I am a Celtic - Boston Celtics Italia
NBA DRAFT ON IAAC: LO ZION WILLIAMSON DEI “POVERI”?
La stagione agonistica dei Celtics è appena terminata lasciando una delusione difficilmente placabile, ma è giusto andare oltre.
E cosa c’è di meglio che sognare l’arrivo a Boston di giovani talentuosi?
Continuiamo così la nostra marcia di avvicinamento al prossimo Draft tralasciano, per il momento i prospetti più noti e acclamati, e concentrandoci sui giocatori che stanno transitando da Waltham per i consueti provini pre-Draft,
Nei giorni scorsi è stato scrutinato JARRELL BRANTLEY. Un nome che, per la militanza nel poco noto College of Charleston, non fa drizzare subito le antenne degli appassionati, ma Jarrell è un profilo che possiede tante di quelle caratteristiche che la NBA ricerca con tanta insistenza.
BRANTLEY è un’ala senior che ha chiuso l’anno a 19 punti e 8 rimbalzi di media. Grazie a un fisico molto solido e ben costruito (2 metri per 115 chili) è efficace in post, ma la vera chiave dell’interesse della Lega si cela sull’incredibile agilità e scioltezza che dimostra quando corre per il campo e attacca dal palleggio, davvero ragguardevoli per un giocatore con quella stazza.
A leggere bene sono caratteristiche che richiamano alla mente Zion Williamson, l’ormai sicura prima scelta assoluta. Attenzione, siamo su due categorie di giocatore distinte, Zion è uno “scherzo della Natura”, BRANTLEY è “solo” un buonissimo atleta, ma alcune sue movenze in alcune giocate ricordano l’eccezionale Freshman di Duke.
Una cosa però la fa meglio: il tiro in sospensione. In stagione ha chiuso con un onesto 33% da tre punti, ma lo scorso anno aveva chiuso al 38% e in carriera al college ha tenuto una media complessiva del 35%. Segno che la mano è molto educata, e la riprova c’è nell’osservare alcune sue soluzioni in “arresto e tiro”.
Se vogliamo continuare nel gioco delle somiglianze - e scendendo di livello rispetto allo strabordante Zion - BRANTLEY ha alcuni punti di contatto, sia fisici che tecnici, con il “nostro” SEMI OJELEYE. Come Ojeleye è capace di giostrare nei due ruoli di ala e sa colpire dalla distanza. Se l’attuale numero 37 al college era più preciso dall’arco (42%), BRANTLEY è molto più a suo agio ad attaccare dal palleggio.
I Cougars militano in una conference di secondo piano rispetto alle ACC, SEC e BIG10, ma JARRELL ha avuto modo di mostrare agli scout che i suoi numeri non sono dovuti alla pochezza degli avversari. Quest’anno quando ha incrociato squadre di “prima fascia” ha giocato delle ottime partite: 24 punti contro Oklahoma State, 29 punti contro LSU (squadra campione della SEC), e anche negli scorsi anni ha brillato contro avversari di livello: 24 punti e 7 rimbalzi contro la fortissima Auburn al Torneo NCAA del 2017, e addirittura 16 punti e 8 rimbalzi contro Wake Forest e John Collins (attuale giocatore di Atlanta nella NBA) quando Jarrell era solo un sophomore.
Al termine della carriera con i Cougars, BRANTLEY ha disputato da protagonista il PIT (Portsmouth Invitational Tournament), tornoe che nella storia ha “regalato” alla NBA fior di giocatori come Latrell Sprewell, Dennis Rodman, Scottie PIppen e tanti altri.
Il suo nome non sarà oggetto delle due (o tre?) chiamate al primo giro del Draft, ma per la 51 il suo nome potrebbe essere chiamato per dare a Stevens un altro giocatore capace di giocare in quel ruolo di “finto 4” e coprirsi dalla futura free agency di
e la possibile rinuncia a Ojeleye (team option nel 2020 e 2019 non garantito).
Lorenzo