Boston non spaventa Detroit
I Detroit Pistons hanno fatto in gara 2 ciò che ieri non era riuscito ai San Antonio Spurs contro i Lakers. Continuare ad attaccare con calma, senza farsi prendere dal panico, nonostante il recupero degli avversari e l’ingresso in partita del pubblico. O forse sono i Celtics a non aver difeso come i Lakers…
Straordinaria la solidità mentale mostrata da Detroit, che, ricordiamo, conserva da sei anni lo stesso nucleo (Sheed, Rip, Billups e Prince, da cinque anni con Dice). I Pistons non si sono fatti abbattere dal parziale di 15-4 Celtics che aveva aperto il terzo quarto, ed anzi hanno piazzato un contro-parziale di 12-2, continuando a bucare la retina anche all’ inizio dell’ultima frazione con il loro settimo uomo, al secolo Rodney Stuckey, ennesimo talento della zona di Seattle. Eccellente in difesa con due rubate e quasi impeccabili i suoi jumper (13 punti in 17 minuti con 5 su 8 al tiro) così come quelli del resto della squadra (50% da tre e 49 totale). Ah, a proposito, è un rookie.
Impressionante il modo con cui Detroit ha vinto la gara. I Celtics si erano avvicinati al -3 con KG a chiudere un parziale di 12-4 a poco meno di sei minuti dalla fine, ma McDyess (15 per lui), zittiva i tifosi biancoverdi. Il positivo Ray Allen metteva da tre il suo ventesimo punto e il -2 a cinque dalla sirena e si continuava così praticamente fino alla fine, con uno snervante tira e molla con i Celtics che non riuscivano a fermare l’offensiva avversaria, nonostante i canestri segnati. La vittoria tecnicamente è arrivata con il tiro in corsa al 24mo secondo di Rip Hamilton con 50 secondi sul tabellone luminoso.
I Pistons hanno giocato una buona gara difensiva, specialmente nel primo tempo, quando con sei recuperi avevano costretto i padroni di casa al 39% al tiro e 10 palle perse. La gara però l’hanno vinta nella altrui metà campo, perché grazie alla loro mobilità non hanno mai consentito ai Celtics di difendere "stile Thibodeau", se non a tratti. C’è stato qualche problema di comunicazione (vedi canestro di Billups del 100-94 sulla rimessa a 18 secondi dalla fine), oltre ai cronici difetti in transizione difensiva. Ma ad uccidere i biancoverdi sono state le uscite dai blocchi: gioco semplice ma redditizio quello di Flip Saunders. L’impressione è che i Celtics non hanno abbastanza difensori sul perimetro per contrastare i tiratori avversari.
75 su 97 i punti segnati dai “Big Three” biancoverdi ed il resto della squadra ha tirato con il 35%. E’ difficile che i Celtics vincano se tutta la squadra non “gira”. Rondo e Perkins stasera hanno hanno assaporato cosa significhi giocare una Finale di Conference. Rajon è alla sua prima esperienza in postseason ed ha pagato la vena positiva di Billups, che nonostante qualche dolorino alla gamba infortunata stavolta è stato un fattore. Perkins nulla ha potuto fare contro i Rasheed e McDyess di stasera.
Detroit rispetta così la cabala che non la voleva mai sconfitta in una gara 2 di playoff contro i Celtics e mai sconfitta due volte di fila in questa postseason. Per i Celtics è arrivata invece in questa edizione la prima sconfitta casalinga dopo 8 vittorie di fila. La serie si sposta ora in Michigan al Palace di Auburn Hills, I biancoverdi sono 0-6 fuori casa ed il problema è prettamente mentale. Se i Celtics sono quelli visti nelle precedenti gare lontano dalle mura amiche, sarà dura. E’arrivato il momento di invertire questa tendenza per ritornare ad avere il vantaggio del fattore campo. Non tutto è perduto....
....Mentre invece a Ovest la sensazione è che gli Spurs oramai la loro chance l'abbiamo avuta e sprecata. E Phil Jackson è 40-0 nelle serie playoffs in cui ha vinto gara 1...