Dentro i Celtics
La storia della franchigia
| Dentro i records
| Le divise dei Celtics
I
Boston Celtics sono una delle trenta squadre di pallacanestro che
militano nel massimo campionato professionistico statunitense, la
National Basketball
Association. Sono inseriti nella
Atlantic Division
dell'
Eastern Conference.
Hanno sede a
Boston, nel
Massachusetts. Sono di
proprietà della
Boston Basketball Partners LLC, un consorzio di
investitori guidato dal magnate della finanza
Wycliffe Grousbeck,
che ha rilevato la società nel 2002 da
Paul Gaston. Doc Rivers
è l'allenatore e
Danny Ainge, già nella franchigia come
giocatore, il general manager. Fondati nel 1946, sono la sola squadra, oltre ai New York
Knicks, ad aver sempre partecipato alla NBA. Hanno vinto per 17 volte il titolo NBA,
e dal 1959 al 1966 sono riusciti nell'impresa di vincerne otto consecutivamente,
record nella lega.
La squadra gioca le proprie partite casalinghe nel
TD Banknorth Garden.
I colori sociali sono il bianco e il verde, mentre il simbolo della squadra
è un
leprechaun.
1946-1956: La costruzione della Dinastia
Quando la
NBA (che inizialmente si chiamava
Basketball Association of America) giocava il suo primo campionato, nella stagione 1946-1947, i
Celtics sono presenti al debutto con una squadra non molto competitiva. Il presidente
Walter Brown, fondatore della franchigia, aveva messo insieme un gruppo di giocatori dal talento non eccelso, allenati da
John "Honey" Russell, che non portarono grandi risultati nei primi anni di appartenenza nella lega. Il debutto avviene il 5 novembre al
Boston Garden davanti a 4329 tifosi[3]. I
Celtics perdono la loro prima partita con i
Chicago Stags per 57-55. Quella prima stagione si chiuse con un record di 22 vittorie e 38 sconfitte e una eliminazione ai playoff per 2-1 da parte dei
Chicago Stags. Tra i pochi giocatori a mettersi in luce ne corso della stagione vi fu
Connie Simmons. Nelle successive tre stagioni la squadra non raggiunse risultati di alto livello, con una sola apparizione ai playoff (eliminazione al primo turno) e record (rapporto vittorie sconfitte) che non consentirono di competere con le franchige più forti.
La squadra del
Massachusetts non era ancora riuscita a fare il definitivo salto di qualità in modo da lottare con le migliori squadre per la conquista del titolo, perciò il proprietario della farchigia
Walter Brown decise di puntare, a partire dalla stagione 1950, su un nuovo allenatore,
Arnold "Red" Auerbach, che aveva fino a quel giorno allenato con alterne vicende i
Washington Capitols e i
Tri-Cities Blackhawks. Figlio di un ebreo russo scappato negli Stati Uniti lasciando la sua lavanderia di Minsk,
Arnold "Red" Auerbach fu soprannominato
Red (il Rosso) sia per il colore dei capelli che per il temperamento caratteriale abbastanza focoso.
A partire dalla stagione 1950-1951, con l'arrivo di
Ed Macauley (dai
St Louis Bombers) e di
Bob Cousy (proveniente dal fallimento dei
Chicago Stags), i
Celtics riuscirono per la prima volta a chiudere il campionato con un record vincente (39-30), venendo pero' eliminata al primo turno dei playoff dai
New York Knicks. L'abilità manageriale di
Arnold "Red" Auerbach permise a
Boston di ingaggiare per la stagione 1951-1952
Bill Sharman (acquistato dai
Washington Capitols), di accrescere il potenziale di
Bob Cousy, di raggiungere i primi posti nella
Eastern Division e il conseguimento di discreti risultati nei playoff, con 5 partecipazioni consecutive e 3 finali di Division (tutte perse).
1956-1969: La Dinastia
L'inizio della stagione 1956-1957 è contraddistinta da un importante scambio tra i
Celtics e i
St. Louis Hawks:
Bill Russell, prima scelta nel draft di quell'anno, venne ceduto dai
St. Louis Hawks ai
Celtics in cambio di
Ed Macauley e
Cliff Hagan. A questo arrivo s'affianca quello di
Tom Heinsohn che risulterà matricola dell'anno. La stagione si concluse con la conquista del primo titolo NBA nella storia della franchigia, sconfiggendo in finale i
St. Louis Hawks di
Bob Pettit dopo due tempi supplementari nella decisiva settima gara. Fu l'inizio del periodo noto come La Dinastia, dove i
Celtics vinsero undici titoli in 13 anni.
Nella stagione seguente, la finale vide ancora contrapposti i
Celtics contro i
St. Louis Hawks, ma furono questi ultimi ad avere la meglio, sconfiggendo la squadra del
Massachusetts in sei gare molto combattute, contraddistinte dall'infortunio del centro
Bill Russell. Nelle successive otto stagioni, i
Celtics segnarono il record, ancora imbattuto negli sport professionistici nord-americani, di otto titoli consecutivi. In questa striscia vincente, la franchigia incontrò per cinque volte in finale i
Lakers, iniziando una delle rivalità più importanti nella storia della NBA. Nel 1964
Red Auerbach fa dei
Celtics il primo team ad avere cinque afroamericani nel quintetto iniziale. Alla fine della stagione 1965-1966 lo storico coach si ritira, preferendo diventare general menager della squadra, e il suo posto viene preso da
Bill Russell, primo allenatore afroamericano della NBA, con il ruolo di giocatore-allenatore. Questa lunga striscia vincente viene interrotta nella stagione 1966-1967, con la sconfitta nella finale di
Eastern Division da parte dei
Philadelphia 76ers di
Wilt Chamberlain.
Nelle due stagioni seguenti (1967-1968 e 1968-1969) i
Celtics tornarono a trionfare e a conquistare il titolo NBA, in entrambe le occasioni contro i
Los Angeles Lakers: nella prima occasione la dispusta si concluse in sei gare, mentre nella seconda si è assisto a una delle finali più equilibrate nella storia della lega, conclusasi in sette gare e decisa negli ultimi secondi dell'ultima partita. A conferma di questo equilibrio il premio come miglior giocatore delle finali andò a
Jerry West, facente parte dei
Lakers (fino ad oggi nessun altro giocatore della squadra che ha perso le finali ha ricevuto il premio). Alla fine di questa stagione, Russell si ritirò, ponendo fine a quella che è stata la prima Dinastia della storia NBA.
1969-1979: La ricostruzione di una Dinastia
Nell'annata 1969/70 con il ritiro dall'attività sportiva di
Bill Russell,
Tom Heinsohn divenne il capo-allenatore e la squadra attraversò una inevitabile crisi, dazio da pagare nell'attesa di un ricambio generazionale che ormai sembrava inevitabile. La stagione terminò con un record negativo di 34 vittorie e 48 sconfitte non permettendo ai
Celtics di approdare ai playoffs, prima volta in venti anni.
