Tot. 1872
Prima uscita, prima vittoria | |
Alla prima uscita stagionale i Celtics trovano la prima vittoria sconfiggendo per 93 a 65 i non troppo convincenti 76ers, ma anche privi di alcuni giocatori chiave a dire il vero. Con Perkins e Jermaine O'Neal out, tocca all'altro O'Neal partire da centro titolare insieme ai soliti Pierce, Allen, Rondo e Garnett. Ovviamente si tratta di una partita che non conta molto, ma serve solo per iniziare ad oliare i meccanismi ed è proprio quello che succede in questa serata. Si vedono sprazzi di bel gioco da parte dei ragazzi di Rivers, su entrambi i lati del campo. Assistiamo alle solite accelerate di Rondo, ma magari non ci si aspetterebbe di vedere in un paio di occasioni proprio Shaq concludere i contropiedi dei nostri. Certo non più con tonanti schiacciate su alley-oop, ma facendosi pur sempre un bello spazio intorno a se. Allen è sempre lui e colpisce non solo dalla distanza, ma anche in entrata risultando alla fine il miglior marcatore con 14 pts. Per il resto assistiamo a sequenze infinite di sostituzioni con addirittura 14 giocatori utilizzati. E' chiaro che DOC vuole valutare tutti e primo fra tutti proprio il centro turco Erden, che alla fine avrà il minutaggio più alto, facendo per altro anche una discreta figura (13 pts e 5 reb in 24 min.). Analizzando gli altri mi ha sorpreso Stephane Lasme del quale non conoscevo davvero nulla e che ha messo punti a referto in un amen, con tutto il beneficio di inventario che può avere il contesto della serata. Buoni anche Big Baby e Delonte West, quest'ultimo piuttosto disciplinato e mai fuori controllo. Lungi da me la volontà di fare congetture o trarre conclusioni da quella che è stata poco più che una sgambata in divisa ufficiale, però mi sono piaciuti i Celtics in questa prima uscita ed ho visto buone cose che mi fanno bene sperare per l'imminente stagione. |
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Pubblicata da Francesco Sanna aka datruth il 07.10.2010 |
Primi problemi. | |
Mentre ci stiamo avvicinando a grandi passi verso l'esordio stagionare, che avverrà questa sera contro Philadelphia, iniziano i problemini per i nostri ragazzi. Jermaine O'Neal non sarà della partita e neanche degli allenamenti in questa settimana per un problema muscolare, mentre Delonte West dovrebbe tornare dopo essersi fermato per qualche giorno a causa di dolori alla schiena. Bene inteso non è nulla, ma quando vediamo infortunio e Celtics nella stessa frase, ci vengono i brividi a noi tifosi pensando che probabilmente gli infortuni hanno tolto due titoli ai nostri ragazzi e a tutti noi fans/seguaci/credenti del trifoglio. |
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Pubblicata da Luciano Pellegrini il 06.10.2010 |
FantaNBA, perché no? | |
Ciao a tutti. Se siete entrati in questa sezione siete degli amanti della competizione. Ed allora perché non cimentarsi in una nuova sfida? Sì perché stiamo organizzando una lega composta dai frequentatori di questo forum e dagli amici dei Celtics in generale, per misurare le nostre capacità come proprietari di una squadra NBA. Per saperne di più o per lasciare la vostra adesione andate sul nostro forum alla sezione FantaNBA. |
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Pubblicata da Danilo Alessandro Bonvincini aka legend il 06.10.2010 |
Tagliato anche Gaffney | |
Mentre proseguono gli allenamenti di preparazione alla imminente stagione, la dirigenza continua la sua opera di definizione del roster. Come vi aveva predetto Legend qualche giorno fa, la stessa sorte di Lafayette ora tocca a Tony Gaffney. Tony non ha mai indossato la maglia dei Celtics in una partita ufficiale, ma è sceso in campo solo durante la Summer League. Rivers, salutando il ragazzo, lo loda per quanto ha fatto agli allenamenti e per il duro lavoro che è sempre pronto a sostenere. Dopo le recenti "spedizioni" di Jamar Smith e Chris Johnson nella lega di sviluppo, c'erano poche speranze per Tony di fare ancora parte del roster. Tanti saluti a Gaffney che anche se fosse rimasto non avrebbe mai visto il campo anche alla luce dei tanti arrivi nel suo ruolo. |
