Oggi è 21/11/2024, 18:30
Messaggi senza risposta | Argomenti attivi


Rispondi all’argomento  [ 98 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1 ... 3, 4, 5, 6, 7
Draft 2024 
Autore Messaggio
History of team
Avatar utente

Iscritto il: 12/08/2020, 22:14
Messaggi: 7380
Messaggio Re: Draft 2024
MarcUs ha scritto:
Zio Trifoglio ha scritto:
Con la 54 viene scelto Anton Watson da Gonzaga, un rookie se ho visto bene che gioca da ala grande.

Onestamente non me lo ricordo bene anche se ha giocato contro Purdue, in mattinata approfondiremo.



Eccoci

Prima considerazione.
Come ci aveva anticipato, Stevens è andato per ragazzi collaudatissimi, arrivati al quinto anno di esperienza entrambi (il Covid ha consentito questo escamotage), ambedue laureati, ambedue affidabili starter di squadre con grandissima tradizione e, anche, con una guida tecnica (di coaching in senso pieno) tra le più eminenti in assoluto (e non solo del college basket, ovviamente), perchè di questo si tratta parlando di Creighton di coach McDermott e di Gonzaga del mitico coach Mark Few.
Sono due scelte che portano a roster 2 ragazzi maturi, 2 leader tecnici delle rispettive squadre di college e probabilmente 2 ragazzi teoricamente pronti a entrare nelle rotazioni.
Ho già scritto qualcosa del fortissimo tiratore mancino Baylor Sheierman. Qualcosa merita di essere raccontata anche di Anton Watson, detto "elementare". Ovviamente, i Bulldogs di Gonzaga l'ho guardati spesso negli ultimi 5 anni (e non solo), e il percorso di Anton Watson è stato molto coerente. Ragazzo cresciuto in tutti i fondamentali e lo scorso anno (l'anno da senior) partiva in quintetto. Accanto a Drew Timme. Il campionario offensivo del baffetto bianco sopperiva alle lacune offensive di Elementare Watson. Watson però copriva i ritardi difensivi di Timme.
Abbiamo aggiunto un ragazzo molto portato al sacrificio, non troppo vocato ad attaccare, ma capace di prendersi solo quello che avanza. Ha però un bell'incrocio dal palleggio, qualche movimento in post e anche un tirertto frontale che sa mettere dentro. In difesa può cambiare su chiunque, è 2metri di statura con braccia lunghe, piedi abbastanza veloci che lo aiutavano a cambiare anche su guardie e ali piccole. Non è un centro (non ne ha la stazza), non è un 3. Non era presente in nessuna graduatoria dei primi 60-75 o 100 migliori prospetti del draft.
Se Scheierman potrebbe fin da subito prendere la casella a roster di Mychailyuk, e tra un anno ambire al ruolo di Hauser, Elementare Watson potrebbe provare a prendersi lo spazio che fu di Lamar Stevens, magari arrivare a quello che ha dato Brissett, con la speranza che in un paio di anni possa diventare un Tillman cresciuto in casa. Speranza molto azzardata, a dirla tutta tutta



La selezione di Watson ha coinciso con una pausa pubblicitaria durante la copertura del draft di ESPN giovedì e il nome del giocatore è apparso sullo schermo nel mezzo di una pubblicità della birra Pacific. Elementare ha scherzato dicendo che potrebbe essere un buon auspicio per la sua carriera professionistica, facendo notare che il centro dei Nuggets e tre volte MVP NBA Nikola Jokic è stato notoriamente selezionato mentre andava in onda uno spot di fast food durante il Draft del 2014. "Non sto dicendo che sono Jokic, ma hanno fatto la stessa cosa a lui", ha riso Elementare Watson.