Il 1970/71 è caratterizzato dall'arrivo dal draft di
Dave Cowens come quarta scelta assoluta. La stagione viene contrassegnata da un record positivo di 44-38 che non permette per il secondo anno consecutivo ai
Celtics di approdare ai playoffs.
Dave Cowens, insieme a
Geoff Petrie dei
Portland Trail Blazers, ricevette il Premio NBA matricola dell'anno. Comunque la squadra era in visibile crescita e nella stagione seguente con un record positivo di 56-26, tornerà a vincere la
Atlantic Division e raggiungere i playoffs. I
Celtics superarono prima gli
Atlanta Hawks in semifinale, per poi essere sconfitti nella finale di conference dai
New York Knicks.
Nel 1972-73 i
Celtics stabiliscono il nuovo record assoluto di vittorie nella stagione regolare di 68-14. Nei playoff sconfiggono gli
Atlanta Hawks in 6 partite e raggiungono i
New York Knicks in finale di Conference. Ancora una volta i
Knicks sconfiggono i
Celtics in gara sette al
Boston Garden per 94-78.
John "Honey" Russell, il primo allenatore dei
Boston Celtics viene inserito nella Hall of Fame.
L'anno successivo, si conclude con un record nella stagione regolare di 56-26. Nei playoff sconfiggono di seguito i
Buffalo Braves (in sei partite) e i
New York Knicks (in cinque partite). In finale si trovarono di fronte i
Milwaukee Bucks guidati da
Kareem Abdul-Jabbar. Finale fu molto combattuta con i
Celtics molto vicini al titolo dopo aver battuto i
Milwaukee Bucks in gara 5. Un colpo di scena accadde in gara 6 al
Boston Garden:
Kareem Abdul-Jabbar portà le finali alla settima partita con un gancio a 3 secondi dal termine. La serie torna quindi a
Milwaukee per la settima gara e i
Celtics riuscirono a battere i
Bucks per 102-87.
John Havlicek fu eletto MVP della finale.
La nuova stagione nonostante la perdita del centro
Dave Cowens per 2 mesi a causa di un infortunio, vide i
Celtics vincere facilmente la
Atlantic Division con un record di 60-22. Nei playoff vinsero rapidamente con gli
Houston Rockets in 5 partite e raggiunsero la finale della
Eastern Conference. Qui i
Celtics vennero battuti dai
Washington Bullets in 6 partite.
Bill Russell viene inserito nella Basketball Hall of Fame.
Nella stagione 1975/76 i
Celtics terminano al primo posto nella loro division con un record 54-28. Nei playoff avrebbero raggiunto le NBA Finals battendo i
Buffalo Braves e i
Cleveland Cavaliers in 6 partite. In finale contro i
Phoenix Suns vinsero le prime due gare al
Boston Garden. Tuttavia, i
Celtics dovettero subirebbe la siccità del deserto dell'Arizona, perdendo le due gare a
Phoenix. In gara 5 si arriva ai tempi supplementari con un punteggio finale di 128-126. L'ultima partita vede i
Celtics prevalere per 87-80. La serie si conclude 4 a 2.
Jo Jo White fu nominato MVP finale. La stagione 1976/77 si concluse con il secondo posto ed un record di 44-38. I
Celtics raggiunsero i playoff battendo i
San Antonio Spurs ma venendo eliminati dai
Philadelphia 76ers in 7 partite.
Nel 1977-78 i
Celtics attraversarono uno dei momenti più delicati della loro storia. Persero 23 partite su 34 quando coach
Tom Heinsohn venne licenziato e sostituito da un altro ex giocatore bostoniano
Tom "Satch" Sanders, confermando la tradizione che favorisce quasi sempre una soluzione interna.
Sanders concluderà la stagione al terzo posto con un deludente record di 32-50, mancando l'accesso ai playoff. Quello di
Sanders fu più che altro un interregno, visto che rimase solo per due "mezze" stagioni, lasciando la squadra a
Dave Cowens durante il campionato 1978-79. La stagione si concluse con un record negativo di 29-53, e l'esperienza di
Dave Cowens come giocatore-allenatore non convinse.
1979-1992: L'era Bird
Così, per la prima volta dai tempi di
Auerbach,
Boston scelse un allenatore che non era cresciuto nella famiglia biancoverde,
Bill Fitch. La stagione 1979-80 si presenta con
Fitch che ebbe la fortuna di trovarsi fra le mani già al suo primo anno un certo
Larry Bird proveniente dal NBA Draft del 1978. L'impatto fu immediato: la stagione regolare si concluse con un record di 61 vinte e 21 perse (da confrontare con il record dell'anno precedente). Nei playoff, dopo un 2 anni di assenza, i
Celtics battono gli
Houston Rockets in 4 partite. Tuttavia nel finale della
Estern Conference verranno sconfitti dai
Philadelphia 76ers in 5 partite.
Larry Bird sarà premiato come la
matricola dell'anno e
Bill Fitch come
allenatore dell'anno.
Al primo giro del draft del 1980 venne scelto
Kevin McHale, nell'ambito di un giro di scambi con i
Golden State Warriors che porterà a
Boston anche
Robert Parish.
Kevin McHale,
Robert Parish e
Larry Bird formeranno, secondo molti, la più forte frontcourt (la linea formata dal centro e dalle due ali) della storia della NBA. La stagione regolare si concluse con un record di 62-20, il migliore della NBA. Nei playoffs i
Celtics non ebbero alcun problema a disfarsi dei
Chicago Bulls in 4 partite. Nella finale di conference s'imposero sui
Philadelphia 76ers sette gare, con tiro vincente di
Larry Bird nei secondi finali. I
Boston Celtics affrontarono in finale NBA gli
Houston Rockets vincendo la serie per 4 a 2.
Cedric Maxwell fu nominato MVP delle finali.
I
Celtics confermano i progressi ottenuti vincendo la
Atlantic Division per il terzo anno di fila con il migliore record della NBA: 63-19. Nei playoffs dopo aver sconfitto i
Washington Bullets in 5 partite (4-1), vennero fermati in finale di Conference dai
Philadelphia 76ers: 3 a 4. Con il passare del tempo i rapporti tra
Bill Fitch ed i giocatori si deteriorarono e nella stagione 1982/83 i
Celtics raggiunsero un record di 56-26. Nei playoffs sconfiggeranno gli
Atlanta Hawks per 3 a 1, ma nella semifinale di Conference verranno sconfitti dai Milwaukee Bucks per 0 a 4.
I difficili rapporti tra i giocatori e
Fitch portarono la società a sostituire quest'ultimo con
K.C. Jones, ex playmaker della Celtic-Dynasty. Nella stagione 1983/84 i
Celtics acquistarono dai
Phoenix Suns Dennis Johnson. La stagione regolare si concluse con un record di 62-20 e la prima posizione nella
Eastern Conference, mentre
Bird vinse il Premio NBA
miglior giocatore dell'anno. Nei playoffs la squadra superò i
Washington Bullets (3-1), i
New York Knicks (4-3) e i
Milwaukee Bucks in finale di Conference per 4 a 1. Le finali saranno un deja-vu:
Celtics-Lakers. L'antica rivalità viene rinverdita dal duello
Larry Bird-Magic Johnson, ma anche da quello fra
Robert Parish e
Kareem Abdul-Jabbar. La serie fu molto combattuta e mise a confronto lo
Showtime dei
Lakers contro il
Celtics-Pride di
Boston. Le finali si conclusero per 4 a 3 per i verdi.
