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News sui Boston Celtics in particolare e sull'NBA in generale

In questa sezione troverete diverse news che parlano di NBA ed in particolare di Boston Celtics. Le news sono divise in categorie in modo da permettere una rapida classificazione della notizia. A fianco della descrizione delle categorie in Legenda e Stats trovate il numero di post presenti nella specifica categoria. Cliccando sull'icona della categoria sia in Legenda e Stats che nel post filtrerete le categorie per l'argomento prescelto.


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Problemi in casa Celtics

Questo dannato coronavirus non è stato ancora debellato ed infatti abbiamo davanti ancora diversi mesi in cui i contagi saranno all'ordine del giorno. Purtroppo il virus è entrato nello spogliatoio dei Celtics e senza neanche bussare, si è presentato e buonanotte. Dopo la quarantena di Javonte Green, ora Rob Williams è risultato positvo ed il sistema di tracciamento ha costretto alla quarantena altri tre componenti del team: Grant Williams, Carsen Edwards e Tristan Thompson.

Seguendo le indicazioni dei protocolli di sicurezza della NBA, questo significa che i tre in quarantena, se non avranno mai un tampone positivo, dovranno restare isolati per sette giorni, il che li costringerebbe a saltare almeno quattro partite. Per Rob Williams il discorso è completamente diverso, prima deve tornare negativo e poi si capiranno i tempi per il rientro.

Se Teague e Green rintrerenno in formazione, i Celtics per la sfida di stasera contro i Wizards avranno 12 giocatori arruolabili, cosa che garantirebbe comunque il corretto svolgimento della partita. Restiamo in attesa di eventuali nuove notizie, ma a questo punto speriamo non ce ne siano, abbiamo già dato.

UPDATE: Edwards non è stato inserito nel protocollo, perché il sistema di tracciamento lo ha escluso dopo attente verifiche.




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Pubblicata da Deep il 08.01.2021


Addio Paul

Arriva la notizia della morte di Paul Westphal, a cui in estate era stato diagnosticato un incurabile cancro al cervello. Lo ricordiamo tutti per il suo attaccamento alla città e la squadra di Phoenix, dove ha trascorso tanti anni da giocatore prima e da allenatore poi. Non a caso la sua maglia, la numero 44, è stata ritirata dalla franchigia dell'Arizona, dove ancora viveva.

Paul era entrato nella lega con i Celtics ed aveva trascorso i prime tre anni della carriera proprio con noi, scelto al draft con la numero 10, vincendo anche un titolo nel 1974 uscendo dalla panchina.

Nel 1976, guidando i Suns, arrivò nuovamente alle finali incontrando proprio i Celtics ed era in campo da protagonista in quella che molti descrivono essere la più bella partita delle finali, quella conclusa solo al terzo supplementare, anche se persa dai Suns.

Giocatore dalle movenze moderne, molto pulito e raffinato, era un attaccante di livello mostruoso e non a caso è stato 5 volte un all-star, ma anche un difensore aveva dalle doti insospettabili. Ha avuto quattro stagioni consecutive ad almeno 20 punti di media ed il 50% dal campo, solo un altro giocatore nella storia ha una striscia più lunga per una guardia ed è neanche a dirlo Jordan.

Da allenatore i suoi anni migliori li passò a Phoenix, ovviamente, e raggiunse anche le finali nel 1993 guidando l'MVP Charles Barkley alla sfida, poi persa, contro i Bulls di Jordan, Pippen e compagnia cantante.

Il 6 settembre 2019 è stato introdotto nella Naismith Memorial Hall of Fame di Springfield.

R.I.P. Paul.




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Pubblicata da Deep il 03.01.2021


Career high per Jaylen

Ieri sera nella passaggiata di salute contro i Memphis Grizzlies, Jaylen Brown ha ritoccato il record personale di punti degnati in una partita con 42. Per lui 15/21 dal campo, 7/10 da 3PT ed il tutto fatto in 29 minuti.

Mancavano 2:50 dalla fine del terzo quarto quando JB è uscito dal campo e la sua partita era finita, ma quando ha saputo dai compagni che aveva eguagliato il suo career high (34) ha chiesto a Stevens di tornare in campo e tiroccare i suoi massimi, cosa che il coach non ha esitato a fare, anche da queste cose si cementano i rapporti tra i giocatori e i loro coach.

