Proprio stamattina leggo un commento salace di Austin Rivers sul paiazzo:

https://sport.sky.it/nba/2020/06/14/nba ... ams-howard

l'osservazione che inchioda il "clown da parquet" che fa il paio con la tua domanda è:

Rivers: "Si può sia giocare che aiutare il cambiamento, le due cose non si escludono"

LE GIOVANI STELLE NBA VOGLIONO UN’ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI A ORLANDO

La ripresa della stagione a Orlando potrebbe comportare più infortuni del previsto dopo lo stop forzato di marzo.

Come riporta Adrian Wojnarowski tramite il suo canale Twitter, nelle scorse ore alcune delle giovani star NBA hanno presenziato ad una call con la National Basketball Players Association per discutere della creazione di polizze assicurative-finanziarie.

Tali assicurazioni coprirebbero gli atleti dal rischio di infortuni potenzialmente letali a causa della ripresa della stagione al Walt Disney World Resort a Orlando verso la fine di luglio.

Bam Adebayo, De’Aaron Fox, Kyle Kuzma, Donovan Mitchell e Jayson Tatum – tutti e cinque in attesa di veder realizzate le loro estensioni dopo lo scale rookie contract – hanno partecipato alla call con Michele Roberts, direttrice della NBPA.

È chiaro che questo nuovo tassello, si aggiunge ai numerosi dettagli che NBA e l’associazione giocatori devono cercare di limare per riprendere la stagione lasciandosi alle spalle ogni dubbio.

Dopo alcuni pareri contrari arrivati dagli stessi giocatori sulla ripresa delle operazioni, la NBPA starebbe lavorando insieme alla lega per l’introduzione di una disposizione che consentirebbe ai giocatori di rinunciare – se lo desiderano – a partecipare al riavvio del campionato.

È chiaro che l’atleta in questione perderebbe il suo stipendio per il resto della stagione.


Comprendo perfettamente la situazione, estremamente delicata, sono in ballo decine di milioni di dollari e chiaramente sui soldi non si scherza, considerando i ritmi di allenamento e i sacrifici alla vita privata che comporta il fatto di essere un atleta professionista.

Dall'altra parte mi pare che questi baldi giovani non si rendano perfettamente conto del fatto che guadagnano quello che guadagnano giocando a basket e forse una cosa del genere non sarebbe mai balenata nella testa a giocatori come, per fare un paio di nomi, Larry Bird o John Stockton.

Non riesco a condannare Tatum & Co. per aver sollevato questa richiesta ma allo stesso tempo osservo come siano cambiati i tempi, le prospettive e l'approccio dei giocatori professionisti.

Si è persa un po' di poesia.

Ah beh, questo mi sembra palese e non da oggi purtroppo. Molto meno sport e molto più business, ed in quest'ottica, le richieste sono una normale conseguenza.

Questi ragazzi considerano la pallacanestro soprattutto, se non solo, un lavoro, anzi per molti di loro non so neanche se amino fino in fondo questo sport. Diciamo che questa tendenza al disamore negli ultimi 10-15 anni si è sempre più consolidata, in favore di un massiccio spostamento verso il lato economico e professionale del gioco. La poesia è man mano sparita proprio perché l'amore dei giocatori per questo sport è cambiato.

Una sola immagine di giocatori bianchi e neri abbracciati prima dell'inizio partita, od inginocchiati e col pugno alzato, farebbero il giro del mondo ed attirerebbero attenzioni che dieci "serrate" non sarebbero in grado di fare.
Le farneticazioni di Irving hanno ben altri scopi.

Nemmeno io riesco a condannarlo. Sinceramente.
Altrettanto onestamente però, è giusto rilevare come ad oggi abbia guadagnato una ventina di milioni di dollari giocando a basket, una cifra che dovrebbe permettergli di guardare al futuro con........ "discreto ottimismo"
Inoltre mi pare ci sia tutto il tempo davanti per prepararsi adeguatamente, e che negli USA non sia vietato dalla legge farsi un'assicurazione per i cavoli propri.
Poi oh, liberi di scegliere di non giocare eh, ci mancherebbe.
Abbiamo un sacco di striscioni "ANDRÀ TUTTO BENE" piuttosto che "IO RESTO A CASA" che potremmo riciclare e spedire loro per l'occasione.....

