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News sui Boston Celtics in particolare e sull'NBA in generale

In questa sezione troverete diverse news che parlano di NBA ed in particolare di Boston Celtics. Le news sono divise in categorie in modo da permettere una rapida classificazione della notizia. A fianco della descrizione delle categorie in Legenda e Stats trovate il numero di post presenti nella specifica categoria. Cliccando sull'icona della categoria sia in Legenda e Stats che nel post filtrerete le categorie per l'argomento prescelto.


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Tot. 1872

L'anatra ferita

Io non aggiungo nulla, se non che sono rimasto sorpreso davanti al "gesto tecnico" di Gigi stanotte contro i Raptors.




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Pubblicata da DeeP il 15.04.2015


Si torna ai playoff

Stevens al suo secondo anno centra la qualificazione ai playoff con un gruppo che ha plasmato a sua immagine e somiglianza. Grandi tutti i protagonisti di questa cavalcata, e noi tifosi siamo estremamente orgogliosi dei nostri ragazzi.

Nonostante il rimpasto continuo di questa stagione, la perdita della nostra star Rondo, i Celtics non si sono mai arresi ed anzi sono sembrati sempre più determinati. Il gioco è migliorato con l'aumentare dell'amalgama tra i vari componenti e come ciliegina sulla torta è arrivato in città Isaiah Thomas che da quando ha messo la nostra canotta sulle spalle non ha smesso un attimo di fare le onde.

Ora non possiamo far altro che sognare, intanto ci possiamo lasciare andare ad un grosso e fragoroso LET'S GO CELTICS!!




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Pubblicata da Deep il 14.04.2015


Thomas giocatore della settimana

Il nostro Isaiah Thomas è stato eletto giocatore della settimna nella Eastern Conference in virtù dei suoi 22.7 PPG, 5.7 APG and 2.7 RPG, e cosa più importante siamo 3-0 nel periodo preso in esame.

Come non esaltarsi col piccolo grande uomo...





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Pubblicata da DeeP il 14.04.2015


Celtics in TV

Finalmente si torna in TV dopo così tanto tempo che neanche mi ricordo l'ultima volta. Il nostro povero inizio da stagione in cui si navigava a vista tra l'undicesimo ed il dodicesimo posto e la cessione di Rondo che sembrò sancire l'abbandono delle nostre velleità, ci aveva tolto appeal presso i grandi network che non avevano messo in programma nessun incontro dei nostri.

Male, perchè i Celtics hanno cambiato passo e sono diventati squadra vera e con legittime ambizioni di entrare nella griglia dei playoff. In questo momento occupiamo la settima posizione e la partita trasmessa stasera alle 21:00 su SkySport3 contro i Cleveland Cavs potrebbe essere proprio un gustoso aperitivo del primo turno di playoff tra noi e la squadra di James.

Per le repliche (ma spero non vogliate perdervi la diretta) SKY promette che lunedì ci saranno due passaggi alle 19:30 ed alle 23:25 su SkySport2.

Tra gli ospiti proprio LeBron non ci dovrebbe essere, preferendo riposare. Ma le notizie come sempre trapelano col contagoccie per paura di incorrere in sanzioni della lega, quindi scopriremo chi ci sarà o meno al momento della palla a due o giù di li...

A noi interessa poco, ci servono vittorie per ambire ad un posto ai playoff, Cleveland, Toronto e Milwaukee sono sul nostro cammino e devono essere sconfitte.

A stasera, tutti carichi e motivati, birra in una mano e sacco delle patatine nell'altra.




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Pubblicata da DeeP il 12.04.2015


Marcus Smart sulle orme dei più grandi rookies celtici

Marcus Osmond Smart da Flower Mound (Texas) è prossimo a concludere la sua prima RS da pro nella NBA con almeno 500 punti, 200 rimbalzi e 200 assist: qualora ciò si verificasse, Wicked Smahhht sarebbe solo il sesto giocatore nella storia dei C's a concludere l'anno da rookie con simili risultati.