Grande prestazione di Brown che ha letteralmente demolito Memphis, pareggiando anche il numero di tiri dalla distanza segnati con le 7 conclusioni a segno di ieri sera.




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Pubblicata da DeeP il 31.12.2020


Estensioni in corso

I Celtics hanno esercitato le opzioni per Rob Williams, Grant Williams e Romeo Langford.

Rob Williams ha dato segnali importanti in questa fase della stagione, lo staff crede nel progetto anche contro quello che in molti sostengono, cioè che il ragazzo non abbia le capacità di crescita richieste. Capacità che invece ha messo in mostra a più riprese in questa stagione, dove ha brillato in svariate occasioni. Anche ieri nella seconda sfida in Indiana, nonostante il minutaggio non elevato, è stato parte importante della fase ascendente del nostro rendimento complessivo.

Discorso diverso per Grant Williams, gioctore che dimostra di essere affidabile e, ancorché sotto dimensionato, in grado di dare importanti e continue dosi di QI cestistico. In difesa è un professore, dote che Stevens gli ha riconosciuto da subito, è in cerca di un affidabile tiro da 3, il 37.3% odierno è incoraggiante.

Romeo o perché sei tu Romeo, è un investimento dei Celtics sulla fidicua. Tutti hanno grosse aspettative su di lui, continuano le dichiarazioni ottimistiche sul ragazzo, ma a questo punto deve rimanere in salute e riuscire a mostrare quanto di buono ci sia in lui.




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Pubblicata da DeeP il 30.12.2020


Addio K.C.

Purtroppo un altro pezzo della nostra leggenda ci ha lasciato e noi vogliamo ricordarlo con le parole di un nostro utente postate sul forum, grazie del contributo MarcUs.

... ho iniziato a guardare (e amare, simultaneamente) i Celtics da ragazzino, con quella squadra di fenomeni che eravamo noi Celtics negli anni ottanta: Bird, McHale, Parish, Dennis Johnson, Ainge ...
E il mio coach era K.C. Jones.
Con quella sua faccia imperturbabile, da nero che piace a tutti, levigata come quella di Sidney Poitier.
Neanche lo sapevo che era stato un formidabile protagonista dell'epopea dei Celtics anni 60 con Russell e Cousy. Non lo sapevo ancora.
Neanche immaginavo cosa fosse stato a livello universitario.
K.C.Jones era un mito. E' un mito.
Ho dovuto leggere Second Wind di Bill Russell per sapere che era il suo compagno di stanza, silenzioso.
Il tipo di persona che non parla mai. Indicava tutto con un cenno. Questo o quello.
Era stato scelto da Red Auerbach al secondo giro, ma aveva preferito un viaggio nell'esercito prima di tentare l'avventura NBA. Non si sentiva pronto.
Era stato scelto anche dai Los Angeles Rams ma un infortunio ad una gamba gli avrebbe subito sconsigliato la carriera nella NFL.
Era un'atleta formidabile.
Un difensore arcigno, grintoso, atletico, inarrestabile.
Non aveva bisogno di parlare. Era un giocatore concentrato, fisso sull'obiettivo.
Taciturno ma concentrato.
Se la squadra opponente avesse avuto un esterno pericoloso lui lo avrebbe annullato.
Per tutto il tempo trascorso sul campo.
Quei Celtics di fine anni 50 iniziavano un basket di difesa senza tregua e contropiedi fulminanti dentro cui K.C. Jones calzava a pennello. Era una guardia e davanti aveva Cousy e Sharman, due extraterrestri dell'attacco. E non solo.
Lui silenzioso li osserva e si guadagna anno per anno più spazio, già nel 59 nel suo anno da sophomore si fa sentire (in campo col gioco, perchè fuori a parole, come scrive Russell, niente... non parla).
Vince 8 titoli. Da protagonista. Senza parlare.
Poi torna come vice di Bill Fitch e dal 1983 diventa Head Coach, con Larry Bird in campo e Red Auerbach in tribuna vince due fantastici titoli (1984 e 1986). Nessuno lo ha mai visto urlare.
Ma nel frattempo ha imparato a comunicare parlando.
Spiega le cose pacatamente.
Con calma. Dettagliatamente.
Larry Bird ha dichiarato:
"He is the kind of person I would like to be, but I don't have the time to work on this."
ovvero "è il tipo di persona che avrei voluto essere ma non ho avuto tempo di lavorare su questo".

VIVA K.C.JONES




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Pubblicata da Deep il 26.12.2020


[Diretta] A sorpresa ci palesiamo

Ma quindi? -> ...

