’ve got to get them to play their roles, and young guys and roles don’t match,” he said. “Every young guy that comes in was probably an All-American, was probably the guy at his college. We told Al (Jefferson) he was the offensive player, and we told Perk (Kendrick Perkins) he was the defensive player, and Perk was like, ‘What the hell are you talking about? I scored 30 a game in high school.’ And we were like, yes, and now you’re a picker and you’re a roller. And it took Perk a while, I would say four years, to really like accept that role, and that’s hard.

“Everybody has All-Star dreams on their mind, where, as a coach, you only have winning. That’s your only goal. So you hope they make all that, but you really don’t care. You want them to learn how to win. And so I think Brad’s doing a great job. He’s teaching them how to win, and all the other stuff comes. But you’ve got to convince them that winning first, then everything else, you get. You don’t make All-Star first and everything else, you get. It’s usually winning first. That’s the order it should be in.”

Rivers is fully cognizant of the human nature at play here, too.

“They’re trying to establish themselves,” he said. “They’re trying to make who they are. I remember Perk and Al and (Rajon) Rondo, early on I used to think they played harder against each other in practice. And then once the minutes were established in the game, then they were cool. Like, no, that’s the opponent. We can’t be our own opponent. But it is not an easy task.”

The Celtics got some clear separation on their roster when Ainge traded for Kevin Garnett and Ray Allen in the 2007 offseason. But there was still the matter of getting those stars and Paul Pierce to harmonize. But with each having already gained the individual honors, they understood the larger picture.

“That could have been hard, but from the day they walked in…,” Rivers said. “Now, it was up to them to buy in, and they were at the point in their careers — and it’s where like Gordon (Hayward) is and it’s where Kyrie is right now — they’re at winning time. Everybody else is still at winning time, but they have other things they want to establish.”

Looking back at those ready to sacrifice, Rivers said, “(Al) Horford, he may be the poster child of it. He may be the poster child of ‘team.’ He’s on another level.”

The Celtics were stuck largely in the past when Ainge, a year into the job as head of basketball operations, brought in Rivers.

“When I took the job here, the first thing Danny and I talked about is how could we build a different culture than what was established,” Doc said. “And it was tough, because you were coming to a veteran franchise that had won, but had won years ago. We both felt like you can’t live on that. You know, every answer can’t be ‘that’s what we’ve always done.’

“When I went to the Clippers, we had an established group already, but the culture sucked. And that was harder, because the problem is you had a good team, but it was not a great culture. Now we’re trying to do it the way we want to do it.”

Ainge and the new Celtic ownership that hired him have built on the club’s storied tradition. Now, according to Rivers, it’s up to the present population to figure out how to write its own chapter.

bulpett, boston herald.

mi sembra ormai sia chiaro che per tutta la rs i celtics saranno questi, purtroppo certi equilibri, tattici e nelle gerarchie di campo, di rapporti interpersonali, non sono stati raggiunti e ne paghiamo le conseguenze, come spiega bene il doc rivers nell'articolo di cui sopra, troppi galli nel pollaio.

la speranza è che ai po i ragazzi possano fare quello step che finora non hanno fatto, una volta resisi conto che per più d'uno di loro potrebbe essere il capolinea, insomma si spera che tutti possano remare dalla stessa parte, ma ci credo il giusto.

ad ainge cosa rimproverare, nel momento in cui si rompono irving ed hayward?non molto...molti dicono che doveva sfoltire... lo dicono ora, col senno di poi, ma rozier era ed è l'assicurazione su irving per problemi fisici ed eventuali ripensamenti sul contratto, uguale morris, era l'assicurazione su hayward, indi siamo alle solite, giudicare postumamente è esercizio diialettico facile e comodo e non molto costruttivo se fatto in modo malsano.

ugualmente mi chiedo cosa rimproverare a stevens?per me bene fa a coinvolgere tutti e non ammazzare il giocatore di turno in scarsa forma(specie se questo giocatore è l'hayward, il brown o il rozier di turno)

avesse optato per rotazioni più corte immagino che ci sarebbero stati ancor più problemi di spogliatoio, altrochè.

ora ci guardiamo il fine stagione e i po con la consapevolezza che purtroppo con ogni probabilità non saremo la reginetta del ballo, i po faranno da spartiacque, nel senso che daranno quelle risposte che a noi servono per capire quale strada seguire.

il piano primario penso sia ormai chiaro, davis irving, anche se in questo talentuoso duo non spicca quel celtic pride che a noi piace tanto, penso sia la strada più facile per poter ambire a una squadra da titolo.anche se permangono perplessità su tenuta fisica dei due e sulla loro capacità di essere un leader in campo, che non vuol dire fare più punti di tutti o mettere numeri importanti(un leader alla horford)

se puntiamo invece sui giovani(esempio davis non arriva e irving saluta) diventa tutto molto più in divenire e nebuloso, posto che penso che ainge non si farà trovare impreparato, me lo auguro, sono molto curioso di vedere cosa succederà la prossima estate, chiaramente come detto i po faranno da cartina tornasole.

e non so perchè, ma ho questo sentore che possa venire durant da noi, che non ha molto senso, probabile sia solo il mio inconscio che lo vuole ancora...però dopo aver letto bernardoni delirare di fanta team...comunque è un po' che penso a durant ai celtics, con scenari rivoluzionari post implosione celtics(dopo eventuali po deludenti...)

e per finire venghino signori e signore che io dopo il doppio ko con le due losangeline, nonostante un buon record nelle mie aperture, passo per un po' volentieri la mano ad altri amici del forum.

Al tempo scelse vie meno impervie verso la vittoria.
Sebbene gli anelli siano nel frattempo arrivati, temo che playoff deludenti od implosioni, non siano gli scenari migliori per l'arrivo di uno come Durant.

Ma sai che di KD a Boston in estate ne aveva parlato anche Chris Broussard un paio di mesi fa?
Ed aveva messo il dubbio anche a me.

Durant e

dalla panca




Molto probabilmente firmerei ora.

Probabilmente pure io.

....ma lui?

Io no..preferisco la coppia Davis Irving