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Quattro chiacchiere con...  »  Intervista doppia Unselfish/Cedric


Intervista doppia Unselfish/Cedric   di ilcrispo   |   Pubblicato il 11/02/2022

D1.  Mario (cedric) e Gabriele (Unselfish), parlateci un po’ di voi, raccontateci un po’ la vostra storia.

R1 Gabriele: Grazie Alessandro per l’onore di questa intervista! Mi chiamo Gabriele, sono del 1995 e vivo alle porte di Milano. Nella vita sono entrato da poco del mondo dell’Ingegneria, lavoro per la multinazionale Air Liquide e mi occupo di sicurezza. Sono un ragazzo estremamente curioso e vivace e la conseguenza naturale è che ho tantissime passioni; adoro gli sport, praticamente ogni volta che ne ho l’occasione organizzo partitelle di basket, pallavolo e calcetto. Vado costantemente in palestra, sto imparando a ballare la salsa e la bachata, suono da una vita il sassofono e avrei tantissime altre cose da dire... ma bando alle ciance,  ovviamente una delle mie passioni più importanti riguarda i nostri cari amati Boston Celtics!

R1 Mario: Ciao a tutti, mi chiamo Mario Bueti. Come nascita mi colloco attorno ai sixties, un baby boomer calabro nato nell’omerica Scilla e trasferitosi in Emilia per motivi di studio, ora vivo e lavoro in Romagna per guadagnarmi la piada quotidiana. Insomma la classica storia dell’emigrante di successo (ride). Faccio il medico di medicina generale pagato dall’Ausl Romagna e il cardiologo per amici e conoscenti del tutto gratuitamente per un’insana vocazione al buonsamaritanesimo. Per completare il tutto faccio volontariato per una ODS che si occupa di bambini bielorussi: prima li proteggevamo dalle radiazioni ora proviamo a proteggerli da un elemento più radioattivo dello Stronzio 90. Sposato, senza figli naturali, una figlia adottiva di 22 anni, Iryna, bielorussa.

D2. Come avete conosciuto il sito Celtics.it e di conseguenza perché avete deciso di iscrivervi al Forum?

R2 Gabriele: Sono un curiosone, purtroppo tra i miei coetanei è difficile trovare ragazzi che condividono questa passione e quindi un bel giorno ho googlato "Forum Boston Celtics" ed eccomi qua. Iscritto!

R2 Mario: Sai che non ricordo? Forse per caso navigando fra i nomi Boston e Celtics ho trovato il sito, ho deciso di iscrivermi perché il forum mi è sembrato bello e interessante, con parecchi utenti con una competenza a me sconosciuta. Ho imparato e imparo ancora tanto (ringrazia con le mani giunte a preghiera)

D3. Sinceramente, ritenete di aver trovato nel Forum una comunità interessante e stimolante?

R3 Mario: Il forum mi è sempre piaciuto ma devo dire che ultimamente sta diventando qualcosa di strepitoso con il contributo di alcuni autori veramente fenomenali e con iniziative coinvolgenti.

R3 Gabriele: Mah guarda, a parte un paio di moderatori... Scherzi a parte la comunità mi piace veramente molto: aggregante, divertente e rispettosa. Se dovessi definirla con una frase penso che potrei dire qualcosa del genere: "Un'isola felice in un oceano di flames". Purtroppo basta farsi un giro nei vari gruppi social per vedere quanto è pieno di rabbia e odio il web, non a caso da un paio di anni i miei social network li ho cestinati, una delle scelte migliori della mia vita, dopo i Celtics ovviamente.

D4. Quali sono le sezioni tematiche dove trovate le discussioni che vi intrigano maggiormente?

R4 Grabriele: Starei per ore ad ascoltare le analisi tattiche del Coach e quando posso mi piace commentare assieme a voi in diretta le partite dei nostri ragazzi. Poi certamente argomenti come il mercato stuzzicano sempre la fantasia... e poi le dirette sono troppo belle!

R4 Mario: Non ho preferenze, trovo cose notevoli in ogni sezione. Mi piace molto Le leggende dei Celtics.

D5. Come siete diventati tifosi dei Celtics?