Dove? -> youtu.be/nUOg2d29lrQ

Quando? -> 21:15

Perché? ...




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Pubblicata da DeeP il 23.12.2020


Piccoli aggiustamenti regolamentari

Stevens può presentarsi alla partite in polo. E sì, questa è la notizia, la NBA quest'anno così come la bolla di Orlando non ritiene più necessario che i coach NBA debbano indossare giacca e camicia a bordo campo durante le partite. Però è fatto obbligo per tutti dello staff, indossare la mascherina per tutta la durata della partita e non toglierla mai o il meno possibile.

Sul fonte dei roster come sappiamo i 2way (Tacko Fall e Tremont Waters) potranno essere utilizzati di più rispetto a prima pandemia. Ricordiamo che prima delle nuove direttive i ragazzi potevano essere impiegati per 45 giorni in totale per partite ed allenamenti, mentre ora possoro essere impegnati in allenamenti liberamente e al massimo in 50 partite in stagione. Stevens, anche per il rifiuto dei Red Claws alla bolla di Atlanta, si abituerà ad avere i ragazzi sempre a disposizione.




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Pubblicata da Deep il 10.12.2020


Prima parte del calendario

Esce la prima parte del calendario NBA e c'è subito una particolarità. Per evitare qualche spostamento, sia in casa che fuori, ci saranno due sfide contro la stessa squadra consecutivamente nella stessa città. Ad esempio il 28 e 30 dicembre ci fermeremo a Indianapolis per la doppia sfida contro i Pacers.

Il giorno di Natale sfideremo i Nets in casa in quello che si preannuncia come il ritorno di Irving a Boston, purtroppo senza pubblico e sarebbe stato bello sentire l'accoglienza riservata al nostro ex numero 11. La parte più dura del calendario è quella che va a cavallo della fine di gennaio ed inizio febbraio, con un ciclo terribile di trasferte. Curioso il rientro a casa, nel mezzo di questo giro, per affrontare il 30 gennaio i Lakers in casa.

ATTENZIONE: C'è una novità nel nostro calendario. Abbiamo messo le date italiane delle partite, quindi non quelle americane, non confondetevi.




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Pubblicata da Deep il 05.12.2020


Walker in campo non prima di gennaio

Con l'inizio della stagione NBA alle porte, si comincia il 22 dicembre, arriva una brutta notizia sul fronte roster. Kamba Walker infatti si è dovuto sottoporre a un'iniezione di cellule staminali per curare il suo tormentato ginocchio, che non lo lascia in pace da mesi e ne ha limitato il rendimento anche negli scorsi playoff, come comunicato da Ainge al termine della stagione.

Questo prolungherà il suo periodo di riposo fino alla prima settimana di gennaio ed il suo rinetro in campo non è quindi previsto prima. Una grossa sfortuna pensando al fatto che nella sua precedente esperienza agli Hornets non avesse mai palesato problemi di grossa entità, mentre da quando è ai Celtics ha saltato in una sola stagione più partite rispetto alle otto precenti a Charlotte messe insieme.

Non possiamo che augurarci che tutto si sistemi per il meglio.




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Pubblicata da DeeP il 01.12.2020


Firme ufficiali ai Celtics, non solo giocatori

Dopo quanche giorno dall'annuncio, arrivano le firme ufficiali di Tristan Thompson e Jeff Teague. Per l'ex Cavaliers arriva un biennale da 9.258.00 dollari l'anno (Non-Taxpayer Mid-Level Exception), mentre per Jeff Teague un contratto annuale del quale non si hanno i precisi dettagli economici.

Intanto un po' a sorpresa arriva la firma di Evan Turner, ma non come giocatore come ci si poteva attendere visti i soli trentadue anni del ragazzo, ma come assistant coach. Il suo compito primario sarà quello dello sviluppo dei giocatori. Già in forza ai Celtics sotto coach Stevens dal 2014 al 2016, Evan va a ricoprire quel ruolo che a dire la verità mancava nel nostro coaching staff. Quell'allenatore che i giocatori vedessero come loro pari col quale instaruare un rapporto, se non di amicizia, di complicità. Sembrano cose di poco conto, ma sono vitali nella chimica di uno spogliatoio, ed il fatto che la dirigenza sentisse il bisogno di questa figura, la dice lunga sulla questione.




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Pubblicata da DeeP il 01.12.2020




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