Ray Allen ha deciso di lasciare i Boston Celtics e diventare un nuovo giocatore dei Miami Heat: da Jesus a Judas.
A nulla sono servite le rassicurazioni sul futuro, la volontà di allestire un team competitivo o la proposta di un contratto molto più ricco di quello che ha poi firmato (12 milioni in due anni contro i 9 in tre), insomma niente di quello che Ainge ha fatto è servito. Ray, in maniera molto discutibile, ha scelto di andarsene.
I fattori che hanno portato a questo divorzio sono in sostanza 4:
1. Ray era rimasto male per tutti i passati tentativi di trade che aveva subito. Quindi alla prima occasione ha scelto di andarsene senza nulla in cambio, per farla pagare alla nostra dirigenza.
2. Il rapporto con Rondo si è deteriorato a tal punto che i due non possono più stare nella stessa stanza insieme, figuriamoci passarsi una spalla.
3. Allen non ha sopportato il declassamento in panchina in favore di Bradley.
4. Non crede più in questi Celtics, anche se a questo è difficile crederci, e crede che gli Heat siano i favoriti per il titolo.
Altre motivazioni non ne trovo ed allora dico abbastanza chiaramente che mi sembrano fin troppo stupide e non fatte da un serio professionista come lui. Se analizziamo punto per punto ci rendiamo conto che non giustificherebbero per nulla la scelta (forse solo il punto 1 è comprensibile), visto che l'ego e le gerarchie che troverà a Miami saranno addirittura più estreme di quelle che lascia a Boston.
Io nello sport sono abbastanza radicale e fin troppo estremista, ma credo che campioni pagati fior di milioni dovrebbero dimostrare anche dei valori morali, per essere di esempio a tutti quelli che li amano e li seguono, anche se la maggior parte delle volte mi rendo conto che molto probabilmente è chiedere forse troppo. Ray questa volta ci ha fatto la figura del traditore senza scrupoli, che abbandona gli amici di tante battaglie per la speranza di un titolo in più.
Caro il mio Ray, spero che la prossima volta che ci incrociamo ai playoff tu pianga le lacrime amare della sconfitta e che dentro la tua testa ci sia solo una frase: "Perché l'ho fatto?".