R5 Mario: Giocavo nelle giovanili della Cestistica Piero Viola e il nostro allenatore non faceva altro che celebrare di quanto fossero forti questi Celtics qua. Ci chiedevamo come facesse a conoscerli così bene finché scoprimmo che aveva vissuto 5 anni nel Massaciuzzo (imita lo slang broccolino) e li aveva visti giocare. Diventammo tutti tifosi di questa grande franchigia, titolari, riserve e pure il custode del campo.

R5 Gabriele: È difficile da spiegare... il mio avvicinamento alla NBA è stato da piccolino, attraverso il film "Space Jam". Poi nel tempo ho iniziato a vedere documentari su documentari e non c’è molto da discutere, la storia parla chiaro e non si può non farsi ammaliare dalla grandezza dei Celtics. Nato come interesse è pian piano cresciuto, fino ad esplodere in una vera e propria fede.

D6. C’è stata una stagione in particolare che ricordate con particolare emozione?

R6 Mario: L'anello del 1986 è stato indimenticabile. Una squadra con una difesa mostruosa, un attacco comunque tra i primi della lega, un animus pugnandi da paura.

R6 Gabriele: Stagione 2016-2017, mamma mia quanto cuore ci hanno messo i ragazzi, un posticino nel mio cuore per loro ci sarà sempre. Ci si chiede se si può scrivere la storia anche se non si vince... secondo me assolutamente sì! Loro hanno scritto una pagina veramente bella ed emozionante della franchigia: la vittoria della conference, il ribaltone ai Bulls, la serie al cardiopalma con i Wizards, gara 3 delle ECF portata a casa da dei ragazzi che non avevano più benzina ma che volevano a tutti i costi rimediare alla bruttissima sconfitta di gara 2. Solo applausi per loro.

D7. Nei vostri anni da tifoso c’è stato un giocatore che in particolare vi rappresenta?

R7 Gabriele: Di questo roster direi Timelord: energico, volenteroso, impavido, magari non il massimo dell’eleganza, ma sicuramente uno che bada al sodo e sa essere efficace a modo suo. Un giocatore con tanti spigoli da smussare, ma che non esita a lavorarci sopra giorno dopo giorno.

R7 Mario: Larry è leggenda, per qualsiasi cosa lo puoi e devi menzionare però io ricordo con tanta commozione Dennis Johnson grande e sfortunato giocatore (ha il groppo in gola).

D8. Avete qualche episodio che vi lega a lui in particolare?

R8 Gabriele: 10 dicembre 2018. Panico in casa Celtics per le assenze di Horford e Baynes, alle porte ci sono i Pelicans con Davis e Randle che andiamo ad affrontare con Theis e Timelord. Già si era previsto un bagno di sangue, invece andiamo a vincere e dalla panchina Timelord si regala una bella prestazione condita con ben 3 stopponi in faccia al centro più forte della lega. Hai capito il ragazzo dormiglione? Da quel momento ho capito che Robert Williams III aveva il carattere per diventare un ottimo giocatore.

R8 Mario: L'abbraccio con Larry dopo aver battuto Detroit: il canestro in entrata dopo la rubata di Bird è stato il furto di due geni che vedevano lo sviluppo del gioco prima di chiunque altro.

D9. Veniamo alle domande di rito, miglior quintetto di sempre dei Celtics (sesto uomo compreso)!

R9 Mario: Dennis Johnson, Havlicek, Bird, Sam Jones, Russell. (McHale sesto)

R9 Gabriele: Urca è difficile scegliere tra tanti campioni, punto su questo quintetto: Cousy - Pierce - Bird - McHale - Russell. Come sesto uomo direi Havlicek.

D10. Miglior quintetto di sempre della Lega (sesto uomo compreso)!

R10 Gabriele: Vediamo un po’: Magic Johnson - Michael Jordan - Larry Bird - Tim Duncan - Kareem Abdul Jabbar. Dalla panchina John Stockton.

R10 Mario: Magic e Jordan, Bird e Jabbar, Russell (Chamberlain sesto, perché è giusto dire che, se non ci fosse stato il nostro Bill, avrebbe vinto e stravinto ogni cosa). Jabbar ala grande mi sia concesso dai puristi.

R11. Un avversario che avreste voluto avere nella nostra Squadra e soprattutto in quale stagione in particolare.

