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Sam Jones #24 
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Messaggio Re: Sam Jones #24
MarcUs ha scritto:
ho scritto su twitter a Washburn, Simmons, Forsberg e altri giornalisti area Boston Celtics

"Why was there no sign of mourning on the Celtics uniforms?
Tom and K.C. they had black ribbon.
Sam no.
WHY???"

Un iniziativa condivisa da tutti noi, bravissimo MarcUs !


03/01/2022, 13:41
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Messaggio Re: Sam Jones #24
Di Sam Jones sino a questi giorni conoscevo, tutto sommato, poco. Come molti sapevo dei dieci anelli, sapevo che era tiratore straordinario. Ma apparteneva alla generazione antecedente i primi Boston Celtics da me conosciuti: quando sei ragazzino, hai bisogno di stelle da scrutare a ripetizione. A dir il vero anche Bill Russell faceva parte di quella galassia ma la sua enorme luce l'ha proiettato ben al di là. Forse, come un'eclisse, proprio l'abbagliante luce di Russell ha oscurato la luce solo poco meno potente di Sam Jones impedendogli di catturare da subito la mia curiosità e la mia passione. Così in questi giorni ho cercato qua e là notizie per appagare la mia rinnovata sete, forse inconsciamente per restituire a Sam la luce che subito non gli aveva permesso di splendere ai miei occhi. Ho trovato diversi spunti che aggiungo a quelli tempestivi già regalati di MarcUs per lasciarli a chi, anziano come me, senta desiderio di saperne di più, o, più giovane, abbia piacere d’esplorare, conoscere e capire. Perché, appunto, parliamo di stelle. Sarà un po’ lungo ma verso le stelle i percorsi non sono mai brevi ...

Sam Jones nasce il 24 giugno 1933 a Wilmington in North Carolina (però in un'intervista dice: "Laurinburg is a very small town, much smaller than Wilmington which is where many people seem to think I was born and raised"). Perde presto il padre e, come Sam dice, "that could have given me the excuse to go the wrong way". Invece, merito dell'ottima famiglia ma anche suo, s'avvia nella giusta direzione. A Sam nulla è regalato: deve conquistarsi tutto con la fatica e col lavoro. Cresciuto povero, svolge innumerevoli lavori per esser d'aiuto alla sua famiglia e intanto continuare i suoi studi: le due cose devono viaggiar insieme. Ciò lo rende particolarmente umile e concreto, con gran senso del dovere, gioia esplosiva e anche un po' di sano disincanto. Fra i giovani che frequenta, alcuni sono un po' più anziani, studiano, praticano sport e lo coinvolgono. Molti di loro grazie a borse di studio andranno al college e prenderanno la laurea. Ma tornano, raccontano e schiudono orizzonti. Ricorda Sam: "I would sit there and listen to their stories with my eyes wide open and they would talk about cities that seemed to exist in another world". Oltre che voglia di far sport, a Sam quei giovani poco più anziani mettono voglia di studiare, di crescere e d’aiutar altri a crescere.
Al liceo Sam s'iscrive alla piccola Laurinburg High School https://www.youtube.com/watch?v=xI4Z5o1aXZQ. Qui pratica basket, baseball e football. Sam però non vuol fare l'atleta professionista, vuole insegnare: lo sport gli serve per ottenere la borsa di studio con cui frequentare l'università e poter diventare insegnante. Perciò deve diventar bravo e si applica. Spiega Sam: "I wasn't a great outside shooter and I struggled a little making layups, so I worked on my shooting technique and I focused on using the backboard. I picked out my target and I'd shoot for hours. I got to the point where I can really trust that shot and it helped the rest of my game". Come si dice, gli esteti mirano al cerchio, i concreti al tabellone. C’è qualcuno più concreto di Sam Jones?

A fine liceo Sam è uno dei più richiesti giocatori di basket della North Carolina. Pur se ha diverse offerte, anche di college bianchi molto distanti, alcuni che neppur conosce, per la sua concretezza all'università sceglie North Carolina Central a Durham, la prima per studenti afroamericani, sia perché vuol restare vicino casa, sia perché le altre scuole in North Carolina non prendono atleti neri. Vi trova coach John McLendon: tutto ciò che ne ha scritto MarcUs, è assolutamente sacrosanto. Spero che si trovi modo d’approfondirne ancor più la figura https://www.youtube.com/watch?v=hGghc9mnzMc&t=5s.

