Ora che l'attenzione verso il rinnovo del contratto collettivo è scemata, col raggiungimento positivo rappresentato dalla stipula del nuovo CBA, è ora di pensare a nuovi progetti. Come periodicamente si torna a discutere, l'NBA sembra intenzionata ad allargare il numero di franchigie, favorendo nuovi ingressi nella lega più bella del mondo.
Se le candidature di Seattle e Lousville sono scontate e non destano molte sorprese, quella di Città del Messico suscita invece molto curiosità, ma è molto più che una trovata pubblicitaria. Ma andiamo con ordine.
Per Seattle, dopo il torto subito anni fa con lo spostamento dolorosissimo degli amati Sonics in Oklahoma, siamo a qualcosa più di una candidatura visto che la città e la cordata di imprenditori pronti a finanziare il ritorno sono pronti da anni per riabbracciare il basket NBA in città. L'unico ostacolo sembra essere rappresentato dalla costruzione della nuova arena, l'amministrazione comunale è un po' sorda da questo orecchio, ma c'è ampio margine di trattativa.
Problema invece che non c'è per Lousville, c'è l'arena, ma qui a fermare un po' Silver e soci è proprio il fatto che nel Kentucky domini il basket collegiale e probabilmente intaccare questo dominio potrebbe essere pericoloso e forse anche controproducente.
Per la franchigia in Città del Messico, dopo l'impegno della lega a portare almeno una partita di regular season a stagione, il problema dei soldi e delle strutture non si pone visto che Carlos Slim Helù ha un patrimonio netto di oltre 48 miliardi di dollari secondo le stime di Forbes. Il problema però è rappresentato dalla politica degli USA, che con le elezioni a presidente di Trump non sembrano essere accomodanti verso il Messico.
Vedremo la piega che prenderanno gli eventi, restano per ora un po' più defilate Las Vegas e Vancouver, in attesa magari dell'uscita di scena di qualcuna delle altre pretendenti.