So che qui dentro è pieno di scaramantici, quindi mi scuso se quello che dirò verrà preso nel verso sbagliato.
Non dico che abbiamo la serie in tasca, perché sarebbe una follia pensarlo, specie in uno sport come il basket, ma mi sento abbastanza sicuro nell'affermare, dopo aver visto le prime due partite, che il destino di questa serie nasce e muore con noi (e la fortuna/sfortuna).

Se in gara 1, dove eravamo privi delle nostre due ancore, dopo aver giocato un primo tempo stellare (uscendone, ahimè, con appena 8 punti di vantaggio), ho come avuto l'impressione che siamo stati noi (e la stanchezza/poca lucidità post Bucks) a regalare il terzo quarto e la partita a una squadra splendidamente allenata, solida e scaltra nello sfruttare le nostre mancanze; in gara 2, dove eravamo i veri noi stessi, ho visto una squadra dominante e superiore da qualunque punta di vista, con gli Heat in versione "cerbiatto davanti ai fari", appesi sostanzialmente alle giocate estemporanee di Butler e ai nostri errori (pochissimi), incapaci di tenerci testa se giochiamo al nostro meglio, come abbiamo fatto a larghi tratti da gennaio a oggi. La vittoria di ieri non è una vittoria da giornata di grazia: è l'ennesima vittoria di una squadra unita e consapevole, che non ha forzato niente, che ha fatto il suo gioco, venendo ricompensata con tanti ottimi tiri e tornate difensive con pochissime sbavature, già riadattata dopo certe criticità di gara 1. Io ci ho visto in controllo fin dall'inizio (dove gli Heat sono andati avanti, loro sì, perché in giornata di grazia dal tiro, almeno per i primi minuti), ma di quel controllo che si ha quando non solo si è superiori, ma anche quando si è rinfrancati da un abbinamento che ci permette persino di "respirare" di più fisicamente, dopo i Bucks. Loro non hanno gli Antetoukounpo, i Lopez, i Portis, gli Holiday; anzi, sono più piccolini, coi soli Butler e Tucker a giocare molto di fisico. E poi, noi abbiamo recuperato Rob Wiliams, che è assolutamente capace di fare la differenza sotto il canestro.
Ora, magari è solo la sbornia della vittoria dominante di ieri, magari sto prendendo una cantonata, però sono molto fiducioso.

dopo queste due gare, mi associo e ribadisco il concetto espresso nella serie con Milwaukee: siamo noi che dettiamo i destini di questa serie.
questo è un cambiamento radicale rispetto alle finali di conference del 2018 o del 2020, dove il pensiero era "beh, se all'avversario non entra il tiro da fuori / se la palla scotta nelle loro mani / tanti altri se", qui sono i nostri ad essere artefici del loro destino.

pur nella rovinosa gara-1 in ogni caso nel primo tempo e nell'ultimo quarto avevo visto una squadra che tiene in mano il filo del discorso e stanotte lo hanno fatto senza soluzione di continuità. fantastico!

alcune riflessioni sparse.
1) con una difesa meno arcigna nel pitturato, sono tornate soluzioni offensive mandate in soffitta nella serie con Milwaukee: a) il backdoor cut (mi viene in mente nel primo tempo assist di Tatum per Granito che taglia indisturbato per una comoda schiacciata), b) il Rob-lob (Smart che alza l'alley oop per Rob o Tatum che la alza per Rob).

2) con la disponibilità di Rob vedo, per ora, ancora quel mismatch favorevole di soluzioni difensive a nostro favore, perchè abbiamo di base:
a) opzione doppio lungo - Rob e Al
b) opzione doppio lungo tiratore - Al e Granito
c) opzione quintetto piccolo - Granito come unico lungo
Miami ha Adebayo (lungo atletico, ma non tiratore), Dedmon (circa un doppione di Adebayo) e poi P.J. Tucker, ma anche qualora decidesse di optare per il quintetto piccolo (Vincent-Herro-Strus/Robinson-Butler-Tucker) per allargare il massimo l'attacco e tirare dalla lunga, noi gli possiamo opporre (Smart-White/Pritchard-Brown-Tatum-Granito) e sei pari e patta.
mi sembra proprio che abbiamo sostanzialmente una mossa di vantaggio su di loro.

detto questo, gara-2 e soprattutto le ore prima di essa hanno mostrato che gli equilibri della serie sono fortemente dipendenti da tanti fattori esogeni che vanno mitigati attentamente (leggasi: salute in senso lato), quindi c'è poco da fare gli spiritosi.

sempre a proposito di spiritosi, certo, Butler ha fatto un po' troppo il bulletto dopo gara-1 e stesso dicasi Adebayo ed Herro. Il primo per la sottile perculata al famoso tweet di Brown (the energy is about to shift), il secono in partnership con il primo per essersi presentato in conferenza stampa come se la squadra e lui in primis fossero più occupati a pensare ai festeggiamenti rispetto a gara-2. Detto questo, la sculacciata di gara-2 non ci deve far cantare vittoria, questi sono cagnacci brutti e torneranno a mordere.

Che dire, è shiftata ancora...

Non credo che qualcuno qui dentro avrà da risentirsi se mi proclamo (auto-proclamo) scaramantico. Forse addirittura il più scaramantico del forum. E francamente niente di quello che scrivi mi sembra in grado di turbare la mia vigilia di gara 3. (già tormentata, di per sè)
Sottoscrivo ogni parola, ogni virgola (molto ben disposte, oltretutto), ogni sentimento che passa nel tuo intervento.

Siamo più forti.
Ne sono sicuro.
Siamo anche più convinti e siamo totalmente coinvolti in un progetto tecnico che ha una scadenza prossima (le finals) ma ha pure un lungo termine.
Udoka e il suo staff sono stati straordinari, impostando fin da subito una squadra in funzione di un grandissimo traguardo. Stevens ha fatto il resto con colpi meditati a gennaio.

Marcello, condivido tutto quello che scrivi e aggiungo che anche la nostra impressionante percentuale di realizzazione da tre viene da una variazione di giochi (dentro-fuori, attaccare il ferro e scaricare fuori, muovere perimetralmente) che hanno liberato spazi e varchi sul perimetro.
Abbiamo demolito una delle migliori difese della lega.
Grandissima reazione. Grande strategia. Grande dimostrazione di forza (tecnica, tattica e mentale).

A poche ore dalla gara non sapevano se Horford e Smart sarebbero stati della contesa, e questo dimostra che la mentalità del gruppo è davvero matura, pronta.
mi inchino ad Udoka e al suo staff. Le immagini video che arrivano dagli spogliatoi mostrano un clima idilliaco.

In riferimento alla decisione su/di White: molto meglio avere un giocatore sereno, che sa di avere nei compagni e nello staff tecnico un porto sicuro capace di comprendere le sue esigenze personali, piuttosto che un giocatore indotto a provare risentimento (anche inconsciamente), con tutto quel che ne consegue in termini di potenziale svagatezza e de-concentrazione.

Questo quanto alle caratteristiche peculiari del "lavoro" di White (dev'essere libero mentalmente per svolgerlo al meglio, visto che non deve redigere scartoffie in ufficio o stare catatonicamente alla catena di montaggio*).
Poi io, in generale, ritengo sempre sbagliato far prevalere la "professionalità" su qualsivoglia evento o circostanza afferente al "mondo della vita". White è un privilegiato? Sì, ma l'errore non è nel privilegio: è nelle privazioni che devono sopportare quasi tutti gli altri.

*beninteso, non assegno un grammo di valore in meno a tali mansioni, anzi. Si tratta solo di una valutazione "tecnica" circa la dose di concentrazione richiesta, che non è la stessa del giocare uno sport complesso ai massimi livelli di competitività.

il datore di lavoro deve (sottolineo deve) dare al dipendente la libertà di scelta.
Udoka ha infatti dichiarato di aver lui stesso spinto il giocatore a scegliere di tornare a Boston.
Perfetto.
Il dipendente poi può decidere.
Non è facile.
Noleggiare un aereo da Miami e arrivare a Boston nella notte non avrebbe compromesso nulla della qualità e delle virtù di White come uomo, padre e marito.

SMARTOLOGY

con questo neologismo credo di riuscire a illustrare il modo in cui tutti i Celtics stanno in campo.
C'è un'attenzione ed una consapevolezza di squadra che secondo me sono un valore aggiunto importante.
Per questo motivo in Gara1, privi di Horford e Smart siamo rimasti in partita a Miami dopo una serie estenuante con i Bucks.
Con Al e Marcus in campo la Smartology dei Celtics è stata evidente nei primi due quarti.

Sono assolutamente d'accordo Marcello !!

La cosa impressionante è che questa squadra non ha un vero e proprio playmaker, poiché Smart non nasce esattamente in quel ruolo e praticamente quando giochiamo small ball sono tutti in grado di gestire un possesso per non dare punti di riferimento a nessuno.
Grant si è preso grandi complimenti da compagni e coach, sta diventando un giocatore importante.

Ho sempre ammirato gli Heat per la loro capacità di reperire e costruire giocatori utili partendo da diamanti grezzi.
Ultime perle Gabe Vincent e Max Strus.
Gli Heat oggi hanno un roster pazzesco, una panchina lunghissima e qualunque giocatore esce dal campo viene sostituito da un giocatore di assoluto valore.
Noi abbiamo rotazioni molto corte a cui Udoka ricorre da gennaio, anche in gara2 i cambi sono entrati solo negli ultimi 5 minuti, nonostante il divario da un pezzo non permettesse di pensare che la partita potesse essere persa.
In questo modo i nostri 8 giocatori di rotazione sono sempre chiamati ad essere responsabili e soprattutto ormai giocano con una fiducia ed una intesa reciproca consolidate.
Gli Heat nonostante i nomi altisonanti, non sono in questa condizione.
Ci sono giocatori che entrano in campo con l'ansia da prestazione, (Duncan Robinson, Victor Oladipo, Tyler Herro) e questo indubbiamente nuoce agli Heat.
Spesso abbiamo visto tiri presi senza ritmo e fuori dai giochi.
Con Horford in campo la loro zona è andata a pallino.
La nostra difesa ti cuoce a fuoco lento, detta i tempi dei loro attacchi, e ogni canestro è sudato.
Siamo stati un po' troppo esposti ai rimbalzi offensivi, limitatamente al 1° Quarto.
È evidente come Robert non sia ancora pienamente recuperato ma è sempre un piacere schierarsi con un C di nome Robert.

Completo il quadro lasciato interrotto questa notte:

24 punti 12 assist 9 rimbalzi (e 40 minuti giocati)
24 punti 3 assist 8 rimbalzi
27 punti 5 assist 5 rimbalzi
19 punti 4 rimbalzi
10 punti 2 assist 3 rimbalzi
10 punti 3 assist 3 rimbalzi
5 punti 4 rimbalzi (20 minuti giocati)

Segnalo inoltre che i rincalzi sono riusciti a giocare da 4 (Stauskas) a 7 minuti (Nesmith)

LARGO A QUESTI CELTICS!!!

Magari ci sono delle limitazioni.
Se scende in campo, sta in mezzo a persone di tutti i tipi, si becca il Covid e va a Boston, magari fa peggio.
Magari non lo fanno nemmeno entrare in ospedale per stare con la famiglia e tanto vale rimanere a Boston.

Se non è facile, non è facile, quindi non dovrebbe essere così facile giudicarlo in modo così categorico.

Non possiamo dare per scontato che abbia fatto una scelta da pirla, dicendo "avrebbe potuto" quando in realtà no sappiamo se è vero.

Ha fatto una scelta che può essere condivisibile o no, ma pare essere sicuro al 100% che l'abbia fatta in accordo con la società per cui lavora, non la deve condividere con noi.
Come detto anche da qualcuno, forse (ed è una supposizione) ha ricevuto la benedizione anche da parte dei suoi compagni di squadra.

I giocatori fanno cappellate di tutti i tipi e gli viene dato un lasciapassare per quasi tutto, se uno salta una partita per assistere alla nascita del/della figlio/a viene trattato come uno che ruba in chiesa.

Ora non vorrei rivangare cose vecchie, ma Smart, che giustamente oggi viene incensato, aveva saltato una partita per aver tirato un pugno ad un quadro.
Sarà ben peggio che saltare una partita per stare con la moglie al momento del parto.

White sta facendo il suo e secondo me, per quello che vale la mia opinione, lo sta facendo bene.
La squadra ha vinto comunque quindi direi che la sua assenza non ha avuto effetti negativi.
Non sappiamo come si sia sentito lui nel fare la scelta che ha fatto, magari si sarà sentito una m***a all'idea di non essere coi compagni in campo, a differenza di quello che ipotizziamo noi.

Direi che un free pass sulla fiducia glielo si possa anche dare.

Credo che Theis e Nesmith potrebbero certamente risultare molto utili ma capisco Udoka che limitando le rotazioni, mantiene alta l'attenzione dei giocatori, la responsabilità in campo e la fiducia5 nei compagni
Non credo che la prestazione di Nesmith in Gara1 sia passata inosservata, ma Udoka ha dimostrato che costruire delle gerarchie solide è essenziale.
Viceversa, come reagirà l'ottimo Vincent al rientro di Lowry?

Non conosco lo stato di salute di Tucker ma senza di lui i nostri avversari perdono di colpo tanta fisicità.
Martin non è parso all'altezza e forse Morris lo sarebbe di più, ma è disabituato al campo.
La msggiore fisicità in campo è sempre un vantaggio.