Nel settembre 1954 Sam però sceglie di servire il suo paese: in quegli anni molti neri entrano nell'esercito come a sottolineare d'esser anche loro cittadini. Viene inviato a Fort Gordon in Georgia, poi nella 101a Divisione Aviotrasportata. Racconta Sam: "Some guy came around looking for volunteers for jump school. He said that you'd make more money doing that. I was a pretty good athlete and I was in pretty good shape and he was looking for guys who fit that mold. I thought it would be interesting so I volunteered". E ancora: "In training they work with you on how to hit the ground, they teach you to roll over because you hit pretty hard. It's a thud, it's not an easy landing. I hurt my ankle pretty badly once. I think it was my fifth jump. I didn't break it but it was about as close as you come so I got out of here. I didn't jump anymore".
Intanto Sam viene inviato in New Mexico dove un sottotenente di nome Robert Williams (magari I o II, chissà?) sta formando la squadra di basket e lo nomina assistente allenatore: neppur hanno palestra e giocano fuori sede tutte le partite. Ciononostante delle 34 partite ne vincono 30. In quelle partite Sam sfiora Frank Ramsey che diventerà suo compagno a Boston, ma incontra Al Bianchi e, soprattutto, Bob Leonard. Sam ammette: "Bobby was the one who really got me interested in playing professional basketball. I'd never really thought about it until we played against each other at Fort Leonard Wood, Missouri". Bobby Leonard finisce il servizio e va a giocare nei Lakers a Minneapolis e, mentre Sam è ancora in servizio, i Lakers lo draftano. Sam però è disincantato, non ci crede: "In NBA io? Ma dai…".

Nella sua concretezza nel 1956-57 Sam è comunque deciso a tornare alla North Caroline Central University a prendersi la laurea per insegnare. Spiega: "I love education. I love teaching. I was also interested in medicine. If there had been scholarships for black kids to go to medical schools but there just wasn't any money for me to go that route". E ovviamente continua a giocare a basket: è stagione fantastica, vincono 32 partite consecutive, battono pure Kansas con Wilt Chamberlain dopo tre supplementari. E così finalmente il disincantato e concreto Sam corona il suo sogno e presenta domanda per insegnare in un liceo: viene accettato.
Ma a scombinare i piani di quel 1957 arriva una telefonata a casa. Sono i Celtics che hanno appena vinto il campionato NBA: Sam è rientrato nel giro delle scelte ed essi l'hanno scelto. Sam racconta: "To be quite honest I was shocked when the Boston Celtics drafted me in the first round of the 1957 NBA draft. I don't think many people knew who I was, because I didn't play for a big program like Kansas or Kentucky. In fact I was the first African-American from a black college to be drafted in the first round of any sports. I didn't feel like I had something to prove. I wanted to make good so that others could follow me and so that the people in this country could see that we had some good basketball players in our black collegiate institutions". Sam non dimentica però la sua famiglia: "To be drafted by the Boston Celtics was more than an honour for me, was a testament to the fine family that raised me into the man that I became". Ciononostante il concreto e disincantato Sam resta interdetto: "I was disappointed that the Boston Celtics drafted me because I really didn't want to go up there because I felt that I wouldn't get to play. I felt that I was good enough to play but, because the Celtics had just won their first world championship, I didn't think I would even have a shot at making the team. My thinking was Red wasn't going to cut anybody". Perciò il disincantato e concreto Sam chiede 500 dollari d'aumento alla scuola. Racconta: "I never felt so miserable in my life when I got the news. I really thought it was the end of my basketball career. Sure, I was thrilled with the honor. I never thought I'd be able to break into the game, let alone the lineup". Perciò prima di decidere aspetta di vedere cosa gli risponde la scuola. Il preside però rifiuta. Dunque non resta che provare questa NBA, questi Boston Celtics.

Sam giunge così al temibile training camp di Boston, il più esigente della lega. Ricorda Red Auerbach: "There were three other guys almost just like Sam who were trying to make the team. The difference was the other three just thought about shooting. After a couple of days Sam started handing out nice passes and blocking out so other guys could shot. You could see that he was committed to becoming a complete player". E' esempio valido ancor oggi? Si cerca ancora il giocatore completo? Nelle qualità di Sam Red guarda lontano. Alla fine, per far posto a Sam, deve tagliare nientemeno che Dick Hemric. Spiega Sam: "To me it was almost unbelievable. Hemric was a two-time ACC Men's Basketball Player of the Year in '54 and '55. He set the Conference scoring records that remained untouched for 50 years. And, like I said, he was a member of Red's first championship team. So it was very special to beat out such a fine player for that last roster spot".