La stagione 1984/85 sembra un preludio per rivedere il remake
Celtics-Lakers in finale.
Boston fece registrare nella stagione regolare un record di 63-19, e
Bird vinse di nuovo il Premio per il
miglior giocatore dell'anno. Nei playoff la squadra superò i
Cleveland Cavaliers in 4 partite, i
Detroit Pistons in 6. La finale della Eastern si disputarono contro i
Philadelphia 76ers, a loro volta superati in 5 partite (4-1). La serie delle Finals iniziò positivamente con una vittoria netta chiamata successivamente il
"Massacro del Memorial Day" (a
Los Angeles,
Boston vinse di 34 punti). Ma la serie prese in seguito una direzione diversa: i
Lakers finalmente riuscirono a sconfiggere i
Celtics nelle finali (prima volta dopo otto sconfitte consecutive) per 4 a 2.
Nella successiva stagione regolare la franchigia del Massachusetts raggiunse il record di 67 vittorie e 15 sconfitte;
Bird conquistò ancora il premio come
miglior giocatore dell'anno. Nei playoff i
Celtics superarono i
Chicago Bulls (3-0), gli
Atlanta Hawks (4-1) e nelle finali di Conference i
Milwaukee Bucks (4-0). Sorpresa nella
Western Conference: gli
Houston Rockets dell'ex
Bill Fitch batterono nettamente i favoriti
Los Angeles Lakers. La serie delle
Finals si concluse per 4 a 2 in favore dei
Boston Celtics.
La stagione successiva si aprì sotto i peggiori auspici: la seconda scelta del Draft 1986,
Len Bias, selezionato dai
Celtics, morì per un'overdose di cocaina. Nonostante ciò la squadra continuò ad essere tra le migliori, vincendo la
Atlantic Division con un record di 59-23. Nei playoff sconfisse i
Chicago Bulls (3-0), i
Milwaukee Bucks (4-3) e nelle finali di Conference i
Detroit Pistons (4-3). In finale ritrovò nuovamente i
Los Angeles Lakers, e, come due anni prima, la serie si concluse 4 a 2 per i giallo-viola losangelini.
L'età dei giocatori (una media di oltre 30 anni) non fu un ostacolo per i
Celtics che vinsero la
Atlantic Division con un record di 57-25. Nei playoff superarono i New York Knicks in 4 partite (3-1) e con molta difficoltà gli Atlanta Hawks di Dominique Wilkins: 4 a 3. Nella finale di Eastern Conference s'imbatterono nei
Detroit Pistons dei bad boys
Isiah Thomas e
Bill Laimbeer: la serie terminò in 6 partite, 4 a 2 per i "Pistoni".
Quando
K.C. Jones decise di lasciare la panchina biancoverde e passare al front office, Auerbach optò per l'ennesima soluzione interna, promuovendo
Jim Rodgers, fino a quel momento il vice di
Jones. La stagione trascorse con l'importante assenza di
Larry Bird (giocò solo 6 partite) ed i
Celtics fecero registrare un record di 42 vittorie e 40 sconfitte (ottava ed ultima media valida per l'ingresso nei playoff di
Eastern Conference). Al primo turno dei playoff furono facile preda dei
Detroit Pistons: 0 a 3.
Con il ritorno di
Larry Bird a tempo pieno, i
Celtics raggiunsero un record nella stagione regolare di 52-30. Nei playoff i verdi si portarono subito sul 2-0 nella serie contro i
New York Knicks. Tuttavia crollarono perdendo le rimanenti tre partite della serie compresa quella decisiva al
Boston Garden.
Jim Rodgers dopo la pesante sconfitta fu licenziato.
Il nuovo allenatore, dopo il rifiuto di
Mike Krzyzewski, divenne
Chris Ford, assistente ed ex giocatore bostoniano. I
Celtics cercarono di cambiare pelle con
Reggie Lewis e
Brian Shaw diventando una squadra più veloce e da contropiede. La stagione regolare del 1990-91 si concluse con un record di 56-26. Nei playoff la squadra superò gli
Indiana Pacers (3-2), ma venne fermata in semifinale di Conference ancora dai
Detroit Pistons per 4 a 2.
Nonostante la prolungata assenza di
Larry Bird e
Kevin McHale per gran parte della stagione, i
Celtics, sostenuti da
Reggie Lewis, raggiunsero il record di 51-31 nella stagione regolare del 1991-92. Nei playoff superarono gli
Indiana Pacers (3-0), ma vennero eliminati in semifinale di Conference dai
Cleveland Cavaliers, che vinsero la serie di sette partite per 4 a 3. A fine stagione Larry Bird annuncerà il proprio ritiro dopo la partecipazione ai Giochi olimpici di Barcellona 1992 con la squadra degli Stati Uniti, il
Dream Team.
1992-2007: Il declino
Con il ritiro di
Larry Bird, i
Celtics ebbero un inizio campionato traumatico: persero otto partite su dieci disputate. La stagione regolare si concluse comunque positivamente con un record di 48-34. Nei playoff vennero subito sconfitti dagli
Charlotte Hornets per 3 a 1. Durante i playoff a
Reggie Lewis, allora stella nascente, fu diagnosticato un battito cardiaco irregolare. Nonostante gli avvertimenti del medico Lewis continuò l'attività agonistica e mentre giocava una partita di allenamento ebbe un arresto cardiaco e morì. Aveva solo 27 anni. La tragica morte di
Reggie Lewis ed il ritiro di
Kevin McHale fanno si che i
Celtics non raggiungano i playoff per la prima volta in 15 anni con un record negativo di 32-50. A fine stagione
Robert Parish, diventato free agent, si trasferirà agli
Charlotte Hornets e
Dino Radja finisce secondo nella graduatoria d'assegnazione del premio NBA
matricola dell'anno. La stagione regolare 1994/95 si concluse con un record di 35-47, permettendo comunque alla squadra di partecipare ai playoff. I
Celtics verranno sconfitti dagli
Orlando Magic per 3 a 1, che quell'anno raggiungeranno la finale.
Nel 1995 i
Celtics cambiarono "casa" abbandonando lo storico
Boston Garden per il nuovo
TD Banknorth Garden, privo della magia del vecchio palazzo (fu comunque trasferito l'originale parquet a doghe incrociate).
Chris Ford lascia la panchina a
M.L. Carr anch'esso ex giocatore di Boston. La stagione si concluse con un record negativo di 33-49. Nel 1996 i Celtics festeggiarono il 50° anniversario dalla nascita (1946). La stagione non fu altrettanto "celebrativa". Il record fu di 15 vinte e 67 perse. La nota positiva fu la matricola
Antoine Walker e l'ingaggio come allenatore di
Rick Pitino per la stagione successiva.
