I am a Celtic - Boston Celtics Italia
Il Rumorista post-Lottery : Danny sempre più nella morsa di Kyrie
Danny Ainge ha sempre cercato di tenere il pallino in mano, ha sempre amato fare il mazziere, capace di prevedere e gestire tutti gli scenari possibili; i destini dei giocatori sempre nelle sue mani, e la capacità di massimizzare regolarmente le operazioni con i General Manager concorrenti.
E così sembrava trovarsi fino a qualche mese fa; un roster con un giusto mix di star affermate e giovani promesse, peraltro protagoniste di una splendida cavalcata nei Playoff 2018, tante scelte, alcune di queste potenzialmente molto pregiate, ed un roseo futuro per sostituire la dinastia dei Warriors al vertice della NBA.
Poi l’annata ha ribaltato tutto sorprendendo oltre a noi anche la nostra dirigenza, spiazzata da quanto successo.
Il ritorno di Irving e Hayward ha “rammollito” il gruppo di giovani ed è stata evidente una spaccatura tra alcuni dei giovani protagonisti del 2018 e le star; i risultati sul campo sono stati mediocri creando malinconie in più di uno dei nostri giocatori, partendo da
, e se a questo si aggiunge una stagione ben al di sopra delle attese dei Sacramento Kings, la cui scelta è a noi destinata nell’ambito della Trade Down per
, il risultato è stato un appeal di franchigia decisamente caduto, un parco giocatori svalutato, ed un pacchetto scelte sempre notevole in numero ma meno pregiato qualitativamente.
La Lottery, che ha definito l’ordine delle scelte al prossimo Draft, ha ulteriormente complicato gli scenari.
I New Orleans Pelicans potranno scegliere alla numero 1, dove si preannuncia uno dei giocatori “epocali”, Zion Williamson, un po’ come l’altra prima scelta assoluta che hanno in casa, e che vorrebbe cambiare aria, Anthony Davis.
Difficile che l’arrivo di Zion convinca Davis a cambiare i suoi piani, ma potrebbe cambiare le finalità di una trade, dando ancor più valore a scelte e giovani in vista di una ricostruzione radicale a New Orleans.
Possibile anche che i Pelicans vogliano provare ad esplorare un’altra strada, e cioè sacrificare la prima scelta per affiancare a Davis giocatori di primissimo livello pronti a competere subito, convincendo “Unibrow” a rimanere firmando il contratto monstre detto “DVPE” destinato al giocatore franchigia che è stato nominato nel primo quintetto all-NBA; Davis grazie a questo potrebbe avere un contratto pari al 35% del CAP e non approfittandone rinuncerebbe per 4 anni ad oltre 30 milioni oltre ad un quinto anno di oltre 50 milioni che nessuno potrebbe offrirgli. Ma per quanto questo possa essere uno scenario logico, con il giocatore che diventerebbe il più ricco della Lega, questo non sembra l’epilogo della vicenda, e Anthony Davis quasi sicuramente sarà l’oggetto più pregiato del mercato.
Parliamo molto dei Pelicans, perché sembra che molte delle opzioni di Ainge siano legate a quanto succede a New Orleans.
L’altra componente da tenere in considerazione è che la prossima estate, a differenza della scorsa, presenta moltissimo spazio salariale disponibile, e le possibilità di manovra dei Free Agent non saranno limitate come nella scorsa stagione.
New York i Clippers ed i Nets, hanno la possibilità di firmare 2 giocatori al massimo salariale, i Lakers uno, e così tante altre franchigie importanti (la nostra non è tra quelle).
Peraltro le stelle che sonderanno la Free Agency sono altrettanto numerose e di altissima qualità; Kevin Durant, Kawhi Leonard, Klay Thompson, Jimmy Butler, il nostro
, e poi giocatori importanti come Marc Gasol, Tobias Harris, Khris Middleton, Nikola Vucevic, Kemba Walker, oltre ai giocatori che escono dal Rookie Contract come Kristaps Porzingis.
Insomma potrebbe esserci un bel tourbillon, con il rischio che un paio di grossi nomi si mettano d’accordo per giocare insieme nelle ricche New York o Los Angeles; va ricordato però che cambiare aria comporta per i giocatori un sacrificio economico non indifferente, le squadre di appartenenza che detengono i “Bird Right” possono offrire condizioni più vantaggiose.
In questo scenario quali sono le opzioni per i Celtics e per il nostro GM Danny Ainge?
Come si diceva, purtroppo in questo momento Ainge non è più il mazziere ed il gioco potrebbe essere rischiosamente perverso.
La chiave di tutto è la situazione contrattuale di
.
Irving ha ancora un anno di contratto a 21 milioni circa, ma ha una clausola a suo favore per uscirne e diventare free agent. Ovvio che potendo aspirare a ben più di 30 milioni annui difficilmente Irving non eserciterà l’opzione di uscita. A questo punto potrà valutare tutte le offerte di chi ha spazio salariale a disposizione, rinunciando rispetto a firmare nuovamente con i Celtics a circa 20 milioni per 4 anni oltre al quinto anno garantito a 40 milioni.