Al primo anno Sam è rookie più anziano e più maturo degli altri rookies. Red tuttavia lo fa giocare saltuariamente: in 10 minuti a partita segna 4,6 punti. Dinanzi a Sam ci sono infatti Bob Cousy e Bill Sherman. Poi ci sono Bill Russell e Tom Heinsohn. "Che ci faccio qui io?" sembra chiedersi Sam. Però quel tiro in allenamento entra sempre. E Red è certo che Sam si farà.

Dal secondo anno Sam raddoppia minuti e punti. E' una delle prime guardie d’alta statura, capace di correr veloce quanto le guardie e contender rimbalzi agli esterni. Oltre ovviamente a difendere e segnare. Non a caso Bill Russell dirà: "In terms of total basketball skills, Sam Jones was the most skillful player that I ever played with".

Nel 1960-61 Sam prende il posto di Bill Sherman nel quintetto dei Celtics e non ne esce più. Racconta Sam: "I knew I was ready but in my mind the backcourt still belonged to Bob Cousy and Bill Sherman. They were great, great players who had earned their right to start. Replacing Bill as the starter at that point, well, that was necessity: he was hurting and the team needed me to step up". Oggi funziona ancora così? Se non funziona così, abbiamo forse perso qualcosa?

Sam continua a lavorare, a migliorare. Diviene rapidissimo, sempre in movimento, capisce che deve sempre esser in vantaggio sul suo difensore. E' proprio quell'anticipo a permettergli d'arrestarsi, alzarsi e tirare.

1962, gara 5 delle finali di Eastern Conference. Situazione di parità 2-2 fra Boston e la Philadelphia dello Wilt Chamberlain che inanella 50 punti a partita. Ad un certo punto Sam urta Wilt al costato con un gomito. Wilt gli si avvicina minaccioso. Sam prende lo sgabello di un fotografo e lo brandisce. Intervengono le panchine e si evita il peggio. Vince Boston. Sam e Wilt sono molto amici. “Sam was picked up the next day by Wilt and they had dinner together with Wilt’s mom. When Wilt’s mother asked Sam what he intended to do with that stool, he answered: “I was going to break your son’s legs, ma’m. He was trying to kill me”. Sam aggiunge: “Wilt and I were always good friends. But for the next game he told me not to come into the lane”. Infatti in gara 6 a Philadelphia Wilt è decisamente una furia. Sam prova l'entrata in area: si ritrova steso a terra. Vince Philadelphia. La decisiva gara 7 è a Boston. A due secondi dalla fine la partita è sul 107 pari. La palla arriva a Sam con dinanzi proprio Wilt. Sam si alza per tirare. Wilt alza le sue lunghissime, infinite braccia. Sam sale, sale ancora, in sospensione, quel tanto che basta per scoccare il tiro. La palla entra nel canestro. Boston esplode: la strada per il titolo è spianata. Nel dopopartita Wilt - proprio lui - definisce Sam il migliore degli avversari. Red Auerbach ne loda la freddezza e dice che, se serve, Sam lo farà ancora. Nasce Mr. Clutch, il soprannome di Sam. E infatti in gara 7 della finale contro i Los Angeles Lakers Sam segna 5 dei 10 punti di supplementare per vincere il quarto anello. Dirà Bill Russell: "Se devo giocare l'ultimo quarto, in campo Sam Jones lo voglio sempre".