Nel 1997 i Celtics scelgono al Draft NBA
Chauncey Billups che però delude e a metà campionato verrà girato ai
Toronto Raptors.
Rick Pitino condusse la squadra ad un record di 36-46, fallendo per la terza volta l'accesso ai playoff.
Larry Bird entra nella Basketball Hall of Fame. I
Celtics continuarono la ricostruzione ottenendo dal Draft 1998
Paul Pierce. Tuttavia il cambiamento non portò effetti immediati: il record stagionale si fermò a 19-31 e i tifosi iniziarono a contestare il coach. La "cura-Pitino" continuà a non funzionare neanche l'anno successivo, attirandosi le critiche sempre più insistenti dei tifosi e dei mass media. Il record di quella stagione fu di 35 vittorie e 47 sconfitte.
Kevin McHale viene inserito nella Basketball
Hall of Fame.
L'inizio della stagione 2000/01 vide i
Celtics con un record negativo di 12-22 causando le dimissioni di ò che lasciò una squadra non certo vincente ma dal solido nucleo, al nuovo coach
Jim O'Brien che portò la squadra ad un recod finale di 36-46.
O'Brien portò i
Celtics nella stagione 2001/02 ad un record finalmente positivo di 49-33, garantendo il terzo posto nella
Eastern Conference e l'accesso ai playoff. Qui
Boston al primo turno superò i
Philadelphia 76ers per 3-2 e i
Detroit Pistons con un netto 4-1. La finale di
Eastern Conference si giocò con i
New Jersey Nets. La riscossa del nuovo "Celtic Pride" si fermò qui: 4-2 per i Nets, ma con la nota positiva della crescita dell'accoppiata
Paul Pierce e
Antoine Walker.
Pierce e
Walker spingono i
Celtics al sesto posto e alla qualificazione ai playoff 2003 con un record di 44-38. Nei playoff superarono gli
Indiana Pacers per 4-2. Al secondo turno furono eliminati nuovamente dai New Jersey Nets per 4-0.
Robert Parish viene inserito nella Basketball Hall of Fame. La stagione 2003/04 s'inaugura con la cessione ai
Dallas Mavericks di
Antoine Walker. Questa e altre scelte da parte di
Danny Ainge, diventato General Manager dei
Celtics, produsse attriti con l'allenatore
Jim O'Brien, che sfociarono nelle dimissioni di quest'ultimo dopo la cessione di
Ricky Davis. Ad allenare la squadra venne chiamato
John Carroll. La stagione regolare terminò con un record di 36-46 che permise ai
Celtics di arrivare ai playoff. Qui vennero sconfitti dagli
Indiana Pacers per 4-0.
Nel 2004 arriva un nuovo coach,
Doc Rivers, ed il campionato inizia con un mediocre 13-16 al passivo. A metà stagione avviene il ritorno di
Antoine Walker dagli
Atlanta Hawks, scambiato con
Gary Payton. Gli effetti si vedranno subito: i
Celtics vinceranno 10 delle loro 11 partite restanti, arrivando primi nella
Atlantic Division dopo 13 anni di astinenza con un record di 45-37. Nei playoff, la spinta vincente si fermerò al cospetto degli
Indiana Pacers: 4-3 il risultato finale. Il 2005/06 fu contrassegnato dalla cessione di
Antoine Walker ai
Miami Heat e dallo scambio con i
Minnesota Timberwolves che portarono a Boston
Wally Szczerbiak,
Michael Olowokandi,
Dwayne Jones e una prima scelta al draft. Questo cambiamento non portò risultati significativi e la stagione si concluse con un record di 33-49. Nell'ottobre 2006 muore il patriarca ed ideatore dei "grandi"
Boston Celtics,
Red Auerbach, all'età di 89 anni. La stagione regolare, segnata anche dalla prematura scomparsa del playmaker degli anni '80, risultò altalenante per gli infortuni a
Paul Pierce e si concluse con un record di 24-58.
2007-2008: Il 17° titolo
Nella stagione 2007/08 i
Boston Celtics fanno due grandi acquisti:
Ray Allen e
Kevin Garnett. Il General Manager
Danny Ainge architetta infatti un ennesimo scambio: manda ai
Seattle SuperSonics Delonte West,
Wally Szczerbiak e
Jeff Green per ottenere
Ray Allen e
Glen Davis. Con l'ex bostoniano
Kevin McHale GM dei
Minnesota Timberwolves pianifica il passaggio di
Kevin Garnett in maglia biancoverde cedendo
Al Jefferson,
Ryan Gomes,
Sebastian Telfair,
Gerald Green,
Theo Ratliff.
Ray Allen,
Kevin Garnett e
Paul Pierce vengono annunciati nella pre-season come i
"big three". La stagione regolare finisce con un record di 66-16 (la migliore della lega) e l'accesso ai playoff dove i
Celtics superano
Atlanta Hawks (4-3) e i
Cleveland Cavaliers (4-3). Il 30 maggio 2008, vincendo per 4-2 la finale della
Eastern Conference contro i
Detroit Pistons, i
Celtics raggiungono le NBA Finals 2008, in cui affrontano i
Los Angeles Lakers.
Per i
Celtics si tratta del ritorno alle finali NBA dopo ventuno anni di assenza. Si rinnova quindi il duello storico della NBA, le finali che furono scenari di battaglie tra
Bill Russell,
Elgin Baylor,
Jerry West,
Bob Cousy,
Larry Bird,
Earvin "Magic" Johnson,
Robert Parish e
Kareem Abdul-Jabbar oggi appartengono a
Paul Pierce e
Kobe Bryant. La finale NBA
Celtics-Lakers mancava ormai dal 1987. Il
17 giugno 2008, i
Boston Celtics vincono il loro diciassettesimo titolo NBA battendo i Lakers in gara 6 con il risultato di
131-92, che rappresenta la vittoria con più largo margine in una gara decisiva per il titolo. Il record precedente era il 129-96 stabilito da Boston sempre contro i Lakers, in gara 5 delle finali del 1965. Protagonisti assoluti di questo successo sono stati
Ray Allen,
Kevin Garnett e
Paul Pierce nominato anche
MVP delle finali.
2008-09
La stagione successiva parte bene per i
Celtics che si stanziano al top della lega, ma a causa dell'infortunio din uno dei loro leader,
Kevin Garnett, la squadra non ripete la cavalcata trionfale dell'anno precedente (l'assenza di KG nella postseason si rivelerà decisiva). La squadra, infatti, chiude la Regular Season con un record di 60 vittorie e 22 sconfitte, terzo nell'NBA e secondo nella Eastern Conference. Ai playoff la squadra incontra al primo turno i
Chicago Bulls; la serie è molto equilibrata e anche se i
Celtics vanno sotto più volte, alla fine riescono a vincere la serie a gara 7. Al secondo turno affrontano gli
Orlando Magic, capitanati da
Dwight Howard e anche questa serie si rivela molto equilibrata; i
Celtics, dopo aver condotto per 3 a 2, vengono sconfitti in gara 7 al TD Garden. Si segnala comunque
Rondo che nella postseason va vicino a sfiorare la tripla doppia di media.
