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Guida economica NBA   di Alessandro Bonvicini e Francesco Sanna   |   Pubblicato il 10/07/2010

Quando qualche settimana fa abbiamo detto (Alessandro aka legend e Francesco aka datruth) ai capoccia di Celtics.it che ci avremmo pensato noi a fare chiarezza sulle regole salariali, non avremo mai pensato che ci saremo imbarcati in un ginepraio tanto complicato, quanto indecifrabile.

Abbiamo quindi deciso di non forzare troppo l'articolo scendendo solo in dettagli tecnici facendo così risultare il tutto troppo complicato e rischiando di trasformare il pezzo in un esercizio stilistico per addetti ai lavori, ma con l'obiettivo di voler spiegare a tutti che cosa sia il complesso mondo economico della NBA. Iniziamo così il nostro viaggio dividendo il tutto in semplici tappe e spiegando i termini che tanto frequentemente incontriamo, ma che spesso non sappiamo di che cosa si tratti in realtà.

Tutto nasce dal Collective Bargaining Agreement (CBA) che altro non è che un accordo tra la lega e l'associazione di giocatori nel quale vengono stabilite tutte le regole di gestione economica dei contratti NBA e di come regolamentare quindi il rapporto con i giocatori, siano essi rookie o veterani.

Salary Cap
Primo fra tutti c'è il Salary Cap che è il limite massimo che una squadra può spendere per assemblare il proprio roster. Lo scopo di questo tetto salariale, per dirla all'italiana, è quello di permettere una competizione uguale per tutte le franchigie, quelle ricche e quelle con un po' meno disponibilità. Almeno sulla carta, perché poi esistono tutta una serie di eccezioni che permettono di superare questo limite. Facciamo anche un esempio chiarificatore. Durante gli scambi di squadre sopra il cap, esse devono pareggiare il valore dei contratti in essere. Questo vale per l'anno in cui si fa lo scambio e quindi se per gli anni futuri uno dei contratti scambiati vanno a crescere nell'entità è facile capire che chi acquisisce contratti onerosi si “inguaia” nel suo cap.

Comunque sia, il tetto massimo ogni stagione viene stabilito dalla lega in base a complicati calcoli che prendono in considerazione molteplici valori, come gli introiti delle trenta franchigie e quant'altro fa business nella lega. Nel tetto salariale, che questo anno è fissato a $58.044.000 milioni, sono conteggiati tutti i giocatori attivi, quelli infortunati, i rookies (anche se non ancora firmati), i giocatori ritirati e persino i propri free agents non firmati da altri. Fuori dal conteggio invece alcune casistiche, come i giocatori di espansione non firmati, le acquisizioni di giocatori scelti al draft, ma che giocano fuori dall'NBA o come giocatori che infortunati devono ritirarsi (anche qui con mirabili eccezioni).

Quindi finché si è sotto il salary cap le squadre possono firmare e scambiare giocatori senza limiti e senza particolari restrizioni, anche se c'è un vincolo. Le squadre devono spendere almeno il 75% del cap e non possono stare sotto questo valore. Questo per impedire che dei proprietari “furbetti” risparmino troppi soldi e usufruiscano degli introiti della lega senza aggiungere molto allo spettacolo.

Massimo e minimo salariale
Il massimo ed il minimo salariale sono definiti anch'essi dal CBA. Per il primo, il massimo salariale, il contratto può essere incrementato del 105% rispetto al precedente anno d'accordo , ma per appartenenti a squadre sopra il cap. Per gli altri invece si possono firmare dei contratti anche con valori molto maggiori. Il minimo salariale invece permette a giocatori con lunga militanza NBA di non ricevere contratti con importi inferiori a cifre definite. La cifra per la cronaca è vicina ai $2 milioni.

Eccezioni
Dicevamo prima che esistono delle eccezioni che permettono a chi supera il cap di poter comunque firmare dei giocatori e rendere competitive le proprie franchigie.

Mid Level Exception (MLE) è certamente la più famosa. Viene permesso di usare una cifra prestabilita per firmare contratti oltre il cap. Quest'anno è di $5.765.000 milioni ed è l'unica eccezione che può essere divisa anche in più giocatori.

Larry Bird Exception (LBE) consente di rifirmare un proprio free agent anche oltre il massimo stabilito dalle regole salariali. Ovviamente con vincoli, visto che il giocatore deve essere sotto contratto da almeno tre anni senza essere mai diventato free agent.

Early Bird Exception (EBE) molto simile alla precedente, ma per usarla bastano due anni soli di contratto continuativo. Cambiano la durata massimo del contratto (da due a cinque) che l'incremento massimo fissato a 10,5% del precedente accordo.

Non Bird Exception (NBE) può essere usata se non si usano le due precedenti eccezioni e solo per veterani con un incremento dell'importo del' 8%.

Bi-Annual Excemption (BAE) usata per firmare free agents per contratti da $2mil. e per al massimo due anni. Ovviamente non può essere usata per due anni consecutivi, ma può suddividersi per più giocatori.

Rookie
Nulla sfugge al CBA e quindi anche i rookie sono soggetti alle ferree regole sui salari. Secondo l'attuale accordo tutti i giocatori scelti al primo giro prevede che le franchigie possano firmare gli atleti con un contratto 2+2+1, con i primi due garantiti e due a favoro del team. Il giocatore poi nel quinto diventa restricted free agent e il team può pareggiare qualunque offerta. Al termine dei 5 anni il giocatore diventa unrestricted free agent. Anche l'importo del contratto è definito a seconda della posizione di scelta dal primo anno in poi. A desempio il nostro Bradely quest'anno ricerverà $1.418.160 a salire.

Free agents
Tralasciando le casistiche che portano ad essere free agents, bisogna dividere in due categorie chi di fatto non ha contratto.
Unresctricted free agent
(UFA) indica un giocatore che può firmare con chiunque.
Resctricted free agent
(FA o RFA) indica un giocatore che può ricevere offerte da qualunque squadra, ma l'offerta può essere pareggiata dal team col quale ha giocato l'ultima stagione e nel caso deve obbligatoriamente restare nel team che ha pareggiato l'offerta.

Abbiamo solo grattato la superficie ma vi siete fatti sicuramente un'idea. Concludiamo tutta quest'analisi con un altro aspetto del quale spesso si sente parlare e non sempre sappiamo di che si tratti.

Luxury Tax
Le squadre che spendono e spandono tanto, devono fare i conti con la tassa di lusso che punisce proprio questi team spendaccioni. Il tetto dopo il quale scatta questa tassa è di $70.307.000 milioni, passato il quale bisogna versare un dollaro per ogni dollaro che eccede questa cifra. Passare questo limite però spesso paga. Infatti quest'anno basta vedere chi deve pagare più dollari per aver superato questo limite, i Lakers campioni NBA.

Adesso che avete un quadro sulle contrattazioni economiche alla base dell'NBA, potrete sicuramente iniziare a giocare al provetto GM e solo adesso capirete quanto sia complicato provare a gestire un team NBA. Apprezzate questa nostra fatica, che abbiamo dovuto cambiare ed aggiornare al mutare delle comunicazione della lega in questi giorni. Speriamo di aver fatto un bel lavoro ed alla prossima “sacra scrittura”.

Guida economica NBA   di Alessandro Bonvicini e Francesco Sanna   |   Pubblicato il 10/07/2010
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