1969. Finals contro i Lakers di Wilt Chamberlain, Jerry West e Elgin Baylor: forse le più belle finals della storia del basket. In gara 1 Jerry West segna 53 punti. In gara 4 il conteggio segna 1 vinta e 2 perse, poi ci si sposta in California e i Lakers già pregustano il colpaccio. A 7 secondi alla fine Boston è sotto di un punto. Bill Russell che, oltre che giocatore, è ora allenatore, chiama timeout. La palla scotta. Tutti immaginano che la palla andrà a Bill Russell. Bill invece decide di farla andare a Sam che ancora una volta si alza in tiro. La palla rimbalza sul cerchio, prima davanti, poi dietro. Infine s’accoccola nella retina https://www.youtube.com/watch?v=VJ0Jwuf_ULk. Sam racconta: "I knew that last shot was good from the moment it left my hand. There never was any doubt because I had time to release the shot properly and I trusted my technique completely. That took the pressure off. The ball rolled right over the cylinder. We won that game and then we went on to win the championship". Facile dirlo ma farlo? In gara 7 a Los Angeles i Celtics partono fortissimo e cominciano l'ultimo quarto in vantaggio 76 a 91. Sam segna ancora, proprio davanti a Wilt Chamberlain https://www.youtube.com/watch?v=FMDyhmYVOJ0 ma poco dopo, contendendo il rimbalzo proprio a Wilt, commette il quinto fallo: deve così accomodarsi in panchina. Spinti da Jerry West i Lakers ne approfittano e pian piano si rifanno sotto, non ancor tanto nel punteggio quanto nella determinazione. Bill è costretto a richiamare in campo Sam. Per poco però: perché Sam cade in una finta di Jerry West e gli rovina addosso. E’ così costretto ad uscir mesto per raggiunto limite di falli. Sam ha già annunciato il ritiro dalle competizioni: è la sua ultima partita. Sportivissimo l'intero pubblico di L.A. s’alza in piedi e all'avversario di tante battaglie tributa un lunghissimo e commovente applauso. Con molta fatica i Celtics riescono a vincere la partita per due punti e assicurarsi l'anello. A fine partita tutti i giocatori delle due squadre abbandonano il campo. Unico giocatore a rimaner in mezzo a tutta la gente per l'intervista insieme al raggiante Red Auerbach è proprio Sam https://www.youtube.com/watch?v=Lnu5vMfPtbw.

Nella stessa gara si ritira anche Bill Russell ma, per non sminuire il ritiro del compagno, ha scelto di non rivelarlo. Spiega Bill Russell: "We won a total of eight consecutive NBA championships and six times during that run we asked Sam to take the shot that meant the season. If he didn't hit the shot, we were finished, we were going home empty-handed. He never missed". Replica il disincantato e concreto Sam: "No one compares to Bill Russell. Bill was the smartest, most driven basketball player the game has ever seen. To this day he remains the single most influential force in team sports of any kind". E ancora: “What makes a truly great player is a man who makes teammates around him better. Nobody did that better than Bill Russell”. Fra i due insomma è una bella competizione. Per fortuna sono sempre stati compagni di squadra. Cosa sarebbe capitato se Sam avesse accettato il draft dei Lakers? Però, possiamo dirlo, in questo caso è stato giusto così, perché l'esser stati, insieme ad altri, compagni ha probabilmente regalato a tutti gli appassionati di basket la più scintillante e vincente esperienza di squadra che si sia mai vista.

Nel 1984 Sam entra nella Hall of Fame. La sua umiltà è più viva che mai: "Scoring averages doesn't mean a thing. Making the All-Star team and being named All-NBA, those things doesn't mean a thing either. Every guy of those Celtic teams had the ability to lead the team in scoring, if that's what he was asked to do. But we all had a role to play. We all knew what was expected of us and what each of us had to do in order to win the championship. It was the most unselfish group of people I've ever been associated with. It is also why i didn't want to be included into the hall of fame without my teammates. To me what we did, wasn't about one person. It was not only about Bill Russell or Sam Jones. It was about the entire team, the role we played and the sacrifices that we made in order to achieve something bigger". Lezione memorabile, prof. Sam.

Grazie, prof. Sam, d'averci insegnato tutte queste emozioni che vanno ben oltre il canestro. O meglio, che col canestro raggiungono l'apice. Mr. Clutch sale ancora a canestro!

https://m.facebook.com/nba/videos/black-history-month-sam-jones/147913393820575/?_rdr

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06/01/2022, 18:23
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Messaggio Re: Sam Jones #24
urca Sirio che meravigliosa antologia, sei sempre straordinario nel montaggio, complimenti!!!
E grazie.
Hai dato a questo thread uno spessore davvero ragguardevole.

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"L'unica cosa che penso della superstizione è che porta male essere indietro alla fine della partita.“
Bill Russell #6




06/01/2022, 18:42
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Messaggio Re: Sam Jones #24
MarcUs ha scritto:
urca Sirio che meravigliosa antologia, sei sempre straordinario nel montaggio, complimenti!!!
E grazie.
Hai dato a questo thread uno spessore davvero ragguardevole.


No, MarcUs, lo rifiuto. Il merito è tutto e solo di Sam Jones, è la sua storia, sono le sue qualità. Anzi, di quella splendida accozzaglia che erano quei Celtics. Anzi ancora, di questa splendida accozzaglia che sono i Celtics. Anche oggi. Persino quando non vincono.