2009-10
Durante l'estate 2009 i
Celtics ingaggiano dai
Detroit Pistons l'ala/centro
Rasheed Wallace per migliorare il gioco nel "pitturato" e per andare alla ricerca del titolo per il terzo anno consecutivo. La stagione regolare però risulta deludente, con la squadra che si piazza al quarto posto della Eastern Conference e data per sconfitta già al primo turno. Unica nota positiva risulta ancora
Rajon Rondo: il giovane play preso al draft 2006 che si era dimostrato una buona promessa nelle due stagioni precedenti (11.9 ppg e 8.2 apg nel 2009) compie il definitivo salto di qualità già intravisto agli ultimi playoff, diventando All-Star e andando a formare il
Fantastic Four dei
Celtics. Ai playoff invece i
Celtics mostrano il gioco e l'intensità, specialmente difensiva, che avevano dimostrato nell'anno del 17º titolo e dopo aver battuto i
Miami Heat al primo turno, in semifinale di Conference trovano i super favoriti
Cleveland Cavaliers del 2 volte MVP
LeBron James; i verdi, dopo essere andati due volte sotto nella serie, da gara 4 in poi sconfiggono sempre i
Cavs e accedono dopo 2 anni alla finale della Eastern Conference, contro
Orlando. Qui i
Celtics hanno la meglio in ogni gara della serie, mostrando più voglia di vincere e determinazione; emblematico il gesto di
Rondo in gara 3 quando da una palla persa, la ruba da sotto le gambe di
Jason Williams e va a segnare in layup sul tabellone; la serie si concluderà col punteggio di 4 a 2 e segna il ritorno in finale dei
Celtics, contro i
Los Angeles Lakers così come nel 2008.
La serie è bellissima ed evoca i ricordi degli anni della dinastia e della grande rivalità.
Boston va sotto anche in questa serie. Sul 2 a 1 in favore dei rivali, i
Celtics si aggiudicano gara 4 grazie anche a un'eccellente prestazione della panchina; I
Celtics vincono anche gara 5. Per gara 6 si torna a
Los Angeles, ma
Kendrick Perkins è costretto ad uscire dal campo per infortunio e i
Celtics vengono sconfitti.
Boston si presenta quindi alla decisiva gara 7 con l'assenza del centro titolare e la partita vedrà prevalere, col punteggio di 83-79, i
Los Angeles Lakers che si aggiudicano l'anello.
2010-11
Per la stagione successiva il team di
Doc Rivers continua a puntare sul
Fantastic Four (rinnovi per
Pierce e Allen) e per impreziosire il quintetto si affida a due pivot di esperienza in cerca dell'anello:
Shaquille O'Neal e
Jermaine O'Neal. Nonostante un ottimo record, pur con diversi infortuni, a metà stagione il centro titolare
Perkins viene sorprendentemente mandato agli
Oklahoma City Thunder in cambio di
Jeff Green e
Nenad Krstic. Il resto della regular season vede un rallentamento dei
Celtics, che chiudono al terzo posto nella
Eastern Conference. Dopo aver superato i
Knicks al primo turno dei playoff per 4-0, i "verdi" vengono eliminati per 4-1 dai
Miami Heat con
Rondo che infortunato durante la serie per un intervento criminale di Wade, sarà costretto a giocare la serie con un braccio solo. Ancora una volta un infortunio penalizza i
Celtics, la fortuna non arride proprio ai ragazzi di
Rivers.
2011-12
Nella stagione 2011-2012, partita solo il 25 dicembre a causa del Lockout
NBA, i
Celtics non operano grandi colpi di mercato, ma riescono comunque a ottenere
Brandon Bass dagli
Orlando Magic in cambio di
Glen Davis. Durante questa stagione i
Celtics sono afflitti da numerosi infortuni, anche gravi: la squadra perde infatti
Jeff Green e Chris Wilcox per tutta la stagione per problemi cardiaci,
Mickael Pietrus per commozione cerebrale e
Jermaine O'Neal per un infortunio al ginocchio prima e al polso poi. La partenza è la peggiore negli ultimi anni: i
Celtics partono con un bilancio di 15-17 rischiando addirittura di non qualificarsi ai playoff. Tuttavia, dopo l'All-Star Game, la squadra inizia una lunga serie positiva scalando così la
Eastern Conference; i motivi di questa risalita possono essere sintetizzati nello spostamento di
Garnett da ala grande a centro in seguito all'infortunio di
O'Neal. Riescono ad entrare nei playoff ed incontrano al primo turno gli
Hawks. La squadra di
Atlanta oppone una notevole resistenza, ma i
Celtics li sconfiggono per 4-2. Al secondo turno trovano i
Philadelphia 76ers, ed inizia una serie di combattutissime partite, che si protraggono fino a gara sette. Alternando una vittoria ad un sconfitta, alla fine i
Celtics hanno la meglio e passano in finale di conference contro i
Miami Heat.
Rondo si dimostra più volte un elemento fondamentale, dal gioco più dinamico del resto della squadra. Nelle partite contro gli
Heat vengono sconfitti a
Miami entrambe le volte. I
Celtics tuttavia vincono sia le partite al
TD Garden sia alla quinta, a
Miami, con il leggendario sigillo di
Pierce in faccia a
James. La sesta, di nuovo a
Boston, viene conquistata dagli
Heat: il risultato rimane così in stallo sul 3-3. Nella decisiva gara 7 i
Boston Celtics vengono sconfitti dai
Miami Heat per 101 a 88, che con questa vittoria si laureano per la seconda volta consecutiva campioni della
Eastern Conference guadagnandosi il diritto a giocare la Finale
Nba con gli
Oklahoma City Thunders.
class="verde">2013-2015
In vista della stagione successiva i
Celtics decidono di attuare una rivoluzione totale; il primo passo è l'avvicendamento dopo 9 anni di
Rivers, ottenendo una prima scelta al draft 2015 dai
Los Angeles Clippers per liberarlo. Il 28 giugno 2013, giorno del draft, si accordano con i
Brooklyn Nets per la cessione di
Garnett, Pierce e Jason Terry in cambio di
Gerald Wallace, Kris Humphries (in scadenza di contratto), MarShon Brooks, Kris Joseph, Keith Bogans e alcune prime scelte a draft futuri. La trattativa verrà ufficializzata il 10 luglio. L'obbiettivo della dirigenza, come dichiarato dal DG
Danny Ainge, è di ricostruire da capo la rosa, costruendo la squadra intorno a
Rondo, considerato il futuro dei
Celtics. Il 3 luglio 2013
Brad Stevens (finalista con la
Butler University in NCAA nel 2010 e 2011) è stato nominato capo-allenatore. La prima stagione di rivoluzione per
Boston è disastrosa come ci si aspettava con 59 sconfitte e appena 23 vittorie caratterizzata anche dall'infortunio di
Rajon Rondo.
Al Draft vengono scelti con il numero 6 il playmaker/guardia
Marcus Smart (in foto) ed il tiratore
James Young alla numero 13. La stagione inizia con 3 vittorie e 5 sconfitte.