Di seguito sono elencati gli altri cinque Celtici che lo hanno preceduto in questa particolare classifica:




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Pubblicata da Alessandro Bianco il 11.04.2015


Jae Crowder, Most Improved Man dei Celtics?

Corey Jae Crowder è passato ai Celtics il 18 dicembre 2014, assieme a Jameer Nelson, Brandan Wright, una prima scelta (2015) protetta, una seconda (2016) e 13 mln. di dollari di TPE, in occasione della trade che ha mandato Capitan Rajon Rondo e il rookie canadese Dwight Powell ai Dallas Mavericks.

Quando arrivò in Massachusetts, l'ala 24enne originario di Vila Rica in Georgia, scelto durante il Draft 2012 al secondo giro con il numero 34 (subito prima di Draymond Green. Vale la pena di ricordare che i C's scelsero Jared Sullinger al 21) era praticamente uno sconosciuto. Dopo un periodo piuttosto breve di adattamento, però, l'ex Marquette University (un college gesuita che ha vinto un solo titolo NCAA, ma che ha annoverato tra le sue fila giocatori del calibro di Maurice "Bo" Ellis, Maurice Lucas, Steve Novak, Glenn "Doc" Rivers, Dwyane Wade e di recente Jimmy Butler e Wesley Matthews) ha cominciato a carburare, migliorando sensibilmente le proprie prestazioni.

A fungere da spartiacque, manco a dirlo, l'All-Star Game: prima della pausa di febbraio, Jae viaggiava a una media di 5.4 punti, 2.3 rimbalzi e 0.9 assist in 15.9 minuti a partita. Attualmente, la media è salita vertiginosamente: 11,9 punti, 5.9 rimbalzi, 1.7 assist e 0.9 palle rubate in 27.8 minuti a partita. Per tacere della fenomenale intensità con cui difende sugli avversari, al punto da poter essere considerato ormai un punto fermo della squadra allenata da Coach Brad Stevens.




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Pubblicata da Alessandro Bianco il 11.04.2015


Killer Zeller

Il 4 marzo 2015, un Tyler Zeller bellamente servito da Marcus Smart ha messo a segno a fil di sirena un lay­up con cui ha consegnato ai Celtics la vittoria 85­-84 sugli Utah Jazz al TD Garden. Secondo l'Elias Sports Bureau, il 25enne californiano, ex campione 2009 con i Tar Heels della North Carolina University, è solamente il secondo Centro partito durante questa RS nello Starting Five ad aver realizzato un buzzer beater vincente. L'altro è DeMarcus Cousins dei Sacramento Kings.




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Pubblicata da Alessandro Bianco il 11.04.2015


Flip and The Roadrunner

Primo, importante, passo di Phil Pressey nella storia dei Celtics: venerdì 13 marzo, il figlio di Paul, indimendicata guardia-ala dei Bucks tra il 1982 e il 1990, ha realizzato la sua prima Doppia Doppia nella NBA: in 27:02 minuti complessivi di gioco, Flip ha refertato 10 punti (4 su 5 al tiro e 2 su 4 nei liberi) e 10 assist, accompagnati da 2 recuperi, 3 perse, 4 falli ed una stoppata data. Si è trattato della prima Doppia Doppia (assist e punti) realizzata da un giocatore dei Celtics uscito dalla panchina negli ultimi 18 campionati. L'ultimo a riuscirvi fu, l'8 novembre 1997, Tyus Edney: nel corso della stagione che incoronò Tim Duncan Rookie of the Year per gli Spurs (i C's, appaiarono i Bucks a fine RS, chiudendo 36-46: era il primo anno di coach P****o...), il tascabile playmaker proveniente dalla UCLA che indossava la canotta verde con il numero 20, realizzò 11 punti e servì 10 assist giocando contro i Bucks nel postmoderno BMO Harris Bradley Center. Vinsero i Bucks 105 a 96.

