Il problema in questo caso secondo me non sarebbe il razzismo (o razzismo al contrario).

Se le cose che sono state dette/scritte sono vere, mi fa venire il dubbio sulla modalità di scelta.
Io società offro una posizione di HC ad una persona e faccio la scelta delegando i parametri di scelta ai giocatori (gente che solitamente spacca l'atomo di mestiere).
Una squadra di basket che ha obiettivo vincere e il criterio principale scelto è il colore della pelle?

Io da un professionista che vuole vincere mi sarei aspettato un ragionamento "come coach voglio quello che mi da più probabilità di vincere" non di certo "che sia nero o alto o basso".
Il razzismo, come aveva dichiarato Brown in merito alla dichiarazione di Irving, sta nella mancanza di opportunità.
Il razzismo sistematico.
Il fatto che vengano esclusi allenatori neri dalla selezione è razzismo, il fatto che un allenatore nero non venga scelto in quanto nero.

Io la scelta di Udoka non la considero "razzismo al contrario" o comunque non paragonabile al razzismo che subiscono i neri.
Negli USA (come in molte altre parti) il razzismo di un bianco si concretizza facilmente nell'impedire che un nero (o altra minoranza) possa raggiungere una posizione, mentre il razzismo di un nero verso un bianco è razzismo che difficilmente si concretizza con lo stesso risultato.
Infatti le proprietà in NBA sono principalmente bianche, come a Boston, dove la decisione finale l'avrebbe comunque presa un bianco.
Infatti non reputo corretto dire "obbligati a prendere un coach nero", perché non c'è stato un vero obbligo.

Quello che mi stupisce (come ho scritto sopra) è il fatto che i giocatori abbiano usato un criterio di questo tipo per scegliere.

Però tornando a quello che ho scritto sopra "Io da un professionista che vuole vincere...", purtroppo sono in un momento in cui se vado su google e scrivo "roster Celtics" faccio fatica a trovare più di 2/3 nomi che corrispondono al profilo.
A partire dal GM che ha allenato con talmente tanta passione e voglia di ottenere risultati che ha mollato il mestiere appena presentata l'opportunità.

Non conosco Udaka e quindi non posso che accodarmi nel dargli il benvenuto.

Spero che le cose per lui a Boston vadano bene.
Spero che dia un cambio di passo a questa squadra.

Soprattutto spero per lui che si trovi dei giocatori che abbiano voglia di sbattersi per ottenere dei risultati.

è a mio giudizio il più qualificato di tutti quelli che ci avevano attribuito e con i quali Stevens avrebbe interagito.
Mi piace molto a pelle (ogni riferimento all'involucro che lo riveste è totalmente casuale).
Viene dalla squadra Popovich e questo vuol dire tanto, almeno rispetto a Billups e Cassell.
Con coach Popovich era il responsabile della difesa e direi che da tutte le voci che insistono su di lui questo è l'aspetto del gioco cui è più attento. OTTIMO.

Con questo ruolo ha anche seguito il team USA agli ultimi mondiali, a quanto sembra sviluppando un particolare feeling con Jaylen .



Il giocatore me lo ricordo bene, specialista difensivo implacabile, capace di marcare chiunque, potrebbe davvero
trovare con Smart, Brown, Langford, Nesmith, quella sintonia di intenti che produrrà qualcosa di speciale.

Speriamo che l'anno trascorso vicino a D'Antoni non abbia disperso il suo talento come organizzatore della difesa

la sua compagna nella vita è l'attrice Nia Long che era la Lisa fidanzata di Willi il principe di BelAir, hanno un figlio.
Nia Long è la figlia del poeta afroamericano Doc Long (autore di BLACK LOVE BLACK HOPE) ed è la sorella della splendida autrice satirica Sommore.
Insomma, siamo in una elite di persone molto impegnate nella cultura afroamericana ... (una foto di padre e figlie)



Ho trovato su Udoka un profilo che aveva tratteggiato coach Pop e che ne diceva meraviglie sotto ogni aspetto :tecnico, tattico, umano, in termini di cultura, di etica. Dice che ha una concentrazione straordinaria su ogni aspetto del gioco e un solo difetto: è astemio.
Concludeva quindi dicendo che l'unica cosa che gli è mancata di Udoka negli anni della collaborazione agli Spurs era proprio quella di non aver mai potuto condividere con lui una bottiglia di vino. "se devo trovargli un difetto: a cena è noioso"
.
.
.uffa
.
.
a saperlo prima neanche lo prendevo in considerazione

tra i papabili era quanto di meglio,
in ogni caso i coach afroamericani hanno scritto alcune delle pagine più belle della nostra storia
è il nostro diciottesimo head coach (spero di non aver sbagliato i conti perchè il numero ha un senso ... )

Sono già entusiasta di questo coach, aldilà della somma capacità di MarcUs nel presentare qualsiasi aspetto del basket-mondo. Grazie davvero.

PS Che cacchio beve, 7up ?

A cena Stevens e Udoka si troveranno benissimo, a suon di caraffe di acqua leggermente frizzante

IME SUNDAY UDOKA è nato il 9 agosto del 1977 a Portland nello stato dell'Oregon. Come Ainge e Pritchard.

