Avery Bradley ha segnato 30 punti (due in meno del suo career high) in occasione della vittoria dei Celtics sugli Hornets a Charlotte, il 30 marzo. In cinque anni di carriera NBA, il Pitbull ha segnato 27 o più punti sei volte e tutte in trasferta: solo nell'ultima occasione la cosa ha coinciso con una vittoria dei Verdi.

Boston Celtics @ Atlanta Hawks 92­-97 (20 aprile 2012, 28 punti in 36:54 di gioco: 12/22 al tiro, con 1/2 da 3 e 3/4 dalla lunetta).

Boston Celtics @ Minnesota Timberwolves 88­-106 (16 novembre 2013, 27 punti in 36:21 di gioco: 12/23 al tiro, con 1/4 da 3 e 2/2 dalla lunetta).

Boston Celtics @ Brooklyn Nets 98­-114 (21 marzo 2014, 28 punti in 34:51 di gioco: 12/19 al tiro, con 4/9 da 3 e 0/0 dalla lunetta).

Boston Celtics @ Dallas Mavericks 113­-118 (3 novembre 2014, 32 punti in 36:32 di gioco: 13/22 al tiro, con 4/6 da 3 e 2/3 dalla lunetta).

Boston Celtics @ Sacramento Kings 101­-109 (20 febbraio 2015, 28 punti in 40:51 di gioco: 12/22 al tiro, con 1/4 da 3 e 3/4 dalla lunetta).

Boston Celtics @ Charlotte Hornets 116­-104 (30 marzo 2015, 30 punti in 38:57 di gioco: 12/23 al tiro, con 3/7 da 3 e 3/3 dalla lunetta).

I Boston Celtics, con la vittoria di lunedì 30 marzo 2015 alla Time Warner Cable Arena ai danni dei Charlotte Hornets (116­-104), hanno realizzato una striscia vincente di tre partite in trasferta, per la prima volta da quella messa a segno tra il 25 febbraio e il 6 marzo 2013: le altre due sono quella del 23 marzo al Barclays Center contro i Brooklyn Nets (110-­91) e quella del 27 marzo al Madison Square Garden con i New York Knicks (96­-92).

Boston non registrava un intervallo ampio tra due strisce vincenti di tre o più partite in trasferta da circa sei anni, per l'esattezza dal dicembre 1995 al novembre/­dicembre 2001.

Avery Bradley è stato premiato prima della partita contro i Buks con il Red Auerbach Award. Questo premio, per chi non lo sapesse, viene attibuito al rappresentante più meritevole tra le nostre fila durante la stagione, quindi non necessariamente un giocatore, ma che vuole sottolineare chi meglio di tutti ha incarnato lo spirito dei Celtics dentro e fuori dal campo.

Un attestato di stima a 360 gradi quindi, che rende particolarmente fiero chi lo riceve.

Una delle più divertenti di sempre...

Manca ancora l'ufficialità della notizia (è solo una formalità e la si avrà il 14 aprile), i Celtics dopo il 2007 ed il 2012 torneranno ancora una volta in Italia, ancora una volta per giocare una partita contro l'AJ Milano.

Una bella notizia per tutti noi tifosi che così constateremo con i nostri occhi i progressi dei nostri ragazzi, che tanto ci stanno facendo sognare un posto ai playoff in questi giorni, senza escludere che vedremo per la prima volta qualche nuovo volto (nuovi giocatori dal draft oppure...).

Ovviamente non ci sarà solo la partita, ma anche molte attività parallele che farannno da corollario all'evento, come la Fan Zone in Piazza del Duomo.

Un evento da non perdere e che verrà battezzato dal nostro grande capo Robert Parish, che sarà presente il 14 a Milano per la presentazione dell'evento.

Dopo il fattacio di San Antonio, Smart è stato sospeso per una partita e quindi non prederà parte alla sfida con Detroit.

Lapidarie le parole di Stevens alle quali non aggiungo altro.

Purtroppo i problemi fisici di Isaiah Thomas non sono ancora risolti e il suo rientro previsto originariamente per la partita di Philadelphia, ora slitta a dopo il mini tour all'ovest che ci vedrà impegnati sul campo di OKC e San Antonio.

Thomas si era infortunato nella gara contro Miami, dopo essere caduto pesantemente a terra dopo un contrasto con Wade, non nuovo a dubbiosi interventi del genere. 

Avery Bradley sarà costretto a saltare tre partite a partire da quella di stasera contro i Pelicans, per un problema al gomito sinistro. L'infortunio, occorso nel primo tempo della partita contro Utah, viene classificato come stiramento.

Le rotazioni dei Celtics a questo punto si accorciano, come se non lo fossero già per le assenze di Sullinger e Olynyk, quindi spazio a Smart, Thomas e Crowder che vedranno incrementare il loro utilizzo medio.

..anzi no, contrordine, non arriva.

Sembrava fatta per McGee ai Celtics, dopo il taglio subito in quel di Phila, ed invece tutto sembra saltato o in qualche maniera congelato. In sostanza il giocatore chiede una player option per il prossimo anno, mentre Ainge propende marcatamente per una team option.

Mi schiero apertamente con Ainge, perché in questo momento ci sono molte incognite:
1. Come ha assorbito l'infortunio McGee?
2. Che forma fisica e mentale ha in questo momento?
3. Che atteggiamento avrebbe in campo e sopratutto fuori?

Sono domande da non sottovalutare e capisco Ainge che ci voglia andare cauto.

Ringrazio di cuore Alessandro per la condivisione di questo bellissimo approfondimento su un atleta che ha davvero contribuito a cambiare non solo il mondo della NBA, ma l'interà società americana.

Una lettura che consiglio davvero a tutti.