Per gli amanti della storia, i C's schierarono uno Starting Five composto da Antoine "Employee Number Eight" Walker, Ron Mercer, Travis Knight, Walter McCarty e Chauncey Ray "Mr. Big Shot" Billups (la terza scelta assoluta che di lì a poco, il 18 febbrao 1998, una mente geniale, indovinatene il nome..., avrebbe tradato a Toronto con Dee Brown, Roy Rogers e John Thomas in cambio di Kenny Anderson, Ronald Jerome "Popeye" Jones e del croato futuro Olimpia Milano, Zan Tabak). I padroni di casa, guidati da Chris Ford, schierarono invece un secondo anno che nel 2008 avrebbe incendiato il TD Garden, tale Walter "Sugar Ray" Allen, Glenn Alan "Big Dog"Robinson Jr. (rocciosa ala piccola proveniente da Purdue che vinse l'Anello con gli Spurs a fine carriera nel 2005, nonché padre di Glenn Alan III, rookie di Minnesota e Philadelphia quest'anno), il Centro Ervin Johnson Jr. (miglior rimbalzista difensivo NBA nella stagione precedente) e il play Thomas Terrell "Tee Bee" Brandon che, assieme all'ala forte Tyrone Hill, era appena arrivato in Wisconsin da Cleveland, nell'ambito di una trade a tre che aveva spedito Sherman Douglas da Milwaukee in Ohio e Vin Baker ai Sonics, i quali avevano regalato ai Cavs nientemeno che Shawn "Reign Man" Kemp, il giocatore più falloso del decennio 1990-2000... La panchina dei padroni di casa era sicuramente più scarsa di quella bostoniana, disponendo di due solo giocatori affidabili (Mike Curry, una appena discreta guardia-ala proveniente da Georgia Southern, e Armen "The Hammer" Gilliam, un'ala dai bicipiti spaventosi e dal tiro più che discreto che durante i 13 anni di carriera pro ebbe un rendimento per punti e rimbalzi più che soddisfacente. Morì prematuramente di infarto durante una partita, mentre guidava come Head Coach i Lions della Penn State Altoona University a soli 47 anni). Da parte loro, i Verdi potevano disporre invece, oltre a Edney, di: Bruce Bowen (un'ala piccola destinata a vincere ben tre anelli a San Antonio, distinguendosi come uno dei migliori difensori della storia, ma anche come uno dei più bastardi in assoluto, celebre per l'abitudine di infilare il proprio piede sotto quello dell'avversario che aveva appena effettuato un tiro in sospensione, con l'intento di farlo cadere: leggendarie, a questo proposito, le feroci dispute con Wally Szczerbiak, Ray Allen, Amar'e Stoudemire, Vince Carter ed il columnist della ESPN Bill Simmons). Pervis "Never Nervous" Ellison, un Centro sottodimensionato ma di gran talento, cresciuto alla Louisville University alla scuola di Denny Crum che ebbe una carriera sfortunata a causa dei numerosissimi incidenti che ne limitarono drasticamente le presenze sul parquet: a questo proposito, fu Danny Ainge, suo compagno ai Kings, ad affibbiargli lo scomodo nick di "Out of service Pervis". E pensare che nel 1992, al secondo anno di contratto con i Washington Bullets, Pervis si gudagnò il titolo di Most Improved Player, concludendo la stagione con 20.0 punti, 11.4 rimbalzi e 2.68 stoppate di media...). Dee Brown (il vincitore del 1991 NBA Slam Dunk Contest con una celebre schiacciata no-look, che si era appena ripreso la fascia di capitano dopo la sciagurata parentesi di Ricky Fox dell'anno precedente, ma era destinato a lasciarla a breve ad Ellison).

