Nei giorni scorsi ci hanno lasciato due grandi protagonisti di questo sport.

Cliff Robinson, indimenticabile ala con fascietta, si è spento a soli 53 anni dopo aver patito negli ultimi anni svariati problemi fisici. Chi non se lo ricorda con i TrailBlazers degli anni 90, dove vinse anche il titolo di sesto uomo dell'anno. Raggiunse due volte le finali NBA senza mai vincerle. Incredibile pensare che altri due di quella squadra, Kersey e Duckworth, ci hanno lasciato anche loro molto presto.
https://sport.sky.it/nba/2020/08/29/nba-clifford-robinson-morto

Ci ha lasciato anche John Thompson, un grande in tutti i sensi. Pochi si ricordano che come centro di riserva era stato campione NBA proprio con noi, all'ombra di Russell. Ma non è per questo che viene ricordato o meglio non solo, ma per tutto quello che è stato in grado di fare come allenatore e come grande uomo di sport, con la ferma ed assoluta necessità di dare un futuro ai ragazzi che allenava all'università di Georgetown.
https://sport.sky.it/nba/2020/08/31/john-thompson-morto-allenatore-georgetown

Due giganti, onore a loro.

R. I. P.
Ad entrambi

Rip.

Su Cliff Robinson ho il ricordo di un buonissimo giocatore, arrivato anch'egli (come del resto gli altri Blazers) ad un soffio dal titolo Nba, se non fosse stato per la grandezza di MJ sicuramente quel team avrebbe vinto l'anello (o gli anelli) dando di conseguenza più merito alla carriera di questa ala grande. A Portland, ma vado a memoria, viaggiava a venti punti e sei rimbalzi di media ad allacciata di scarpe, nel pieno della sua carriera.

Su John Thompson come non ricordare, tra le tante, l'asciugamano perennemente a cavallo della spalla e l'aver forgiato un centro che risponde al nome di Patrick Ewing.
Se eri un cinque e decidevi di giocare a Geogetown facendoti allenare da Thompson, o ti impegnavi ed ascoltavi i suoi insegnamenti oppure difficilmente potevi avere un futuro.
Oltre che un insegnante del gioco, egli era un padre e soprattutto, un vero uomo.

Vengo a sapere stamattina della morte di Paul Westphal, a cui in estate era stato diagnosticato un incurabile cancro al cervello. Lo ricordiamo tutti per il suo attaccamento alla città e la squadra di Phoenix, dove ha trascorso tanti anni da giocatore prima e da allenatore poi. Non a caso la sua maglia, la numero 44, è stata ritirata dalla franchigia dell'Arizona, dove ancora viveva.

Paul era entrato nella lega con i Celtics ed aveva trascorso i prime tre anni della carriera proprio con noi, scelto al draft con la numero 10, vincendo anche un titolo nel 1974 uscendo dalla panchina.

Nel 1976, guidando i Suns, arrivò nuovamente alle finali incontrando proprio i Celtics ed era in campo da protagonista in quella che molti descrivono essere la più bella partita delle finali, quella conclusa solo al terzo supplementare, anche se persa dai Suns.

Giocatore dalle movenze moderne, molto pulito e raffinato, era un attaccante di livello mostruoso e non a caso è stato 5 volte un all-star, ma anche un difensore aveva dalle doti insospettabili. Ha avuto quattro stagioni consecutive ad almeno 20 punti di media ed il 50% dal campo, solo un altro giocatore nella storia ha una striscia più lunga per una guardia ed è neanche a dirlo Jordan.

Da allenatore i suoi anni migliori li passò a Phoenix, ovviamente, e raggiunse anche le finali nel 1993 guidando l'MVP Charles Barkley alla sfida, poi persa, contro i Bulls di Jordan, Pippen e compagnia cantante.

Il 6 settembre 2019 è stato introdotto nella Naismith Memorial Hall of Fame di Springfield.

R.I.P. Paul.

Ho sempre ammirato la persona Westphal, decisa ma allo stesso tempo mai fuori dalle righe. Solo MJ e quei Bulls gli negarono la gioia di un titolo alla guida di quei Suns, aveva creato e guidato veramente un bel team ai tempi..Barkley, Kevin Johnson, Majerle su tutti..

Rip.

Certamente la mano di Paul Westphal in quei Suns spettacolari si vedeva tutta.
RIP

non dimentico anche due veterani bianchi tostissimi come Tom Chambers e Danny Boy Ainge.
Due ragazzi come Ceballos e Dumas.
Con Barkley, KJ e Majerle facevano 7 uomini in doppia cifra per punti alla fine dell'anno!!!
E poi ricordo i centri, duri e arcigni, ma non altissimi, più arghi che alti, Mark West e Tim Kempton, quest'ultimo aveva vinto a Verona una coppa Italia con coach Bucci (RIP) e avendo come compagni di squadra Brusamarello, Savio, Moretti, Morandotti, Schoene, Dalla Vecchia ...

è morto Mark Eaton... centro gigantesco dei Jazz di Stockton e Malone.
Investito mentre passeggiava in bici.

Ma infatti prima ho visto durante la partita di PHX vs LAL e mi chiedevo cosa fosse successo, ho pensato subito al maledetto virus. Ora lo spieghi e mi dispiace, non che cambi poi molto la modalità poi, resta il lutto e la perdita.

R.I.P.

In tempi recenti aveva aiutato molto Rudy Gobert per i miglioramenti difensivi. Mi spiace molto. Il modo poi mi rattrista ancora di più. In un primo tempo si era detto che non c'era certezza dell'investimento. Ma forse gli aggiornamenti hanno portato alla certezza.

RIP !

Anche lui, nel "suo piccolo" (solo perché non era un fenomeno a livello di altri nel periodo in cui giocava), aveva dato un' impronta identificativa per l'Nba di quegli anni: parecchio alto (2.24 se non erro), biondo, molto macchinoso ma che gravitava da un pitturato all'altro, stoppatore pazzesco, era un giocatore inconfondibile.

Mi dispiace tantissimo..

ai tempi, ho fortissimamente simpatizzato per i Jazz in quelle sfortunate serie contro i tori di Jordan ed uno dei principali motivi della mia simpatia nei loro confronti (oltre a John Stockton, il giocatore non Celtics che più ho ammirato nel tempo) era proprio il gigante che titaneggiava nella loro area

R.I.P

Non è una stella Nba, né una stella del basket continentale o anche solo italiano. Eppure mi fa la stessa rabbia di Reggie Lewis, Davide Ancillotto e Luciano Vendemini, tanto per fare due esempi, e mi scatena il tifo che ho fatto per Christian Eriksen.
https://www.corriere.it/sport/21_ottobre_17/haitem-fathallah-morto-campo-basket-reggio-calabria-aveva-32-anni-ed-era-messina-f2d16eb4-2f82-11ec-bd6a-15e70609c741.shtml

A lui un applauso da parte di uno dei tanti potenziali compagni di gioco
E la vicinanza ai suoi compagni e dirigenti e ai giocatori e dirigenti della squadra avversaria.

Nonostante i progressi, proprio ancora non riusciamo a difenderci da queste situazioni

Keep on!

Haitem Fathallah non ti conoscevo....RIP