R11 Gabriele: Rispondo con una provocazione: stagione 1997, Larry Bird sulla panchina dei Celtics al posto di Rick Pitino

R11 Mario: Nessuno, il mio vero grande rammarico è non aver potuto vedere giocare Len Bias. Questo ragazzo era un grande davvero e sono sicuro che con lui avremmo dominato la lega per vari anni. Non ho ancora elaborato il lutto.

D12. Veniamo al presente, quali sensazioni vi hanno lasciato le ultime stagioni dei Celtics, più rimpianti o più delusioni?

R12 Mario: Stato d'animo cangiante, tempo variabile, 50 rimpianti 50 delusioni. L’anno dell’infortunio di Hayward avevamo un roster incredibile per completezza e profondità però sfiga volle e sfiga fu: grande rammarico.

R12 Gabriele: Tanta amarezza. Avevamo una corazzata sulla carta, ma purtroppo quando si ragiona di squadra bisogna tenere conto anche della testa dei diversi giocatori. Irving e Hayward si sono rivelati inadeguati. Il primo un folle bipolare, il secondo un giocatore "soft" e senza alcun segno di riconoscenza per una franchigia che lo ha aspettato e un coach che lo ha voluto sopra ogni cosa. Il resto è un insieme di piani B costruiti in fretta e furia, forse quest’anno per la prima volta si sta cercando di rimettere ordine nel roster, ma il margine di manovra è decisamente ridotto rispetto gli anni precedenti.

D13. Il rimpasto societario, un’esigenza programmata o un’esigenza imprevista?

R13 Gabriele: Secondo me è un'esigenza maturata nel tempo da entrambi. La sensazione è che Ainge voleva andarsene per ricaricare le pile, così come Stevens voleva rimanere nell'ambiente Celtics ma lasciare la panchina di una squadra che ormai da tempo non aveva più in mano. La conseguenza è la partenza di Ainge e il ruolo di GM per Stevens, che di fatto rimane nell'ambiente, ma a una distanza di sicurezza dalla squadra e dallo stress dello spogliatoio. Non so quale sarà l'esito futuro per la franchigia, ma per Danny e Brad lo vedo sicuramente come un cambiamento Win-Win.

R13 Mario: Non saprei, forse Ainge era veramente stanco e non più a suo agio nel ruolo. Si è preso una pausa e poi ha cambiato ruolo altrove. L'avrà fatto per amore della sua terra mormonica (ammicca).

D14. Come giudicate fin qui la stagione dei Nostri, quali reali aspettative per le fasi finali?

R14 Gabriele: Una stagione di transizione, non la definirei di certo una stagione esaltante. Non so se questa ultima striscia di W sia un nostro miglioramento o un fuoco di paglia, ma la mia sensazione è che non siamo una squadra capace ancora di camminare come gruppo... ma che vive e muore in base all’ispirazione dei singoli. Di aspettative non me ne faccio, vediamo quel che viene, detto questo sarei già sorpreso se passassimo il primo turno.

R14 Mario: Stagione per il momento interlocutoria ma se Lucky l'attrezzista ha ancora voglia di lavorare chissà che non se ne vedano delle belle.

D15. Arriva il Draft, avete minimamente idea di che cosa bolle nel pentolone?

R15 Mario: Niente proprio. Veramente non sono un esperto di queste cose, per quanto riguarda la deadline sento dire e leggo che Indiana e Atlanta si muoveranno di sicuro. Anche Portland tra McCollum e Lillard qualcosa potrebbe combinare. Per il Draft di giugno aspetto i resoconti di MarcUs dal mondo universitario per farmi una seppur pallida idea (ringrazia con un leggero chinar del capo).

R15 Gabriele: Purtroppo sono convinto che verrà pescato prima, ma nel mio pentolone bolle Tari Eason, ala sophomore a LSU. Per lui una crescita esponenziale, ottimo difensore e con buone capacità di andare ad attaccare il ferro. Un giocatore che sicuramente a Udoka piacerebbe.

D16. Troppo facile smembrare la Squadra per migliorarla ma "tout court" se poteste fare due mosse per renderla maggiormente competitiva quali e che prezzo potreste accettare di pagare?