E Tyus Edney? Roadrunner (questo il nick assegnatogli dai compagni di squadra della sua Alma Mater, proprio per le caratteristiche di rapidità, intelligenza e inafferrabilità che lo rendevano simile all'omonimo rivale di Wile E. Coyote nato dalle matita di Chuck Jones nel 1948) lasciò la NBA a fine stagione per l'avventura europea. Un'avventura che, fatta salva una breve parentesi di 24 partite con i Pacers (stagione 2000-2001) proseguì ininterrottamente fino al 2010 e fu ricchissima di vittorie e riconoscimenti personali.
   
1998-1999 Žalgiris Kaunas (Campionato lituano, Coppa dei Campioni, Lega nordeuropea NEBL, MVP delle Final Four di Coppa dei Campioni)

1999-2000 e 2001-2004  Pall. Treviso Pall. Treviso (2 Campionati italiani:  2001-2002 e 2002-2003. 3 Coppe Italia: 2000, 2003 e 2004. 2 Supercoppa italiana: 2001 e 2002. 2 All-Euroleague First Team:  2001-2002 e 2002-2003. 1 MVP Coppa Italia Serie A: 2003. 2 MVP Supercoppa italiana: 2001 e 2002

2004-2005 Virtus Roma

2005-2006 Olympiacos

2006-2007 Fortitudo Bologna

2007-2008 Azov. Mariupol (Campionato ucraino, Coppa di Ucraina)

2008 Siviglia

2009-2010 Turów Zgorzelec
   
Attualmente, Tyus è Director of men's basketball operations della UCLA, che nel 2009 lo ha ammesso alla propria Hall of Fame: perché, dimenticavamo, nel 1995 Roadrunner vinse il Campionato NCAA con i Bruins e fu insignito del Frances Pomeroy Naismith Award, mentre nel 2014 ha ricevuto il Pac-12 Conference Hall of Honor (2014), un premio assegnato in passato a gente come Gary Payton, John Wooden, Bill Sharman, Bob Houbregs, Steve Kerr, Kareem Abdul-Jabbar, Darrall Imhoff, Gail Goodrich, Lionel Hollins, Jim Loscutoff, Jamaal Wilkes, Steve Hawes, Marques Johnson, Paul Westphal e Greg Ballard...




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Pubblicata da Alessandro Bianco il 11.04.2015


Evan Turner fa il suo ingresso nella élite NBA

Evan Turner è uno dei soli nove giocatori in tutta la NBA questa stagione ad aver registrato 700 punti, 350 rimbalzi e 350 assist.

Affianca Eric Bledsoe, James Harden, LeBron James, Russell Westbrook, Damian Lillard, John Wall, Chris Paul e Tyreke Evans, entrando di fatto a far parte della élite NBA, quella composta dai pochi super atleti in grado di raggiungere determinati traguardi.




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Pubblicata da Alessandro Bianco il 09.04.2015


L'India entra a far parte della NBA

I Sacramento Kings hanno firmato il 3 aprile Sim Bhullar con un decadale. Si tratta di una firma storica per la NBA, dal momento che Bhullar diviene il primo giocatore di origine indiana nella storia della lega. Notare bene che si parla di "origini indiane", dal momento che Sim è nato il 2 dicembre 1992 a Brampton, presso Toronto in Canada. I suoi genitori, Avtar e Varinder Bhullar sono invece originari del Punjab. Ha le proporzioni tipiche del centro dominante, essendo alto 226 centimetri e dichiarando un peso di 163 chilogrammi.

Bhullar ha frequentato la Father Henry Carr Catholic Secondary School di Etobicoke (Toronto, zona occidentale, dove convivono persone appartenenti a decine di etnie diverse) prima di trasferirsi a Saltsburg, in Pennsylvania, per frequentare la Kiski School per l'anno scolastico 2009-10, durante il quale Bhullar ha tenuto una media pari quasi ad una tripla doppia con 16 punti, 14 rimbalzi ed 8 stoppate a partita.

