Secondo turno, o meglio semifinale di conference ad Est, e dopo i Miami Heat adesso ci toccano i Cleveland Cavaliers. Questa volta però visto il record stagione di 61-21 dei nostri avversari, il fattore campo è a favore della squadra del fresco MVP stagionale LeBron James.

Cosa aspettarci da una serie in cui sulla carta siamo davvero così svavoriti come sembra? Ne sono riprova diretta i pronostici degli analisti NBA della ESPN che, come vedete dall'immagine sulla sinistra, ci danno tutti nettamente sfavoriti. Ma se davvero tutti ci vedono sfavoriti, come possiamo opporci al fato? Credo che noi tifosi dovremo farci un'esame di coscienza e capire fin dove arriva il tifo e dove invece la razionalità dell'analisi.

E' ovvio che siamo al cospetto di una squadra forte, molto forte, finanche arrogante in taluni frangenti, ma ci sono sempre quattro partite da vincere (o perdere a secondo dei punti di vista). Se fossimo stati qualche settimana fa, avrei detto che le nostre speranze non erano più del 20-30%. Ma ora sono sicuro che queste percentuali sono cambiate e abbiano subito un netto incremento per noi.

Certo con questo non voglio certo dire che siamo i favoriti nella serie, ma neanche le vittime sacrificali. Oggi non vedo una supremazia di una o dell'altra compagine, ma una sostanziale parità. Il motivo di questa visione è sostanzialmente la diversità di intendere lo sport di queste due squadre: una con il più classico dei one man show e l'altra con l'ubuntu.

Osservando attentamente i Cavs nel primo turno con Chicago, mi sono accorto nuovamente della tendenza di chiedere a James di risolvere le partite da solo e fuori da ogni contesto tattico e tecnico. Proprio LeBron, che ama queste situazioni, dovrebbe invece rifiutarsi di giocare da fermo palla in mano 1vs5. Non è una situazione sporadica, ma una normale situazione di gioco specie quando il gioco non è molto fluido.Ovvio che la sua classe potrebbe anche fargli vincere qualche situazione, ma non un'intera serie. Bisognerebbe saper valutare le situazioni e le sue differenze, ed avere davanti Chicago è una cosa, ma avere i Celtics del nostro bigliettone, sono un'altra. La ricerca ossessiva del protagonismo è forse l'arma a doppio taglio che potrebbe alla fine essere la nostra arma vincente.

Ovvio che non voglio ridurre tutto a questo. Nei Cavaliers esistono anche altre anime che convivono con LeBron e su tutti tre nomi mi piacerebbe indicare come possibili alternative: Varejao, Williams e Jamison. L'energia del primo, la capacità di segnale degli altri sono una delle possibilità di Cleveland di segnare il territorio e difendere il proprio legittimo desiderio di finale. Certo che però tutti i discorsi passano sempre dal loro mentore col numero 23. Abbiamo appena battuto i Miami Heat di un vero grande giocatore ed ora eccoci pronti ad affrontare un altro vero e grande solista certamente in un contesto più valido. Certo è che se analizzo giocatore per giocatore i nostri due quintetti, tolto LeBron non c'è un solo giocatore che vale più del corrispettivo Celtics. 

Ed allora? Giochi aperti signori, si può giocare. L'obbiettivo per i Celtics deve essere quello di prendersi il fattore campo e poi difendere il nostro campo, anocra imbattuto nei playoff.

Gli sforzi dovrebbero essere concentrati subito su gara uno a mio avviso con i Celtics ben riposati. Gettone speso di Kevin, Pierce ed Allen e se si riuscisse a strappare subito il fattore campo creerebbe tanta ansia in LeBron e soci.

Sono convinto che questa sarà molto più equilibrata di quanto i signori di ESPN pensano. Il tifo e la fiducia da parte nostra ci sono e spero che anche il cuore dei nostri ragazzi ci sia. Come sempre, noi ci crediamo.