-----------------------------------------------

"L'unica cosa che penso della superstizione è che porta male essere indietro alla fine della partita.“
Bill Russell #6




01/07/2024, 8:15
Profilo
Connesso
MVP
Avatar utente

Iscritto il: 27/10/2022, 15:46
Messaggi: 771
Località: Alessandria
Messaggio Re: Draft 2024
MISTER SCHEIERMAN, WELCOME IN THE CITY OF CHAMPIONS
Fonte: Gruppo Facebook We Are Celtics

“Allora, guys, oggi abbiamo il piacere di avere Coach McDermott in tribuna. Mi raccomando, questo non deve distogliervi dal giocare in maniera intensa ma ordinata”.
Queste, probabilmente, le parole che l’allenatore degli OSA Crusaders (squadra AAU) ha usato nel pre-partita in quel lontano 2019, quando sugli spalti della palestra per assistere alla partita c’era l’allenatore di Creighton, un’istituzione nello stato del Nebraska.
Un dettame osservato alla lettera da Shareef che alla fine convinse Coach McDermott a confermare la borsa di studio e portarlo a Creighton.
Shareef? Ma Scheierman non si chiama Baylor? Refuso? No, non è un refuso del redattore distratto, perché l’aneddoto riguarda solo indirettamente il neo-Celtic, e ha come protagonista principale Shareef Mitchell., la guardia scrutinata che quell’autunno ha poi debuttato nella casacca dei Blujays senza mai impressionare (4 anni per chiudere la carriera collegiale a Ohio).
E Scheierman? Giocatore discreto, ma nulla piu’, tanto che a livello nazionale si non era neanche presente nelle annuali graduatorie dedicate ai prospetti liceali. Almeno nel basket, perché Baylor si era distinto anche come buonissimo quarterback.
Lo conferma Coach Peterson: “Baylor è cresciuto molto come leader della squadra. E’ un lottatore, e ha trasmesso la sua natura molto competitiva a tutta la squadra. Il suo esempio si è sentito non solo sul campo, ma anche in sala pesi, nella quale è stato uno dei lavoratori più assidui”.
Alla fine, il nostro strappa comunque una borsa di studio per il basket, il suo vero amore, da South Dakota State, ateneo marginale dell’ancora più periferica Summit League.
Non proprio il viatico comune alle prime scelte NBA, ma certamente uno stimolo per il giovane Baylor a lavorare sul gioco e migliorare.
A SDSU, Scheierman è passato da 6 punti (con 24.7% da 3 punti) del primo anno ai 16.2 points e 4,5 assist, con 46.9% da tre nell’anno da junior. Al terzo anno, anche la soddisfazione di portare i Jackrabbits al Torneo NCAA, un’esperienza chiusa con la sconfitta contro Providence (18 punti e 10 rimbalzi per lui).
La stats line dell’ultimo anno è alla base della decisione di tentare il grande salto, ovvero provare a confrontarsi in palcoscenici più competitivi. Al suo cospetto si presentano in tanti, da John Calipari di Kentucky a Bill Self di Kansas, ma anche Arkansas e Duke.
Alla fine, però, Baylor decide di accettare proprio la corte di Creighton e di Coach McDermott, nel frattempo redento e convinto delle qualità dell’ex “brutto anatroccolo”, per due motivi: perché il campus è in Nebraska, il suo stato; sopratutto perché nella testa ha iniziato a comparire il pensiero della NBA, solo un miraggio lontano lontano all’epoca del liceo.
“Alla high school, aveva un buon tiro ma non buono ma non eccellente,” McDermott ricorda. “Poi, fisicamente (neanche 90 chili, ndr) era molto magro, e difensivamente sarebbe stata una liability. A suo merito, si è meritato una borsa di studio e ha lavorato molto per migliorare”.
“Beh, non avevano torto all’epoca”, conferma Scheierman, “e non mi ha demoralizzato, ma spinto a lavorare duro per arrivare al livello al quale desideravo arrivare”.
Maturato fisicamente e tecnicamente, Baylor non ha sofferto per niente il salto di categoria, trovandosi alla perfezione nel gioco dei Bluejays, impostato su ritmi alti, circolazione della palla e tiro dalla distanza.