Rajon Rondo torna alla grande, mantenendo una media di 12 assist per partita. Con i 16 assist della partita contro i
Cleveland Cavaliers,
Rondo supera
Paul Pierce e diventa il quarto miglior assistman della storia della franchigia.
Ma non sempre le ciambelle riescono col buco e il giocatore sul quale poggiano le colonne del nostro presente ci lascia. Vista la difficoltà per un rinnovo contrattatturale,
Rondo in scadenza nell'estate 2015, il 18 dicembre 2014 dopo 7 stagioni e mezzo in
Massachusetts viene ceduto insieme a
Dwight Powell ai
Dallas Mavericks in cambio di
Jae Crowder, Jameer Nelson, Brandan Wright oltre ad una prima scelta al draft 2015 ed una seconda quello successivo. Con la partenza di
Rondo, capitano della squadra ed unico superstite dell'anello 2008, di fatto la franchigia riparte ancora una volta da capo.
La squadra anche senza
Rondo trova i giusti equilibri, nonostante un altro pezzo pregiato come
Jeff Green venga ceduto. Anzi i
Celtics raggiungono i playoff con la settima posizione assoluta con un record al temine dalla stagione 2014/15 di
40-42, sfiorando quindi un quasi insperato 50% di vittorie. La serie di playoff contro
Cleveland non è molto combattuta ed un secco 4 a 0 pone fine alla comunque positiva stagione dei
Celtics. I margini di crescita palesati sembrano essere importanti e
Smart, Bradley, Crowder, Sullinger, Olynyk, Thomas e tutti gli altri componenti della franchigia, sembrano assicurare un futuro piuttosto radioso.
La notte del draft 2015 arrivano a
Boston ben quattro rookie:
Terry Rozier, R.J. Hunter, Jordan Mickey e Marcus Thornton. A parte quest'ultimo che ha scelto di giocare in
Australia, gli altri tre rookie vengono tutti messi sotto contratto. A questi si aggiungono alcuni nuovi giocatori arrivati via trade a dal mercato dei free agents:
David Lee, Amir Johnson, Perry Jones III oltre ai rinnovi di
Crowder e Jerebko. L'organico sembra essere migliorato rispetto alla stagione precedente e tutti i tifosi italiani possono constatarlo visto che in pre-season i
Celtics sifdano l'
Olimpia a Milano il 6 ottobre 2015.
2015-2017: La rinascita con Isaiah Thomas
La stagione successiva si rivela positiva per i biancoverdi, che non scendono mai oltre il quinto posto nella
Eastern Conference, con uno scatenato Thomas che partecipa all'All Star Game per la prima volta in carriera; i Celtics raggiungono i playoff con il quinto posto a Est e incontrano gli Atlanta Hawks al primo turno; gli avversari si portano subito in vantaggio per 2-0, ma la franchigia del Massachusetts si ricompone nelle successive due gare casalinghe, infilando due vittorie consecutive con Isaiah Thomas autore di 42 punti in gara 3. Gli Hawks porteranno a casa gara 5 e gara 6, eliminando la squadra di Boston e avanzando al turno successivo.
La stagione 2016-2017 comincia in estate con l'arrivo dell'ala Jaylen Brown come terza scelta al Draft e l'ingaggio dell'All-Star Al Horford.
Il 30 dicembre 2016 Isaiah Thomas segna 52 punti, di cui 29 nel solo ultimo quarto, nella sfida casalinga contro i Miami Heat, la quarta miglior prestazione nella storia dei Boston Celtics a soli due punti dal record di sempre per punti nell'ultimo quarto, 31 segnati da Wilt Chamberlain nel 1962.
La squadra si qualifica ai playoff con il primo posto della Eastern Conference. Al primo turno la squadra supera per 4-2 i Chicago Bulls, malgrado un avvio stentato dovuto anche alla morte della sorella di Isaiah Thomas in seguito alle conseguenze di un incidente stradale avvenuto nello stato di Washington. Successivamente, Thomas e compagni riescono a vincere la serie contro i Washington Wizards di John Wall, vincendo gara 7, in una serie dove è sempre stato rispettato il fattore campo e dove Isaiah Thomas in gara 2 si rende protagonista di una super prestazione da 53 punti. Nelle finali di Conference il sogno di Boston si interrompe: vengono battuti nettamente 4-1 dai Cleveland Cavaliers di Lebron James, con gara 2 che fa registrare la peggiore sconfitta interna della storia dei Celtics.
2017-2019: L'addio di Thomas e l'arrivo di Irving e Hayward
Dopo essere stati sorteggiati alla Draft Lottery come detentori della prima scelta assoluta (ottenuta nello scambio di 4 anni prima che aveva riguardato anche Pierce, Garnett e Terry), il GM Danny Ainge decide di fare trade-down e la scambia ai 76ers per la terza più altre scelte future. Scelgono quindi l'ala Jayson Tatum, da Duke. Inoltre, durante il secondo giro selezionano l'ala forte Semi Ojeleye (237) e le guardie Kadeem Allen (53) e Jabari Bird (256).
Il 4 luglio ingaggiano il free agent ex Utah Jazz Gordon Hayward con un contratto di 128 milioni di dollari in 4 anni. Sorge però un problema: avendo sforato il salary cap e dovendo pagare la luxury tax, sono costretti a scambiare il leader difensivo Avery Bradley (che sarebbe andato in scadenza nel 2018 e avrebbe richiesto un adeguamento) per Marcus Morris più una seconda scelta dei Detroit Pistons.
Il 23 agosto in un clamoroso scambio, Boston cede ai Cleveland Cavaliers Isaiah Thomas, Jae Crowder, Ante Zizic, la scelta dei Nets al primo giro del Draft 2018 e la seconda scelta dei Celtics del Draft 2020 in cambio di Kyrie Irving. Il sogno di vedere in campo Irving e Hayward dura però pochissimo per i tifosi dei Celtics, in quanto l'ex Utah si frattura una tibia nella partita inaugurale della stagione contro i Cleveland Cavaliers. Nonostante diversi infortuni durante la stagione, i Celtics riescono a chiudere al secondo posto a Est dietro i Raptors con il record di 56-26. Si sottolinea ancora una volta il genio di Stevens in panchina che riesce a fare rendere al meglio i giocatori, soprattutto i giovani: da segnalare la crescita impressionante di Brown, Tatum, Rozier e Ojeleye: tanti minuti giocati per loro a causa dei frequenti infortuni in casa biancoverde. Nel frattempo, da segnalare che l'11 febbraio 2018, i Celtics hanno ritirato la maglia n.34 di Paul Pierce, annunciando l'anno successivo di avere intenzione di ritirare anche la n.5 di Kevin Garnett, per rendere omaggio ai due fautori dell'unico titolo per i biancoverdi degli ultimi trent'anni. Inoltre i due compagni di avventura vengono inseriti dalla rivista giornalistica Bleacher Report tra i 50 giocatori NBA più forti della storia. Prima della post-season Irving, d'accordo con la società, decide di operarsi al ginocchio per rimuovere completamente i fastidi derivanti dall'operazione alla rotula del 2015. Ai playoff i Celtics continuano a stupire nonostante l'assenza delle loro due stelle: riescono a passare faticosamente il primo turno contro i Bucks di Antetokounmpo per 4-3, godendo di ottime prestazioni di Brown, Rozier, Tatum e soprattutto Horford, più l'impatto essenziale dalla panchina di Morris.