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Pubblicata da DeeP il 03.10.2010 |
Prime impressioni | |
I Celtics in questi giorni sono tornati in palestra per creare quell'amalgama vitale per tentare di fare una bella stagione. Come consuetudine molti volti sorridenti e tanti i buoni propositi, ma tre le varie dichiarazioni mi piace sottolineare come Doc Rovers abbiamo voluto dare il segnale che lo scorso anno è stato un caso e che in Regular Season bisogna riuscire a prendersi il vantaggio campo con il maggior numero di avversari possibile. Questo è un messaggio che ha duplice lettura. La prima che questi Celtics col fattore campo favorevole non perdono mai nei playoff, e la seconda un po' più velata, che l'anno scorso forse in troppe occasioni si sono tirati i remi in barca troppo presto. Naturalmente tra i più disponibili e contenti c'è il ragazzino di 38 anni che risponde al nome di Shaq. Come consuetudine si lancia in alcune valutazioni che trascendono l'umana comprensione per lasciare spazio alla goliardia. Afferma di essere in forma come mai (bugia talmente palese da sembrare un'affermazione vera), di poter dare moltissimo ai verdi (sì, ai verdi, esatte parole) e di poter stare in campo 20-25 minuti tutte le sere senza grossi problemi. L'unico commento è che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Per il resto si osservano alcuni invitati al camp che potrebbero anche fare la squadra e di come splenda la ritrovata forma di Garnett. Dall'infortunio patito a metà della sua seconda stagione a Boston, solo adesso rivedo il KG guizzante e che si muove senza problemi pre-infortunio e spero davvero che duri e la mia impressione sia giusta. Per il resto tanti esercizi e tanto sudore, ma anche tanta fiducia in una stagione di alto livello. Anche Jermaine O'Neal sembra stare davvero bene, molto più dello scorso anno in cui ha sofferto di vari acciacchi. La nostra speranza è di riuscire a mantenere la salute fino a giugno, perché sono convinto che così facendo saranno dolori per tutti, pagliacci e giullari inclusi (ogni riferimento a persone e fatti in riva a paludi, è puramente voluto). |
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Pubblicata da Francesco Sanna aka datruth il 30.09.2010 |
Start | |
Oggi la stagione dei Boston Celtics 2010/2011 comincia ufficialmente. Dopo un'estate di mercato e chiacchiere è ora di lasciar parlare il parquet, vero ed unico giudice supremo ed inappellabile. Al campo di allenamento dei Celtics si presentano molte vecchie facce, ma anche diversi nuovi atleti. Sicuramente l'interesse maggiore è dato dal prossimo hall of famer Shaquille O'Neal, che ha raggiunto i Celtics in questa off season per ricacciare un gola di Kobe un paio di affermazioni fuori luogo ("Ho più titoli di Shaq ora...."). Ma anche altri suscitano gli interessi di media e tifosi come il ritorno di Delonte West per continuare il discorso la dove si era interrotto, oppure Jermaine O'Neal, non certo l'ultimo della pista. Certo mancheranno anche alcuni protagonisti che da anni erano con noi come Brian Scalabrine e Tony Allen, che un po' per scelta un po' per forza sono andati a prestare il loro servizio in altri lidi. Sarà anche la stagione in cui ci saranno novità al modo di allenarsi, dopo la partenza di Tom Thibodeau e Clifford Ray, che avevano dettato il ritmo delle sedute in palestra, Il primo vero guru della difesa ed il secondo come mentore dei lunghi. Ma cosa dobbiamo attenderci in questa stagione? Beh certamente un'annata nelle zone nobili della classifica. Non sappiamo esattamente fino a dove possiamo arrivare e molti