Se la scorsa stagione aveva chiuso a 13 punti, 8 rimbalzi e 3 assist, quest’anno ha migliorato enormemente come impatto, con le statistiche a dimostrarlo: 18 punti, 9 rimbalzi, quasi 4 assist, cifre che gli sono valse la nomina nel primo quintetto della Big East, la conference di UConn, ovvero la squadra che ha vinto per due volte consecutive il Titolo NCAA.
Al Torneo NCAA, poi, ha dato vita a un bel duello con Knecht (ala di Tennessee, con una storia simile alle spalle), in un’anticipazione di quella rivalità che attenderà i due nella NBA, essendo stati scelti da Celtics e Lakers (26 vs 25 ai punti , nonché W, per la scelta numero 17 dei Lakers).
Cosa ci possiamo attendere dalla nuova matricola?
Osservandolo si capisce che è stato ben allenato, perché Baylor comprende il gioco e si è ben districato nel ruolo di playmaker aggiunto. I suoi 4 assist di media non sono pochi per essere una prima opzione offensiva con al fianco play di buon livello come Alexander e Nembhard in questi due anni. La visione periferica (allenata sul campo di football come quarterback), aggiunta a un buon ball handling , lo rende molto portato a gestire il pick and roll, sia come suggeritore che come risolutore.
La mano mancina e’ molto educata al tiro che rappresenta sicuramente l’arma che lo ha fatto scegliere dalla NBA. Nell’ultima stagione ha tirato il 38% da tre (su 8 tentativi a partita), ma la percentuale sale a un incredibile 48% sui tiri non contestati, una situazione che il prossimo anno, con i Jays, dovrebbe accadere spesso.
Bravo sia nel muoversi senza palla che nel prendere il tiro con lo step back, non disdegna la soluzione personale, magari sfruttando il fisico contro avversari meno prestanti. Da verificare i tempi di rilascio, decisamente meno rapidi di, per esempio, un Hauser, il giocatore a cui spesso ci si è riferiti dopo la sua scelta.
Interessante la virata sul perno in allontanamento che potrebbe essere replicata al piano di sopra, sopratutto quando si troverà a gestire i close out e si avventurerà più vicino a canestro.
Quei chili, tornano molto utili anche a rimbalzo (9 a partita) una situazione nella quale dimostra grande applicazione. L’aver giocato a football, infatti, gli regala quella fisicità che serve sottocanestro.
Veniamo alle note dolenti. L’atletismo non è certamente la sua caratteristica distintiva, non è un saltatore e neanche troppo rapido. Le sue soluzioni offensive nascono dal bagaglio tecnico e dalla capacità di leggere il gioco. In difesa, queste lacune fisiche si notano di più, con Baylor non sempre a suo agio nel contenere l’attaccante in 1vs1, ma anche nel districarsi nei pick and roll. Insomma, sarà da verificare la sua dedizione anche nella metà campo difensiva, in una realtà, quella della NBA, nella quale sarà alleggerito in larga parte del fardello legato alle responsabilità offensive.
Ma sentiamo chi lo ha scelto, sicuramente molto più competente di chi scrive.
Ecco le parole di Austin Ainge:” E’ un duro, ha giocato ad alto livello, e per cinque anni al college. Ha 23 anni, quindi è un uomo. Sa giocare. Ogni anno ha migliorato ogni aspetto del suo gioco, non solo una qualità in particolare. E’ un aspetto che consideriamo molto nel valutare un giocatore”.
A chi gli suggerisce un paragone con Kennard, il figliolo di Danny risponde così:”Beh, è più grosso e un po’ diverso, ma come Kennard, Baylor ha giocato come quarterback al liceo, e in qualche modo lo ricorda nel suo gioco”.
Per onorare il nostro Malik, riportiamo anche un altro paragone che è circolato in questi giorni: Joe Ingles, uno dei favoriti del nostro Principe della Notte, che nella trasferta a Salt Lake City onoro’ con l’acquisto della maglia…
Non resta che aspettare le prime uscite alla Summer League per apprezzarlo in un nuovo contesto, sperando che il lavoro che lo ha portato da Signor Nessuno a prima scelta continui per renderlo una pedina importante della rotazione dei Celtics.