Ha giocato in Argentina, in Spagna e in Francia, con qualche apparizione in NBDL (l'attuale G League) e in NBA, niente di che nei primissimi anni di carriera. Ha avuto poi la sua migliore stagione nel 2006-07 quando ha iniziato 75 partite per i Trail Blazers e ha segnato una media di 8,4 punti, 3,7 rimbalzi e 1,5 assist. Ha giocato le successive quattro stagioni a San Antonio, dove ha segnato una media di 4,5 punti, 2,7 rimbalzi e 0,8 assist a partita in 160 partite, iniziando solo in tre. Ha avuto la sua ultima tappa in Spagna con l'UCAM Murcia CB nel 2012 prima di concludere la sua carriera da giocatore.

Dopo sette stagioni nella NBA e un passaggio ancora in Europa, Udoka è tornato agli Spurs nel 2012 come assistente allenatore. Era quindi un membro dello staff nel 2014 quando quei fantastici Spurs hanno battuto gli Heat in 5 partite per conquistare il campionato NBA. A san Antonio è rimasto fino al 2019 quindi Udoka è entrato a far parte dello staff dei 76ers per la stagione 2019-20 prima di approdare con i Nets all'inizio della stagione 2020-21.

Però c'è tanto di Popovich anche in questi 2 anni.
Brett Brown ai Sixers.
Brett Brown, nativo del Maine, ha fatto il college e si è laureato alla Boston University. Ha avuto una lunga e gloriosa carriera di allenatore nel basket australiano prima di tornare negli states come assistente (senza stipendio!) di Popovich nel 1999 con il fromboliere Andrew Gaze come giocatore. Quello sarà l'anno del primo titolo degli Spurs. Ritorna in Australia ancora per un anno e poi rientra definitivamente in USA agli Spurs dal 2002 al 2007 come responsabile dello sviluppo dei giocatori e quindi come vice di Popovich fino al 2012. Dal 2013 passa ai Sixers per guidare la "ricostruzione"...

Sean Marks ai Nets
Sean Marks neozelandese ha vinto il titolo nel 2005 come giocatore degli Spurs e poi di nuovo come assistente di Popovich nel 2014, proprio accanto a Udoka che ha voluto chiamare come assistente di Nash e responsabile della difesa ora che Marks è il direttore generale delle operazioni ai Nets.

Il padre di Udoka è nato in Nigeria di origine Ibibio, il che significava che Udoka ha potuto giocare per la Nigeria in competizioni internazionali.

Ha giocato per la squadra nazionale nigeriana nel campionato africano FIBA ​​2005, dove ha aiutato la squadra a guadagnare la medaglia di bronzo. Nella partita finale, Udoka ha segnato 24 punti per aiutare la Nigeria a sconfiggere l'Algeria 88-76. Ha quindi continuato a giocare per la squadra, aiutando la Nigeria a uscire dalla fase a gironi nel FIBA ​​World Championship 2006 e fino al 2011.

tutto vero, solo d'istinto mi viene da sbuffare sull'assurdità e sul ridicolo in cui si scade in nome del politically correct

ma hai ragione, non è questo il luogo, anche geograficamente, per affrontare la questione nella sua interezza

ed è giusto sottolineare che, dei nomi che erano venuti fuori, quello di Udoka è quello che mi soddisfa maggiormente

urca l'hai visto anche tu... ho provato a nascondertelo per non darti un dispiacere

io sono contento, a parte Carlisle che però onestamente non è mai stato accostato ai Celtics ed era una idea tutta nostra, Udoka è la scelta che avrei voluto

per ora il nuovo GM mi sta piacendo

Grazie mille MarcUs, sono felice di sapere che ha la massima stima di POP, che è più che una garanzia per me, e della sua attitudine alla difesa, come coach, e prima ancora come interprete.
L'augurio è che possa andare oltre il livello raggiunto da padre Brad (cosa tutt'altro che semplice).
Forza coach!

ho controllato: è il nostro coach numero 18
ma visto che c'ero, lo scrivo per chi parla di razzismo a Boston, sappiate che i Celtics hanno vinto più campionati con allenatori neri di ogni altra squadra nella storia della NBA messe insieme.

che poi è uno dei motivi per cui io sono un Celtics

"che sei negro?"
"si ma da poco"

scusa Luca ma mi hai ricordato l'esilerante inizio della telefonata di Pierpaolo a Dusseldorf

Jason Quick di The Atletic riferisce di Portland disponibile a scambiare McCollum e di Boston interessata.

Base d'asta:

Chiaramente i contratti non sono compatibili, quindi ci andrebbe aggiunto dell'altro.

Io ancora mi sto domandando chi sia dei nostri ad aver consigliato a Black Griffin di non venire da noi.

Non per il giocatore in se (che a sprazzi può ancora fare il suo) ma per la situazione di caos che lascia trapelare fuori dalla franchigia.

Ecco, questo giocatore andrebbe impacchettato velocemente. Non so se sia stato Kemba o chi altro... ma uno che rema contro non lo voglio più. Direzione Portland magari...

Astemio?!?!?!?
Non credo proprio sia compatibile con le radici celtiche dei nostri.
Non si può. Bisoga organizzare un battesimo alcolico-celtico.
Beveeeee Dajeeeeee