R16 Gabriele: Per la filosofia di costruzione della squadra a mio modo di vedere servono alcuni aggiustamenti a questo roster. Il primo riguarda il problema delle spaziature con la co-presenza di Horford e Timelord, la seconda è un buon sostituto dal pino per Timelord. Fino alla trade che ha coinvolto l'arrivo di Sabonis a Sacramento ti avrei detto che avremmo potuto provare a muoverci per Harrison Barnes, sacrificando Horford insieme a qualche giovane ed eventualmente scelte, ma ora immagino non sia più una strada percorribile. Barnes secondo me per noi sarebbe stato un ottimo incastro, sia per la sua buona confidenza con l’arco, sia perché ha già coperto il ruolo di terzo violino molto bene. Tolta l’opzione Barnes al momento non vedo giocatori per cui muoversi in questo ruolo. L'altro giocatore da cercare secondo me è un sostituto dalla panca per far rifiatare Timelord. Un giocatore esplosivo, pieno di energia e capace di lottare sotto il canestro. Secondo me un giocatore con queste caratteristiche è Moses Brown, per cui non dovrebbe essere necessario fare un enorme sforzo e su cui si potrebbe anche lavorare in ottica sviluppo. Perciò riassumiamo così: IT4 e Moses Brown... e siam tutti felici!

R16 Mario: Simmons m'intriga e forse solo per lui farei partire Smart. Altri giocatori che a me piacciono sono Sabonis e McCollum. Per l'annata in corso non so se convenga fare grossi stravolgimenti, scambierei solo Schroder e aspetterei l’estate.

D17. Mi interessa sapere cosa pensate del ruolo di Smart nella nostra Squadra, soprattutto come prospetto di leader futuro.

R17 Mario: Premetto che la penso come Gioia, Marcus avrebbe dovuto difendere Lucky e il nostro Garden e chiavare in faccia al deficiente un sonoro boffettone. Con tanta fatica l'ho perdonato sebbene mi rimanga dentro un leggero disamore. Smart sta facendo una regular super, quando non è in campo vinciamo a fatica. È un leader naturale che secondo me in questo momento sopperisce alla mancanza di leadership sia di Tatum che di Brown. Per il futuro
prossimo darei fiducia al gruppo Smart, i due Jay e RobIII per almeno due anni ancora ovviamente cercando tasselli per rinforzare questo nucleo. Gli altri del roster attuale li considero movimentabili, su Pritchard sarei cauto, lo terrei.

R17 Gabriele: Smart è quel giocatore che serve a dare l'equilibrio alla squadra, con il suo preziosissimo lavoro sporco in difesa. L'equilibrio secondo me sta tutto lì, Smart deve essere bravo a non prendersi certe liberta nella fase offensiva, mentre i suoi compagni di squadra devono essere bravi a mascherarne i suoi difetti. Nella nostra metacampo invece i ruoli si invertono, con Marcus che ci può assolutamente dare quel valore aggiunto mettendo le pezze là dove gli altri sbavano. Come leader futuro purtroppo non saprei dirti. Quando penso al ruolo di Leader mi viene in mente la frase che Pop disse a Tim Duncan nel giorno del ritiro del suo numero di maglia: "Grazie Tim per avermi permesso di fare il mio lavoro di allenatore". Il mio augurio è che in questo roster venga riconosciuta a tutto tondo l'autorità del Coach, così come si crei quella disciplina dove si parla poco e si lavora tanto. Anzi, se proprio devo tirare un'ultima stoccata la tiro proprio verso Marcus, che con quella tirata di orecchie pubblica ai J's ha dimostrato di essere troppo impulsivo e chiacchierone. Quelle sono parole che deve dire un allenatore, non un suo giocatore, a maggior ragione se l'allenatore è da poco tempo nell'ambiente. Un ambiente anche fin troppo incandescente in questi ultimi anni, frutto di troppe parole e pochi fatti.

D18. Avete qualcosa da chiedervi? Allora fatelo!!!

R18 Gabriele: Ma se avessimo l’opportunità di firmare DeMarcus Cousins al minimo salariale...

R18 Mario: Ti fidi di Crispo, pensi che sia stato un bravo intervistatore? IlCrispo è stato un ottimo intervistatore ma per fidarmi è ancora prematuro: aspetto di leggere tutte le clausole.

Intervista doppia Unselfish/Cedric   di ilcrispo   |   Pubblicato il 11/02/2022
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