01/07/2024, 11:21
Profilo
History of team
Avatar utente

Iscritto il: 07/07/2017, 10:02
Messaggi: 7181
Località: Cadelbosco Sopra
Messaggio Re: Draft 2024
Ieri sera, dopo essermi gustato la sesta puntata di The Boys, sempre più la mia serie preferita, mi sono riguardato la sfida alla Madness tra gli Zags del nostro Elementare e la Purdue di Edey.
Vedendola in differita il giorno dopo, all'epoca, Elementare non era nel mio radar anzi ero più curioso di vedere Nembhard, Ike e Cregg al confronto con il Gigante e Smith.
Ieri sera invece mi sono guardato bene Watson.
Tralasciando gli ottimi numeri di serata e dicendoci che non si può giudicare un giocatore da una sola partita, alcune cose però paiono evidenti.
La prima è che il ragazzo è grosso, ma si muove bene e sa sfruttare il proprio corpo sia in attacco (dove cerca sempre di avvicinarci al ferro o penetrando dal taglio o mettendosi schiena a canestro, mentre tende un po' troppo a rifiutare il tiro da lontano) che in difesa (dove dimostra una notevole competenza nel posizionamento e nel tagliafuori).
Mi è sembrato molto concentrato e concreto, un giocatore decisamente di squadra, ben poco interessato a prendersi la scena.
Secondo me non ha tantissimo margine in generale nel suo gioco se non nel tiro dove, davvero, farà la differenza tra l'entrare nelle rotazioni o restarne fuori.
Tillman ad oggi è più grosso e più cattivo, ma lui potrebbe davvero evolvere come scriveva MarcUs in quella direzione prospettica.
Mi intriga, credo abbia la testa giusta.


05/07/2024, 10:36
Profilo
Amministratore
Avatar utente

Iscritto il: 13/03/2010, 0:20
Messaggi: 36661
Località: Santarcangelo di Romagna
Messaggio Re: Draft 2024
Zio Trifoglio ha scritto:
Ieri sera, dopo essermi gustato la sesta puntata di The Boys, sempre più la mia serie preferita

Non è la mia serie preferita all-time, ma c***o che spettacolo... sono d'accordo con te. :metal

Scusate l' :offoffoff:


05/07/2024, 11:03
Profilo WWW
History of team
Avatar utente

Iscritto il: 13/03/2010, 1:00
Messaggi: 13473
Messaggio Re: Draft 2024
4txx ha scritto:
MISTER SCHEIERMAN, WELCOME IN THE CITY OF CHAMPIONS
“Allora, guys, oggi abbiamo il piacere di avere Coach McDermott in tribuna. Mi raccomando, questo non deve distogliervi dal giocare in maniera intensa ma ordinata”.
Queste, probabilmente, le parole che l’allenatore degli OSA Crusaders (squadra AAU) ha usato nel pre-partita in quel lontano 2019, quando sugli spalti della palestra per assistere alla partita c’era l’allenatore di Creighton, un’istituzione nello stato del Nebraska.
Un dettame osservato alla lettera da Shareef che alla fine convinse Coach McDermott a confermare la borsa di studio e portarlo a Creighton.
Shareef? Ma Scheierman non si chiama Baylor? Refuso? No, non è un refuso del redattore distratto, perché l’aneddoto riguarda solo indirettamente il neo-Celtic, e ha come protagonista principale Shareef Mitchell., la guardia scrutinata che quell’autunno ha poi debuttato nella casacca dei Blujays senza mai impressionare (4 anni per chiudere la carriera collegiale a Ohio).
E Scheierman? Giocatore discreto, ma nulla piu’, tanto che a livello nazionale si non era neanche presente nelle annuali graduatorie dedicate ai prospetti liceali. Almeno nel basket, perché Baylor si era distinto anche come buonissimo quarterback.
Lo conferma Coach Peterson: “Baylor è cresciuto molto come leader della squadra. E’ un lottatore, e ha trasmesso la sua natura molto competitiva a tutta la squadra. Il suo esempio si è sentito non solo sul campo, ma anche in sala pesi, nella quale è stato uno dei lavoratori più assidui”.
Alla fine, il nostro strappa comunque una borsa di studio per il basket, il suo vero amore, da South Dakota State, ateneo marginale dell’ancora più periferica Summit League.
Non proprio il viatico comune alle prime scelte NBA, ma certamente uno stimolo per il giovane Baylor a lavorare sul gioco e migliorare.
A SDSU, Scheierman è passato da 6 punti (con 24.7% da 3 punti) del primo anno ai 16.2 points e 4,5 assist, con 46.9% da tre nell’anno da junior. Al terzo anno, anche la soddisfazione di portare i Jackrabbits al Torneo NCAA, un’esperienza chiusa con la sconfitta contro Providence (18 punti e 10 rimbalzi per lui).
La stats line dell’ultimo anno è alla base della decisione di tentare il grande salto, ovvero provare a confrontarsi in palcoscenici più competitivi. Al suo cospetto si presentano in tanti, da John Calipari di Kentucky a Bill Self di Kansas, ma anche Arkansas e Duke.
Alla fine, però, Baylor decide di accettare proprio la corte di Creighton e di Coach McDermott, nel frattempo redento e convinto delle qualità dell’ex “brutto anatroccolo”, per due motivi: perché il campus è in Nebraska, il suo stato; sopratutto perché nella testa ha iniziato a comparire il pensiero della NBA, solo un miraggio lontano lontano all’epoca del liceo.
“Alla high school, aveva un buon tiro ma non buono ma non eccellente,” McDermott ricorda. “Poi, fisicamente (neanche 90 chili, ndr) era molto magro, e difensivamente sarebbe stata una liability. A suo merito, si è meritato una borsa di studio e ha lavorato molto per migliorare”.
“Beh, non avevano torto all’epoca”, conferma Scheierman, “e non mi ha demoralizzato, ma spinto a lavorare duro per arrivare al livello al quale desideravo arrivare”.
Maturato fisicamente e tecnicamente, Baylor non ha sofferto per niente il salto di categoria, trovandosi alla perfezione nel gioco dei Bluejays, impostato su ritmi alti, circolazione della palla e tiro dalla distanza.
Se la scorsa stagione aveva chiuso a 13 punti, 8 rimbalzi e 3 assist, quest’anno ha migliorato enormemente come impatto, con le statistiche a dimostrarlo: 18 punti, 9 rimbalzi, quasi 4 assist, cifre che gli sono valse la nomina nel primo quintetto della Big East, la conference di UConn, ovvero la squadra che ha vinto per due volte consecutive il Titolo NCAA.
Al Torneo NCAA, poi, ha dato vita a un bel duello con Knecht (ala di Tennessee, con una storia simile alle spalle), in un’anticipazione di quella rivalità che attenderà i due nella NBA, essendo stati scelti da Celtics e Lakers (26 vs 25 ai punti , nonché W, per la scelta numero 17 dei Lakers).
Cosa ci possiamo attendere dalla nuova matricola?
Osservandolo si capisce che è stato ben allenato, perché Baylor comprende il gioco e si è ben districato nel ruolo di playmaker aggiunto. I suoi 4 assist di media non sono pochi per essere una prima opzione offensiva con al fianco play di buon livello come Alexander e Nembhard in questi due anni. La visione periferica (allenata sul campo di football come quarterback), aggiunta a un buon ball handling , lo rende molto portato a gestire il pick and roll, sia come suggeritore che come risolutore.
La mano mancina e’ molto educata al tiro che rappresenta sicuramente l’arma che lo ha fatto scegliere dalla NBA. Nell’ultima stagione ha tirato il 38% da tre (su 8 tentativi a partita), ma la percentuale sale a un incredibile 48% sui tiri non contestati, una situazione che il prossimo anno, con i Jays, dovrebbe accadere spesso.
Bravo sia nel muoversi senza palla che nel prendere il tiro con lo step back, non disdegna la soluzione personale, magari sfruttando il fisico contro avversari meno prestanti. Da verificare i tempi di rilascio, decisamente meno rapidi di, per esempio, un Hauser, il giocatore a cui spesso ci si è riferiti dopo la sua scelta.
Interessante la virata sul perno in allontanamento che potrebbe essere replicata al piano di sopra, sopratutto quando si troverà a gestire i close out e si avventurerà più vicino a canestro.
Quei chili, tornano molto utili anche a rimbalzo (9 a partita) una situazione nella quale dimostra grande applicazione. L’aver giocato a football, infatti, gli regala quella fisicità che serve sottocanestro.
Veniamo alle note dolenti. L’atletismo non è certamente la sua caratteristica distintiva, non è un saltatore e neanche troppo rapido. Le sue soluzioni offensive nascono dal bagaglio tecnico e dalla capacità di leggere il gioco. In difesa, queste lacune fisiche si notano di più, con Baylor non sempre a suo agio nel contenere l’attaccante in 1vs1, ma anche nel districarsi nei pick and roll. Insomma, sarà da verificare la sua dedizione anche nella metà campo difensiva, in una realtà, quella della NBA, nella quale sarà alleggerito in larga parte del fardello legato alle responsabilità offensive.
Ma sentiamo chi lo ha scelto, sicuramente molto più competente di chi scrive.
Ecco le parole di Austin Ainge:” E’ un duro, ha giocato ad alto livello, e per cinque anni al college. Ha 23 anni, quindi è un uomo. Sa giocare. Ogni anno ha migliorato ogni aspetto del suo gioco, non solo una qualità in particolare. E’ un aspetto che consideriamo molto nel valutare un giocatore”.
A chi gli suggerisce un paragone con Kennard, il figliolo di Danny risponde così:”Beh, è più grosso e un po’ diverso, ma come Kennard, Baylor ha giocato come quarterback al liceo, e in qualche modo lo ricorda nel suo gioco”.
Per onorare il nostro Malik, riportiamo anche un altro paragone che è circolato in questi giorni: Joe Ingles, uno dei favoriti del nostro Principe della Notte, che nella trasferta a Salt Lake City onoro’ con l’acquisto della maglia…
Non resta che aspettare le prime uscite alla Summer League per apprezzarlo in un nuovo contesto, sperando che il lavoro che lo ha portato da Signor Nessuno a prima scelta continui per renderlo una pedina importante della rotazione dei Celtics.