Al secondo turno contro i giovani Philadelphia 76ers del duo Simmons-Embiid, dominano la serie vincendo agilmente 4-1 e andando alle finali di Eastern Conference contro i Cavaliers di LeBron James perdendo però 4-3.
All'inizio della stagione 2018-2019 i Celtics hanno uno dei roster più interessanti e talentuosi di tutta la lega, e iniziano subito con una vittoria nell'Opening Night contro i Philadelphia 76ers. Il primo novembre 2018 segnano un nuovo record di franchigia con le 24 triple messe a bersaglio nella vittoria in casa contro i Milwaukee Bucks di Giannīs Antetokounmpo, che arrivavano alla gara con un record di sette vittorie e zero sconfitte, riuscendo quindi anche a porre fine all'imbattibilità di Milwaukee. A causa di vari fattori la stagione dei Celtics stenta però a decollare, così Brad Stevens decide di fare partire dalla panchina Jaylen Brown e Gordon Hayward (che non si è ancora ripreso del tutto dal grave infortunio della passata stagione), spostando Marcus Morris, autore di un grande inizio di stagione, e Marcus Smart in quintetto. Dopo un breve periodo con qualche vittoria di fila dove i Celtics sembravano avere ripreso il ritmo, arrivano altre tre sconfitte di fila. Kyrie Irving non è soddisfatto della situazione, rimproverando soprattutto i più giovani per lo scarso impegno, e da quel momento si carica la squadra sulle spalle, portando i Celtics alla vittoria contro i Toronto Raptors, mettendo a segno 18 assist (career high), e piazzando anche la tripla decisiva per il definitivo allungo dei Celtics. Il giorno dopo arriverà un'altra vittoria contro gli Atlanta Hawks e qualche giorno dopo, nella serata dedicata a Martin Luther King, arriverà la terza vittoria di fila contro i Miami Heat, gara dove Kyrie Irving realizza anche 8 palle rubate, suo nuovo career high. Arrivati ai playoff come quarta testa di serie sconfiggono per 4 a 0 gli Indiana Pacers privi di Victor Oladipo, infortunatosi durante la regular season. Al secondo turno incontrano i Milwaukee Bucks di Giannīs Antetokounmpo, i quali vengono battuti dalla squadra di Boston per poi vincere le successive 4 partite andando alle finali di conference.
2020-presente: L'esplosione di Tatum e Brown e il diciottesimo titolo
Durante la free agency 2019 perdono Kyrie Irving, accasatosi ai Brooklyn Nets, e Al Horford, accasatosi ai Philadelphia 76ers, riuscendo però a ingaggiare Kemba Walker per quattro anni al massimo salariale in una sign and trade con gli Charlotte Hornets che comprende anche Terry Rozier. Nel reparto lunghi acquistano inoltre il centro Enes Kanter, fresco vicecampione della Western Conference nella stagione precedente con la maglia dei Portland Trail Blazers, per un biennale da 10 milioni di dollari complessivi. Dopo avere perso la prima partita del campionato contro i Philadelphia 76ers di Joel Embiid e Ben Simmons, i Celtics ottengono 10 vittorie consecutive, grazie a uno straordinario Kemba Walker che realizza 28 punti di media nelle prime 15 partite. Tuttavia, la stagione di Walker sarà molto travagliata a causa dei vari infortuni alla testa (rimedierà una lesione cerebrale contro gli Indiana Pacers che comunque gli farà saltare solo tre partite) e un problema al ginocchio che gli farà saltare una quindicina di partite di campionato, riuscendo tuttavia a prendere parte all'All-Star Game assieme al compagno di squadra Jayson Tatum, alla sua prima partecipazione. è proprio Tatum che prenderà in mano la squadra nel corso dell'anno, tanto da venir nominato Giocatore del mese della Eastern Conference per il mese di febbraio, in cui superò quota 30 punti in otto partite su dodici disputate ed eguagliò il record di Larry Bird, John Havlicek e Paul Pierce avendo realizzato 20 punti in dieci partite consecutive. Anche Jaylen Brown, altro giovane scelto al draft dai Celtics nel 2016, è protagonista di una grande crescita nel corso dell'annata, tanto da essere nominato per due volte giocatore della settimana della Eastern Conference, anche se pure lui, così come Walker e Gordon Hayward, sarà molto condizionato dagli infortuni, che lo costringeranno a saltare 20 partite nelle prime 60.
I Celtics arrivano allo stop Coronavirus con un record più che positivo con 43 vittorie e 21 sconfitte su 64 partite disputate (67.2%), portandosi a sole sei vittorie (con venti partite ancora da disputare) dall'eguagliare il record della passata stagione. Nella bolla di Orlando vincono cinque delle ultime otto partite terminando la RS al terzo posto con un record di 48-24. Sfidano al primo turno i Philadelphia 76ers eliminandoli agevolmente in quattro gare. Nelle semifinali di conference si trovano di fronte i campioni in carica dei Toronto Raptors. Dopo avere vinto le prime due gare Boston va vicina a chiudere la serie, salvo il canestro di Gara 3 al buzzer beater di OG Anunoby che riapre la serie. Alternandosi le vittorie, si arriva a gara 7, e i Celtics la spuntano negli ultimi due minuti grazie ai canestri di Tatum e Walker nel finale, raggiungendo per la terza volta negli ultimi quattro anni le finali di conference in cui affrontano i Miami Heat di Jimmy Butler e Bam Adebayo. Boston perde le prime due gare, senza storia e nelle quali soffre soprattutto la difesa a zona degli Heat. In gara 3 torna Gordon Hayward dall'infortunio e i Celtics riescono a riaprire la serie. Le speranze durano poco perchè gli Heat riusciranno a trionfare agevolmente in 6 gare, sotto i colpi del proprio capitano Butler.
Alla vigilia della stagione 2020-21 i Celtics ingaggiano Tristan Thompson e Jeff Teague, per dare profondità alla panchina, problema principale della precedente stagione. Durante la free agency però perdono Gordon Hayward, il quale decide di non sfruttare la player option a sua disposizione. Nonostante la grave perdita i Celtics sfruttano lo spazio salariale lasciato libero da Hayward per offrire un contratto al massimo salariale a Tatum, quinquennale da 195 milioni, fino al 2026. In questo modo, dopo avere rinnovato l'anno precedente anche Smart e Brown, i Celtics si assicurano le loro tre giovani stelle per almeno altri quattro anni, con una chiara idea di fare partire da loro le basi per una futura vittoria. Al draft selezionano con la scelta n.14 Aaron Nesmith, ala fisica e ottimo tiratore da tre punti, e Payton Pritchard, giovane playmaker dalle buone prospettive.