fattori, come gli infortuni, incideranno moltissimo nella stagione. Sicuramente tutti ci attendiamo un Rondo MVP della nostra stagione e non solo, ed una ritrovata forma fisica di Kevin Garnett dal quale passano i destini di tutta la squadra. Poi speriamo che i nuovi arrivi diano un buon contributo e che Allen e Pierce non sentano troppo il peso degli anni che avanzano. I presupposti comunque restano buoni ed indipendentemente da tutto, ci meritiamo un anno senza grossi problemi fisici e con la possibilità di lottare nei play-off a ranghi completi. Con questa condizione, possiamo arrivare ovunque. |
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Pubblicata da Danilo Alessandro Bonvincini aka legend il 28.09.2010 |
Tagliato Lafayette | |
Ovviamente con il training camp alle porte e con un roster ancora corposo, era inevitabile che qualcuno dovesse fare i bagagli. Il primo nella lista dei contratti non garantiti ad essere spesato è Oliver Lafayette. Il ragazzo, che aveva giocato solo una partita con i Celtics nella sconfitta contro i Bucks per 106-95 alla fine della scorsa stagione segnando 7 punti in 22 minuti di utilizzo, era poi stato tenuto sotto osservazione durante l'estate e la summer league di Orlando. Ma il suo destino era segnato quando nel roster sono entrati giocatori nel suo stesso ruolo come il confermato Robinson o il cavallo di ritorno West. Nonostante le inevitabili lodi, Ainge ha sottolineato ai media come non ci fosse nessuna possibilità che Oliver facesse parte di questo roster dopo le scelte estive. Anche se non ho la sfera di cristallo (beh a dire la ho), scommettiamo pizza e birra che il prossimo a seguire uguale destino sarà Tony Gaffney? Un in bocca al lupo da tutti noi per la carriera di Oliver e magari lo rivredemo da qualche parte in Europa e sicuramente con un ruolo da attore protagonista. |
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Pubblicata da Danilo Alessandro Bonvincini aka legend il 25.09.2010 |
Bradley tutto con calma | |
Il nostro nuovo rookie Avery Bradley, che non abbiamo ancora visto in campo con la maglia numero zero dei Celtics, probabilmente non sarà pronto per l'imminente training camp. Il ragazzo si era fatto male durante un provino pre-draft che lo aveva costretto a sottoporsi il 2 luglio scorso ad un'operazione in artroscopia alla caviglia. Queste dichiarazioni provengono direttamente dal nostro GM Ainge, che ha anche confermato di puntare sul ragazzo, ma che non c'è nessuna fretta e/o pressione sul giocatore. Inutile dire che Bradley è ansioso di tornare ed ha dichiarato di sentirsi pronto. Infatti già da tempo corre e può fare praticamente tutto sul campo, ma si allinea senza problemi alle parole del suo dirigente affermando che non c'è nessuna fretta. |
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Pubblicata da DeeP il 23.09.2010 |
Max Power è il mio nome | |
Tra pochi giorni verranno lanciati al modo ciò che gli oracoli prevedono per la stagione che verrà in base alle loro sensazioni, predizioni, strani rituali e calcoli ancestrali. Il risultato di queste macumbe sarà quello che per noi è definito il Power Ranking 2010-11. Questa rappresenta una sorta di classifica virtuale basato sul valore delle squadre, il loro rendimento, il momento in cui si trovano e curate dagli analisti NBA (i suddetti oracoli) delle varie testate sportive. Si da notevole risalto a queste predizioni, perché costituiscono la base, per fare un esempio, delle quote nelle scommesse sportive, non proprio l'ultimo dei business. Dicevo gli esperti NBA. Questa strana razza di giornalisti che vive più di mode che di concetti personali. Non dimentico ancora che nelle serie dello scorso anno con Orlando e Cleveland, i Celtics venivano dati perdenti da tutti e su 20 pronostici, solo uno scrisse vittoria di Cleveland, ma almeno in sette gare (Legler). Sappiamo bene come finì la storia e sappiamo bene che il Power Ranking di inizio stagione dell'anno scorso (ad opera del principe di ESPN Hollinger) ci vide al 12esimo posto, dietro addirittura ai Miami Heat. Che dire? Perché serve dire altro? Leggetelo e fatevi una bella risata, la vita reale è altro, non siamo mica davanti ad una console. Almeno noi, per loro non garantisco... |
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Pubblicata da DeeP il 22.09.2010 |
Goodbye Mr.Scal | |
Nello sport professionistico ci sono logiche e motivazioni che spingono gli staff dirigenziali a ragionare al bene della squadra in termini molto diversi rispetto a quelli dei normali tifosi. Le ragioni principali sono dettate dal budget, che spinge i GM a dover sacrificare alcune pedine nel nome di questo oscuro dio pagano. Il nostro Ainge non si sottrae certo a queste logiche ed anzi nel corso del tempo ha operato molte scelte dolorose in questo senso. Chi non ricorda la rinuncia a Posey o quella più recente di Eddie House? Per non parlare dell'abbandono dell'infortunato Leon Powe, che aveva dato una parte del suo fisico per il bene della squadra. Se poi andiamo indietro nel tempo ci sono rinunce a giocatori in quel momento simboli della nostra volontà di rinascita come West (tornato quest'anno), Jefferson e Green. Non vogliamo poi parlare di come gestì Anotoine Walker? Meglio di no, non rivanghiamo, anche se in questo ultimo caso la tifoseria era tutta con GM non potendone davvero più di "The Genius" e la sua indole di tiratore perimetrale. Tutta questa lunga premessa per raccontarvi di un altro addio che, se tecnicamente sposta poco per non dire nulla, per i tifosi dei Celtics stride come una corda di violino suonata da un fabbro. Ora è ufficiale: Brian Scalabrine non è più un giocatore dei Celtics, visto che in queste ore prova a fare squadra con Chicago. Il ruolo all'interno della squadra di Brian era molto più importante di quello che il suo utilizzo in campo faceva vedere. Sempre pronto ad una buona parola ed a dare consigli a tutti, era anche uno di quelli che insieme a Pierce, Rondo e Perkins aveva visto i giorni bui, giorni in cui i Celtics erano la barzelletta della lega. Sapeva godersi in maniera totale questi momenti di gloria degli ultimi anni. Poteva parlare con tutti, anche coi big, per dargli la sua visione. Perfino Garnett, uno diffidente col mondo e che non tende a dare molta confidenza, si era un po' sciolto con Scal dandogli fiducia ed accettando quello strano atleta, più vicino morfologicamente ad un lanciatore di fusti di birra che ad un giocatore di basket. Però Scalabrine era l'idolo indiscusso del Garden. Quando metteva piede in campo tutto il pubblico non faceva altro che intonare una nenia scandendo il suo nome: S-C-A-L-A-B-R-I-N-E. Questo spesso era il segno di una facile vittoria, perché se Scal era in campo la partita era normalmente finita, tolti quei rari casi in cui c'era un'emergenza nel roster che lo "costringeva" a giocare. Altrimenti il nostro rosso preferito si teneva la tuta e agitava l'asciugamano dalla panca. Poi intendiamoci Scalabrine a basket ci sa giocare. Tiro da fuori in attacco specialmente da tre punti e durezza in difesa, riusciva a dare un contributo concreto sul campo e non solo emotivo. A dire il vero però questi momenti erano sempre più rari e le sue statistiche in calo lo testimoniano. Per la prima volta sotto la doppia cifra in minuti di utilizzo in stagione e negli ultimi play-off di fatto è stato inutilizzato. Un peccato è indubbio, perché dentro il suo petto ormai batteva il cuore di un fedele servo irlandese. Ci mancherà tantissimo, ma sono sicuro che quando tornerà al Garden si alzerà il coro: S-C-A-L-A-B-R-I-N-E. |
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Pubblicata da Luciano Pellegrini il 22.09.2010 |
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