questo è un articolo di un gruppo facebook sui celtics, te lo dico perchè lo seguo pure io come l'altro gruppo, celticsnation italia, poi ho conosciuto personalmente malik che viene citato, tifoso celtics numero uno e pure tifoso udinese come me. :ola:

mi permetti un piccolo appunto, ma non prenderla a male.cita le fonti, va benissimo postare robe da fuori, in quei due gruppi ci sono persone tifosissime come noi e pure parecchio competenti.
ma citiamo sempre le fonti. :irish_drink:


05/07/2024, 12:24
Profilo
History of team
Avatar utente

Iscritto il: 11/11/2017, 14:47
Messaggi: 11283
Località: Macerata
Messaggio Re: Draft 2024
Si giusto, quando prendiamo articoli esterni citiamone sempre la fonte!
:doc:


05/07/2024, 13:18
Profilo
Connesso
MVP
Avatar utente

Iscritto il: 27/10/2022, 15:46
Messaggi: 771
Località: Alessandria
Messaggio Re: Draft 2024
Ok. Scusate . Ora riparo.

Immagine


05/07/2024, 14:11
Profilo
History of team
Avatar utente

Iscritto il: 11/11/2017, 14:47
Messaggi: 11283
Località: Macerata
Messaggio Re: Draft 2024
4txx ha scritto:
Ok. Scusate . Ora riparo.

Immagine

Eccesso di riparazione!
:doc:
:lol:


05/07/2024, 16:10
Profilo
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Rispondi all’argomento   [ 98 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1 ... 3, 4, 5, 6, 7

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 9 ospiti


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi

Cerca per:
Vai a: