Spero tantissimo di aver preso un granchio e di avere male interpretato ma le dichiarazioni di Stevens, le manifestazioni di Smart e lo scellerato modo con cui abbiamo giocato Gara6, mi sono sembrati segnali poco incoraggianti.
Nei TO non c'era sostegno tra compagni di squadra e i WIRED di Stevens erano decisamente più motivazionali che tecnici (detto che le indicazioni tecniche vengono sempre correttamente silenziate e non rese pubbliche).

Coach potresti avere anche ragione, ma comunque se cosi fosse sarebbe un'ulteriore sconfitta dopo lo scorso anno ed allora onestamente sarebbe il caso di porre definitivamente rimedio.
Spero proprio di no, ma il mio pensiero e' noto: la maglia prima di tutto e sopra a tutto e tutti.

Condivido in pieno il tuo pensiero.
Sono un tifoso e pertanto nessuno è più importante della maglia Celtic che indossa.
In NBA, da professionisti, i giocatori sospetto però siano più attenti al verde dei dollari che al verde della maglia ma allenarsi e sacrificarsi per poi non vincere, fa sempre male a tutti, soprattutto se sei consapevole delle potenzialità che ha la squadra.
I Leaders servono proprio ad indirizzare i sentimenti, gli umori e gli intenti della squadra.
Non so come la vedi tu ma per me i Leaders dei Celtics devono necessariamente essere Tatum e Stevens, non necessariamente le personalità più spiccate forse.

Guarda coach, io ci rinuncio.

Sono sempre in totale disaccordo con quello che scrivi.

Hai un approccio caustico che per me non è solo incondivisibile, ma addirittura contro l'evidenza.

Come si fa a scrivere che qualcuno ha giocato male per protesta contro l'allenatore...?

Davvero, io queste tue lapidarie lapidazioni basate su processi alle intenzioni le trovo non solo non consone ad una corretta analisi, ma poco in linea con lo spirito delle fonti che regna in questo sito.

E' un tuo legittimo parere.
Vorrei per mera curiosità, capire cosa intendi con "spirito delle fonti che regna".
Se quello che speri è che io mi adegui ed uniformi pedissequamente e senza spirito critico a quanto viene scritto, ti informo che non sarà mai così.
Che tu sia in disaccordo è perfettamente plausibile ma ciò non mi spinge a modificare il mio pensiero, liberamente espresso.
Che tu possa trovare caustiche le mie opinioni non mi tange per nulla e che quanto scrivo sia contro l'evidenza rimane un tuo parere.
Puoi sempre scegliere di non leggere i miei messaggi.
Processi alle intenzioni ?
Quali intenzioni ?
Io a basket ci ho giocato e osservo non solo da un punto di vista tecnico ma anche le espressioni dei visi, gli sguardi nei TO, il linguaggio del corpo e poi le scelte in campo.
A mio parere qualcosa in quello spogliatoio non funziona.
Cosa sia non posso saperlo ma se questa opinione ti infastidisce non posso farci nulla.
Prova a riguardarti la partita, fai caso non solo a quello che succede in campo e fammi poi sapere se gli atteggiamenti e le scelte ti sembrano consone ad una Gara6 delle ECF.
Dai un'occhiata non solo al nostro giocatore che tira ma alle espressioni e ai gesti di quelli che non tirano.
Se poi i fatti dimostreranno che ho avuto torto sarò il primo ad esserne felice.

@Maravich arrivi a delle conclusioni che non so esattamente da dove le prendi, perché non vengono assistite dall'osservazione, almeno non con estrema evidenza, ma aiutate d un pizzico di polvere magica. Sulla parte tecnica abbiamo giù straparlato in passato e la vediamo in maniera diversa è palese, mentre sullo spogliatoio credo che esageri e che semplicemente le dinamiche siano state accentuate dalla bolla, da una situazione anormale che questa comporta. Si vengono a sapere cose che succedono, non dico quotidianamente, ma spesso nelle squadre, cosa che tu sai benissimo perché ne avrai viste mille milioni. Nel contesto bolla vengono fuori mentre normalmente no, questa è tutta la differenza. Vai oltre, troppo oltre per me, ma sono visioni dello sport e della vita probabilmente che ci differenziano, diverse e non per questo sbagliate sia chiaro, solo diverse.

Vedremo il futuro, ma secondo me non c'è nessun percolo di vedere qualche partenza, Smart poi figurati dove trovi uno che ti da così tanto con quel contratto. Dopo qualche settimana a casa coi propri cari si tornerà a pensare al basket nuovamente e senza grossi problemi di amalgama, non c'è nessun spogliatoio spaccato ne sono certo. Sarò pronto a ricredermi, ma spero (e lo speri anche tu) che sia solo un'impressione sbagliata la tua.

Io spero di cuore che gli eventuali, comprensibili , malumori possano solo derivare dal comprensibilissimo senso di frustrazione che si ha quando comunque arrivi ad un passo dalla finale e la vedi sfumare.
Tutti sanno che la stagione dei Celtics è stata splendida ed aver lottato per la Finale era onestamente impensabile ad inizio stagione.
Credo che la squadra sia consapevole del bel percorso fatto, pero' certo quando arrivi alla soglia del sogno credo che a nessuno faccia piacere vederlo sfumare.
Io ho visto nella partita di ieri sera una squadra che nel finale si è disunita e forse un po' sfiduciata ma credo derivasse dal fatto che Miami è stata di una solidita' tale da prendersi la partita.
Abbiamo una bella base ed abbiamo costruito delle solide fondamenta, certo migliorarle non sara' facile ma non dobbiamo lasciarci prendere dallo scoraggiamento.
Questa sconfitta ha messo definitivamente a nudo ( ma erano ben note) le nostre carenze, compito della dirigenza sara' di colmarle.
Io onestamente non mi rammarico di niente, il percorso fatto è stato positivo ed esaltante.

Partita giocata parecchio male, per ampi tratti, con il "coronamento" del terribile finale. Una sconfitta era preventivabile, ma avrei voluto vedere una prestazione diversa.

Abbiamo attaccato bene la zona, dopo le difficoltà iniziali nella serie.

Iguodala ci ha mostrato cosa vuol dire avere un veterano in squadra, Ainge e Stevens avranno preso nota.

Concordo: non darei eccessivo peso a questioni puramente tattiche, che non hanno fatto la differenza tra vittoria e sconfitta (la quale differenza, ricordo sempre, dice molto ma non tutto) rispetto ad altri aspetti, almeno a mio avviso. Aspetti che definirei meta-tattici: esecuzione, lucidità, freddezza, tranquillità.

Che Stevens non sia Phil Jackson sul piano comunicativo/empatico direi che é abbastanza palese, e in queste situazioni hai bisogno di un leader spirituale in squadra per compensare questa lacuna. Denver ad esempio non ha avuto questo problema, perché il loro coach era uno da anima e corpo... Poi si sono arresi ad una squadra più attrezzata, ma lo spirito non é mai mancato.
Noi tifosi abbiamo eletto Smart ad anima della squadra, ma non é detto che i compagni abbiano fatto altrettanto.
Più che di rottura magari potremmo parlare di smarrimento, perché quando il gioco da impostare é chiaro serve qualcuno che faccia da direttore d'orchestra spirituale, e in questo effettivamente non é mai emerso nessuno con chiarezza.
Ci manca un James o un Butler.
Poteva essere Kemba per anzianità, ma per come ha giocato (partite alterne) forse é mancata l'autorevolezza.
Per Tatum o Brown forse é ancora presto.

Come dicevamo qualche post fa, il problema non può essere solo di approccio tattico alla serie, perché va bene lo scivolone, va bene il secondo, ma ad un certo punto che cartucce devi sparare dovrebbe essere chiaro.

Più che un problema di spogliatoio secondo me é un problema di leadership...
Perché finché le cose vanno bene questo "socialismo sportivo" del "bravi tutti" é galvanizzante, ma quando qualcosa si inceppa serve uno che chiami la carica, e se Smart non é quel qualcuno sinceramente non saprei chi scegliere.

lo scritto anche io durante la partita, dopo che ha messo la 4 bomba.
La differenza nell'avere un veterano tra l'altro campione che certe partite le ha masticate.

Per tutto il corso di Gara6, ogni volta che c'è stata un'interruzione del gioco, su un fallo, o con gli arbitri a vedere i replays, gli Heat si radunavano negli huddle per concordare cosa fare.
I Celtics ?
Ognuno sempre per i fatti suoi e a me questo non è parso per nulla normale.
Come a mio avviso ha fatto correttamente notare LateGuy, il problema è di leadership.
Tatum a 22 anni non è un leader e se lo sarà in futuro è tutto ancora da stabilire.
Smart dovrebbe istituzionalmente esserlo ma mi è parso stranamente ed inconcepibilmente isolato dal contesto.
Spero di sbagliarmi completamente ma mi sono sembrati una squadra completamente disunita.
Sarà forse solo polvere magica.

Perché perdi un time-out, se non ti danno ragione. Quindi la ritrosia a chiamare i challenge è un sottoprodotto dell'importanza (direi eccessiva) che Stevens assegna ai time-out in chiave tattica, sottovalutando l'influenza che possono avere sul ritmo della gara.