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06/01/2022, 18:48
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Messaggio Re: Sam Jones #24
Sirio Ouzmann ha scritto:

No, MarcUs, lo rifiuto. Il merito è tutto e solo di Sam Jones, è la sua storia, sono le sue qualità. Anzi, di quella splendida accozzaglia che erano quei Celtics. Anzi ancora, di questa splendida accozzaglia che sono i Celtics. Anche oggi. Persino quando non vincono.


allora, come non scritto. :irish_drink:

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06/01/2022, 18:53
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Messaggio Re: Sam Jones #24
MarcUs ha scritto:
Sirio Ouzmann ha scritto:

No, MarcUs, lo rifiuto. Il merito è tutto e solo di Sam Jones, è la sua storia, sono le sue qualità. Anzi, di quella splendida accozzaglia che erano quei Celtics. Anzi ancora, di questa splendida accozzaglia che sono i Celtics. Anche oggi. Persino quando non vincono.


allora, come non scritto. :irish_drink:


:irish_drink:

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06/01/2022, 18:59
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Messaggio Re: Sam Jones #24
Grandissimi complimenti Sirio, una pagina bellissima che resterà nella storia del Forum !
:bowdown:


06/01/2022, 20:38
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Messaggio Re: Sam Jones #24
ilcrispo ha scritto:
Grandissimi complimenti Sirio, una pagina bellissima che resterà nella storia del Forum !
:bowdown:

TANTA ROBA :clap2
Mi accodo e applaudo :clap2

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06/01/2022, 21:28
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Messaggio Re: Sam Jones #24
Una lettura affascinante, avvincente. Molte grazie Sirio.
:clap2


06/01/2022, 21:57
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Messaggio Re: Sam Jones #24
Sirio Ouzmann ha scritto:
MarcUs ha scritto:
Sirio Ouzmann ha scritto:

No, MarcUs, lo rifiuto. Il merito è tutto e solo di Sam Jones, è la sua storia, sono le sue qualità. Anzi, di quella splendida accozzaglia che erano quei Celtics. Anzi ancora, di questa splendida accozzaglia che sono i Celtics. Anche oggi. Persino quando non vincono.


allora, come non scritto. :irish_drink:


:irish_drink:


consentimi allora un piccolo appunto: quando scrivi del 1957 confondi la North Carolina Central (gli eagles) di Sam Jones con la North Carolina Tar Heels che è la squadra con un record di 32 vinte e zero sconfitte e che vincerà il torneo NCAA nella celbre finale contro la Kansas di Chamberlain dopo ben 3 supplementari

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06/01/2022, 22:18
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Messaggio Re: Sam Jones #24
MarcUs ha scritto:
consentimi allora un piccolo appunto: quando scrivi del 1957 confondi la North Carolina Central (gli eagles) di Sam Jones con la North Carolina Tar Heels che è la squadra con un record di 32 vinte e zero sconfitte e che vincerà il torneo NCAA nella celbre finale contro la Kansas di Chamberlain dopo ben 3 supplementari


E' possibile, MarcUs, è possibile: in realtà l'ho trovato scritto, come ho trovato scritto tutto quanto e l'ho riportato. Non era al momento possibile verificare tutto, soprattutto a tanti anni di distanza. Ma mi pareva opportuno scoprire e mettere in luce almeno un poco l'uomo che stava dentro l'atleta. Sono consapevole che non basta e che da scoprire e da dire ci sarebbe ancora moltissimo che non ho neppur potuto prendere in considerazione. Ma da qualche parte bisognava pur cominciare a dire che Sam non ha solo vinto 10 anelli e segnato una fraccata di punti. O meglio, che quelli sono arrivati perché dietro ci sono stati un uomo e una vita. Per questo ho rifiutato il tuo complimento (di cui comunque ti ringrazio, come ringrazio i successivi pur non rispediti ai mittenti): voglio che non si parli di ciò che io ho fatto ma della sua vita e si ragioni su cosa significa. Credo avremmo tanto da riflettere e da capire, forse anche da imparare. E ciò ci potrebbe essere utile sia nei confronti di Sam, come dei ragazzi di oggi e di quelli che verranno.

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A CELTIC IS A CELTIC IS A CELTIC!


06/01/2022, 23:00
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Messaggio Re: Sam Jones #24
fidati: è sicuro :hf:

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06/01/2022, 23:59
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