La squadra inizia bene la stagione e, pur priva di Walker fino a gennaio per un problema al ginocchio, riesce a totalizzare 8 vittorie nelle prime 11 gare. Da qui però comincerà un periodo negativo dovuto a infortuni, Covid, e talvolta problemi interni allo spogliatoio, tanto che Boston si ritroverà a metà marzo con un bilancio di 23 vittorie e 24 sconfitte, e l'ottavo posto a est. Il GM Danny Ainge decide dunque di muovere le acque e all'ultimo giorno disponibile effettua due scambi. Il primo porta in Massachusetts Evan Fournier, ala piccola 28enne ex Orlando Magic, e il secondo vede partire, a sorpresa, il centro Daniel Theis in cambio di Moritz Wagner e Luke Kornet oltre che una scelta al draft dell'anno successivo dai Chicago Bulls. Chiudono comunque la stagione in settima posizione, deludendo le aspettative di inizio anno e qualificandosi ai play-in, novità assoluta della stagione NBA. Nelle ultime partite di regular season, inoltre, Brown si strappa il polso e dovrà terminare anzitempo la stagione, rinunciando ai playoff. Privi di Brown, e con i costanti problemi fisici di Kemba Walker, i Celtics battono i Washington Wizards nella sfida ai play-in, grazie a una prestazione monster di Tatum, autore di 50 punti. Usciranno comunque al primo turno dei playoff sconfitti 4-1 dai Brooklyn Nets dei Big 3, Irving, Harden e Durant. è la peggior stagione in termine di risultati ai playoff per i Celtics dal 2014-2015, dopo che solo l'anno precedente avevano sfiorato l'accesso alle NBA Finals.
Dopo l'eliminazione ai playoff Danny Ainge si dimette da General manager dopo quattordici anni nei quali è riuscito a conquistare un titolo (2008). Al suo posto sale Brad Stevens, stanco del suo ruolo da allenatore e voglioso di avere nuovi stimoli. Da nuovo GM, Stevens assume Ime Udoka come capo allenatore, allenatore giovane e con parecchi anni di esperienza come vice allenatore in NBA. Nella prima operazione di mercato cede il deludente Kemba Walker agli Oklahoma City Thunder in cambio del giovane centro Moses Brown e del veterano Al Horford, di ritorno a Boston dopo due anni. Perdono durante la free agency Evan Fournier, ma lo rimpiazzano acquistando Josh Richardson, ala difensiva, in uno scambio con i Dallas Mavericks ai quali cedono Tristan Thompson. Inoltre rifirmano Enes Kanter, centro turco già in forze ai neroverdi due anni prima. Negli ultimi giorni di mercato, inoltre, arriva il free agent Dennis Schroeder, playmaker tedesco ex Lakers. La stagione comincia in maniera disastrosa per i Celtics, che si ritrovano all'inizio del 2022 con il record negativo di 19 vittorie a fronte di 22 sconfitte e l'undicesimo posto nella Eastern Conference. Si comincia a vociferare di un possibile esonero del nuovo coach Udoka, oltre che della cessione di una delle due stelle della squadra, Tatum o Brown. Da gennaio, però, Boston vince 31 delle rimanenti 39 partite. Ciò che dà la svolta non è tanto la continuità offensiva, ma la difesa costruita da Udoka con l'innovativa e incredibilmente efficace tattica del "cambio sistematico", che permetterà ai Celtics di avere il migliore Defensive rating a fine anno. Si classificano inoltre secondi nel Net rating, dietro solo ai Phoenix Suns, dominatori della Regular Season. Tatum è nominato miglior giocatore del mese di marzo, oltre che per ben quattro volte player of the Week; Udoka invece per due volte il Coach of the Month divenendo un'inaspettata rivelazione. Oltre alle stelle indiscusse della squadra, a distinguersi sono soprattutto Marcus Smart, anima portante e miglior difensore della squadra, tanto che verrà premiato a fine anno come Defensive Player of the Year, e anche il centro Robert Williams comincerà a essere considerato come uno dei migliori giocatori nel suo ruolo in ambedue i lati del campo. Qualificatisi con il secondo record della Eastern conference, dietro solo ai Miami Heat di Jimmy Butler e Bam Adebayo, i Celtics affrontano i temibili Brooklyn Nets di Kevin Durant e dell'ex Kyrie Irving. La serie finisce con un 4-0 per Boston: l'unico nel primo turno dei play-off.
Alle semifinali di conference i Celtics si trovano di fronte ai campioni in carica, i Milwaukee Bucks del 2 volte MVP Giannis Antetokounmpo. Nasce una delle serie più belle di tutti i playoff, nessuna delle due squadre perde mai due gare di fila, un continuo botta e risposta. A differenza di quanto fatto con i Nets e con Durant, stavolta i Celtics non riescono a limitare la stella offensiva della squadra rivale, tanto che Giannis viaggerà abbondantemente sui trenta punti di media in sei partite. I Celtics chiudono la serie in gara 7, al Boston Garden. Dopo avere sconfitto i Milwaukee Bucks per 4-3 incontrano finale di Conference i Miami Heat e, per la prima volta nei playoff 2022, Boston perde il fattore campo. Nonostante ciò, i biancoverdi si aggiudicano la serie, nuovamente in sette gare, anche se nessuna di queste è stata mai realmente combattuta come nella precedente serie. Vanno a vincere a casa degli Heat per 100-96 in gara 7, con il capitano di Miami Jimmy Butler che sbaglia il tiro della vittoria a 30 secondi dalla fine e permette così a Boston di vincere la Eastern Conference (il suo 22 titolo) e di raggiungere le Finals, l'ultima volta ci riuscirono i Big 3 di Pierce, Allen e Garnett. In finale i Celtics sono sconfitti 4-2 dai Golden State Warriors di Stephen Curry.
Nella stagione 2023-24 i Celtics, terminato l'anno come primi nella Eastern Conference con un record di 64-18, ritornano alle Finals, dopo aver vinto le finali di conference per 4-0 contro gli Indiana Pacers grazie a Tatum e a Brown che vincerà il premio di MVP della Eastern Conference. Qui, si imbattono nei Dallas Mavericks, i quali subiscono una sconfitta per 4-1 dai biancoverdi: i C's si laureano campioni per la diciottesima volta, divenendo la squadra con più vittorie ottenute in una stagione Nba (playoff inclusi); Jaylen Brown guadagna il suo secondo premio individuale consecutivo, ovvero l'MVP delle Finals.
Timeline contenuti Storia |
BETA5 |
09/11/2024 |
Aggiunti vari capitoli copiando da Wikipedia
(link) |
BETA4 |
08/11/2025 |
Aggiunto capitolo "2013-presente". Testo sviluppato sulla base di Wikipedia
(link) |
BETA3 |
02/10/2012 |
Aggiunta anni mancanti e completati i testi presi sempre da Wikipedia
(link) |
BETA2 |
23/05/2009 |
Materiale estratto da Wikipedia
(link) |
BETA1 |
01/05/2007 |
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