Le opzioni in free agency escludendo un rinnovo con i Celtics sono molteplici, ma le più probabili sono :
a) accordo con qualche free agent di altissimo livello (Kevin Durant, indiziato numero uno) e firma di entrambi per i New York Knicks o per i Los Angeles Clippers
b) Firmare per i Lakers e riunirsi con LeBron James e magari un’altra stella come Anthony Davis, acquisita via trade sacrificando Ingram qualche altro giovane e la Pick numero 4 al prossimo Draft
c) Accordo con i Celtics per una Sign & Trade che porti Irving in una franchigia gradita che però non abbia a disposizione spazio salariale disponibile.
Le opzioni a) e b) sono piuttosto realistiche, la terza non è così probabile, visto che poche sono le franchigie appetibili, che non abbiano spazio salariale, che abbiano bisogno di un giocatore con le caratteristiche di Irving e che abbiano da offrire qualcosa in cambio ai Celtics per chiudere l’operazione.
Passando al rinnovo con i Celtics, questo dagli spifferi, avverrebbe se Ainge aggiungesse una stella di prima grandezza e ripulisse il roster di alcuni elementi non propriamente graditi.
Chiaro che l’operazione che potrebbe essere la chiave di tutto è quella di portare Anthony Davis a Boston inserendo nel pacchetto alcuni giocatori che non hanno trovato il giusto feeling con Irving e che hanno il contratto garantito per il prossimo anno (sono pochini) e come si vedrà più avanti, difficilmente da questo elenco scappano nomi come
,
e soprattutto
.
Per arrivare a Davis la concorrenza sarà spietata, innanzitutto i Lakers che possono mettere sul piatto della bilancia oltre a quanto già offerto a febbraio, la scelta numero 4 al prossimo Draft; ma poi potrebbero esserci tante altre squadre che sono pronte a partecipare all’asta, e più che il gradimento di Davis sarà importante il pacchetto offerto al GM Griffin.
Ammesso e non concesso che Ainge possa acquisire Davis, c’è il problema che questi andrà in scadenza di contratto nell’estate del 2020, ed il rischio di spolpare la squadra e spogliarsi di scelte per un affitto annuale è grande.
Il rischio certamente lo intravede anche Irving, che potrebbe “imporre” non un contratto pluriennale, ma un contratto “1+1” di un anno più un’opzione per il secondo.
Questo scenario non è così improbabile, e se da un lato darebbe l’opportunità di provare a lottare per il titolo, dall’altro esporrebbe Ainge ed i Celtics ad un enorme rischio la prossima estate, nel caso in cui uno o entrambi i protagonisti emigrassero altrove.
C’è poi anche il rischio che Ainge riesca in fase di Draft entro fine giugno ad acquisire Davis, e poi Irving a Luglio decida ugualmente di scegliere un’altra strada.
Insomma una situazione complicata.
Ma perché il rinnovo di Irving è così importante? Al di la delle capacità del giocatore? I Celtics sono decisamente sopra il CAP, non hanno margini di manovra se non via trade, con le eccezioni (MLE e BAE) e con i contratti ai minimi. In buona sostanza i 30 milioni che escono di Irving non avrebbero alcuna contropartita e di fatto perderemmo il giocatore o il suo corrispondente valore di scambio, senza nulla in cambio.
Per questo sono convinto che Ainge le proverà tutte per arrivare al rinnovo di Irving, ed un rinnovo quanto più lungo possibile.
Le probabilità che Anthony Davis arrivi però a Boston non sono così grandi da farci sperare; i Pelicans, come si diceva, con la pick numero uno potrebbero anche provare la mossa contraria, quella cioè di mettere sul mercato Zion Williamson per avere in cambio star già pronte da affiancare a Davis (quello che era stato fatto da Cleveland che per arrivare a Kevin Love da affiancare a LeBron James, cedette la primissima scelta Wiggins a Minnesota); poi c’è la concorrenza principalmente dei Lakers, che se riuscissero a convincere New Orleans grazie anche alla Pick n°4 ottenuta nella recente Lottery, potrebbero affiancare Davis a Lebron ed avere lo spazio salariale per offrire il massimo ad un’altra stella, che potrebbe proprio essere il nostro
o Kawhi Leonard.
Insomma scenari non proprio entusiasmanti per noi.
Una buona notizia dalla Lottery è arrivata, ed è quella che Memphis salendo al secondo posto del Draft, sceglierà e la Pick a noi destinata viene rimandata agli anni a venire quando potrebbe essere più pregiata viste le protezioni a scendere e visto che è assai probabile che dopo aver ceduto Marc Gasol, e con in mano la pick 2, i Grizzlies affronteranno una ricostruzione nei prossimi 2/3 anni.
A questo punto analizziamo il roster dei Celtics in prospettiva 2019/20:
a) Con contratto in corso :
(32.7M$),
(12.1M$),
(6.5M$),
(7.8M$), Guerschon Yabusele (3.1M$),
(1.9M$)
b) Con opzione di uscita :
(21.3M$),
(30.1M$),
(5.5M$)
c) In scadenza :
(RFA, i Celtics possono pareggiare le offerte altrui),
, Jonathan Gibson,
,
d) Scelte al Draft 2019; 14°, 20°, 22° e 51°
Ricordo che le trade possono essere fatte solo con giocatori dal contratto garantito. Quindi pur essendo ben oltre il CAP ed in zona Luxury, siamo anche poveri di contratti scambiabili, e ciò riduce le nostre opzioni; a meno di non riuscire ad inserire in una trade Hayward, per arrivare a Davis sembrerebbe indispensabile inserire almeno due tra Tatum, Smart e Brown, oltre ad un buon numero di scelte. Prezzo salatissimo per un giocatore che il prossimo anno sarà in scadenza e che non sembra aver manifestato una predilezione particolare per Boston (anche se questo è un film da noi già visto prima di acquisire nel 2007 Kevin Garnett). Inoltre è possibile che i Pelicans vogliano inserire qualche contratto pesante (Solomon Hill?) ed allora la nostra merce di scambio diventa ancor più limitata e si dovrebbero inserire
o, in modo assai complicato,
una volta che esercita l’opzione per rimanere nel contratto.
peraltro sembra disponibile a rinunciare all’ultimo anno del contratto, per firmarne uno nuovo di 3 anni a cifre inferiori; buona notizia, ma difficile che lo faccia se non per una situazione di squadra estremamente competitiva; le cifre potrebbero essere quelle di un triennale da 15/20 milioni all’anno; se la squadra non fosse competitiva probabile che rimanga per un anno a 30 milioni, visto che difficilmente potrà trovare di meglio, e magari diventare merce di scambio più in la in stagione per chi vorrà fare l’ultimo passo verso il ruolo di contender (operazione simile a quella di Marc Gasol con Toronto).
potrebbe anche rimanere, mentre ben improbabile sarà rinnovare
, che potrebbe aspirare a ben più degli attuali 5 milioni.
Potremmo quindi affrontare la prossima stagione con un quintetto tipo :
Irving
Smart o Brown
Hayward (o qualche veterano firmato con la MLE)
Horford
Davis
Sulla carta niente male, anche se la stagione conclusa malamente dimostra che la carta è solo carta.
E se non si riuscisse a prendere Davis e confermare Irving, cosa succederebbe?
Al di la che la fantasia di Ainge è infinita e le opportunità sul mercato sono al momento imprevedibili, si potrebbe andare avanti con il nucleo di giovani al quale aggiungere le 3 scelte 2019, magari la riconferma (al momento comunque improbabile) di Rozier con le due chiocce Hayward e Horford. Un primo problema è che in ogni caso saremmo sopra il CAP ed ai limiti della Luxury Zone, e non avremmo possibilità di operare nella Free Agency salvo contratti al minimo o eccezioni. Insomma la squadra di quest’anno senza Irving, Morris e con qualche mestierante.
A quel punto chiaro che potrebbe essere conveniente cercare di scambiare Hayward e Horford, per ripartire con la ricostruzione, ma sarebbero due missioni abbastanza difficili, visti i salari dei 2 ed il 15% di Trade Kicker che andrebbe nelle loro tasche (ed appesantirebbe il nostro payroll) in caso di scambio.
Quindi tutte le strade fanno pensare che Ainge sia costretto a giocarsi il tutto per tutto per ottenere la conferma pluriennale di Irving e se ciò non dovesse avvenire, stare alla finestra in attesa di opportunità che al momento non possono che essere fantasiose e che converrà analizzare quando il Draft si avvicinerà e più chiari saranno i programmi e le strategie dei vari GM.
Dimenticavo, ho scritto e riscritto che per noi è cruciale rinnovare Irving, e non vorrei sembrassi un fan sfegatato del giocatore; per me non è un giocatore particolarmente intelligente, non ha le caratteristiche del leader, e per imparare ad esserlo ha chiesto consiglio a LeBron che ha tante cose da insegnare, ma non proprio quella della leadership, ed il rendimento nella serie con i Bucks a parte gara 1 lo cataloga tra gli i dotatissimi incompiuti che possono anche fallire le occasioni importanti (non dimenticando però che si è vinto una Finals da protagonista). E se oltretutto per trattenerlo bisogna sacrificare il mio giocatore (da tifoso) preferito
, o sicuri all-star come Tatum e Brown, ciò mi rode ancora di più, e mi fa auspicare una remotissima S&T per Kyrie.
Anche per questo qualsiasi conclusione veda la telenovela Irving, non mi esalterà, e siamo costretti a tifare per il “meno peggio”, a meno di non decidere che è meglio ripartire da zero (o quasi) costruendo sui nostri giovani e sulle scelte, provando in qualche modo a monetizzare Horford e Hayward e mettendoci il cuore in pace ancora per qualche anno. Ovvio quindi il disagio di Ainge, abituato ad avere il mazzo in mano, che invece questa volta rischia di essere messo sotto scacco da
, ma ormai sappiamo che il nostro GM può inventarsi di tutto e se Irving ci saluta prepariamoci perché può accadere di tutto, ma ne parleremo più in la.
Luca