Sì infatti sarebbe un gran segnale se tutti, indistintamente dal colore della pelle, si unissero nel manifestare unità di intenti e vicinanza alla casua. Però la situazione è molto delicata, stanotte un nuovo omicidio della polizia rischia di infiammare ancora di più gli animi, non so davvero dove arriveranno queste proteste e qual'è la soglia di stupidità umana che può esistere su questo pianeta.

Su Irving, bah non ne parlo neanche, non mi interessa davvero nulla del suo "pensiero", virgolette dovute. Penso che chi non vuole scendere in campo sia libero di farlo, stia a casa e non venga punito se non decurtato nello stipendio è ovvio, ma non passi però come un novello Gandhi ma come uno che si è preso un periodo di aspettativa dal suo lavoro, vogliono che sia un lavoro, vediamolo così allora. Poi tutto questo parlare di assicurazioni e garanzie, non capisco perché viste le discrete cifre guadagnate, una piccola parte di quegli introiti non vengano dirottati su una personale e via a pattinare felici? Ma si sa, noi siamo delle menti semplici.

Forse si è passati veramente troppo da un lato all'altro.
Si è passati a lasciare a piede libero gente come Laimbeer al tutelare troppo i giocatori, sia in campo sia fuori.

Prima di tutto sono atleti professionisti e sarebbe dovuto essere loro compito comunque impegnarsi per mantenere al meglio delle proprie possibilità la loro condizione atletica.
Anzi mi stupisce il fatto che questi atleti non hanno in casa la strumentazione necessaria per poter fare comunque decente potenziamento muscolare e del cardio.
In termini minimalistici stiamo parlando di pesi di ghisa, una panchetta, un rack e una corda... non un investimento mostruoso.

Secondo punto, solitamente i contratti dovrebbero essere una mediazione equa tra società e giocatore, ma dove sta l'equità se il giocatore è completamente tutelato sotto ogni aspetto mentre la società non ha alcuna possibilità di svincolarsi dal contratto di un giocatore nel caso di scarsi risultati o di scarsa disciplina ?

il mondo occidentale ha un evidente eccesso di sindacalizzazione che ne mina la capacità produttiva, di questo se ne avvantaggia il mondo orientale che, per contro, ne è assolutamente privo e per tanto risulta più competitivo sulla pelle delle persone

è un problema globale

ma laddove credo che ben poco possa fare un minatore dello Shanxi, forse e dico forse, i multimilionari priveligiati dello sport professionistico dovrebbero stare un po' più attenti a non propagandare i propri vizi per virtù

Miiii, in questa frase c'è raccolto molto del tuo "imprendere".

ah ah ah, sono stato troppo confindustriale?

Non ho capito perché guadagnare milioni giocando a basket dovrebbe rappresentare, per i cestisti, un peccato da redimere, minimizzando le richieste e/o non preoccupandosi scrupolosamente della loro salute e/o mettendo il lato sportivo della loro attività al di sopra di qualsiasi altra considerazione (non l'ha mai fatto nessuno, da quando esiste lo sport professionistico).

Siamo ancora negli anni '70 e non me n'ero accorto?

Secondo me, il peccato da redimere non è il guadagno di milioni di dollari (sulla cui eticità immagino si potrebbe comunque discutere) ma il fatto che essendoci un contratto, si "dovrebbe" essere tenuti a rispettarlo.
Trovo lecito che il giovane (o meno) di turno, pensi a tutelarsi con una qualche sorta di formula assicurativa, ma la pretesa che questa gli sia dovuta dalla lega, o dalla franchigia, ritenendo magari la mancata stipula un valido motivo per incrociare le braccia, è a mio avviso del tutto fuori luogo......

Non siamo negli anni 70, ma temo che di questo passo, il decennio che stiamo per vivere gli assomiglierà parecchio dal punto di vista economico.....

Carina sta clip sulla ripartenza

Minuto 2.09, Perk meglio di Harden!
Minuto 2.20, Kanter o Karete kid?
Minuto 2.32, la tecnica è quella di Ray Allen

https://youtu.be/QxdKlzTjJJg

..e finiamo con un bel: Cya in Orlando.