Al torneo FIBA ​​Americas Under 18 nell'estate del 2010, Bhullar ha impressionato per mole e prestazioni. In occasione di un incontro perso contro gli Stati Uniti, Sim ha refertato 14 punti, 4 rimbalzi e 3 stoppate, pur non partendo nel quintetto iniziale. Alla fine di novembre 2010, nel bel mezzo della RS di basket, Bhullar ha lasciato la Kiski e si è trasferito alla Huntington Prep School in West Virginia. I repentini cambi di squadra sembrerebbero essere una sua abitudine, proseguita anche al College: Bhullar originariamente si era infatti impegnato a giocare per la Xavier University di Cincinnati, Ohio, ma si era disimpegnato nel mese di agosto 2011 per passare ai New Mexico State Aggies (nei quali militarono in passato Charlie Criss, Sam Lacey, Jimmy Collins e John Williamson). Questo perché alla Xavier non avrebbe potuto giocare subito e avrebbe dovuto pagare per intero le tasse scolastiche: 42mila dollari all'anno, cosa che la sua famiglia non era disposto a fare. Bhullar, tuttavia, non è stato in grado di giocare fino alla stagione 2012-13, perché la NCAA gli ha negato a quel punto della stagione l'eligibilità. Suo fratello Tanveer, il piccolo di famiglia (solo 221 centimetri per 152 kilogrammi...) si è unito al team per la stagione 2013-14.

Durante la stagione da matricola, Bhullar ha giocato 24.4 minuti a partita, con una media 10.1 punti, 6.7 rimbalzi e 2.4 stoppate a partita. Nella sua stagione da sophomore, è migliorato a 26.3 minuti, 10.4 punti, 7.8 rimbalzi e 3.4 stoppate a partita. E' stato due volte MVP del torneo WAC (ha vinto il premio nel 2013 e nel 2014), contribuendo così a portare New Mexico State al torneo NCAA.

Nel mese di aprile 2014, Bhullar si è dichiarato per il draft NBA, rinunciando ai suoi ultimi due anni di elegibilità al college. Non ha però ricevuto chiamate, e, in qualità di undrafted, l'estate scorsa ha frequentato il training camp dei Kings con i quali ha partecipato alla Summer League in agosto. Il 14 agosto 2014, ha firmato con i Kings, diventando il primo giocatore di origine indiana di firmare con una squadra NBA. Sacramento lo ha però successivamente tagliato il 19 ottobre 2014. Il 2 novembre, Sim si è trasferito armi e bagagli per tutta la stagione ai Reno Big Horns, affiliati di Sacramento nella NBA Development League, con i quali ha fatto il suo debutto in D-League, il 6 dicembre, con 4 punti, 8 rimbalzi e 6 stoppate nella partita persa (140 a 141) contro i Los Angeles D-Fenders. Il 22 febbraio 2015, ha registrato la sua prima tripla-doppia in carriera, con 26 punti, 17 rimbalzi e 11 stoppate proprio contro i D- Fenders. Ha tenuto una media di 10.3 punti, 8.8 rimbalzi e 3.9 stoppate a partita, scendendo sul parquet ben 39 volte. Nel corso di questa stagione da rookie, ha perso anche 14 kg. Martedì 31 marzo, nel corso del match che Reno ha vinto all'Events Center sui Bakersfield Jam (cui sono affiliati Atlanta Hawks, Los Angeles Clippers, Phoenix Suns e Toronto Raptors) per 131 a 109, Bhullar ha realizzato 19 punti (con 9/10 al tiro e 1/3 dalla lunetta), 15 rimbalzi (8 difensivi e 7 offensivi), 5 stoppate, 2 falli, 1 recupero e 3 perse in 38 minuti.

Secondo alcuni persone più ciniche, l'approdo ai Kings di Bhullar sarebbe stato facilitato dal fatto che uno dei suoi più convinti sostenitori sia Vivek Ranadivé, il filantropo miliardario 57enne indiano nativo di Mumbai, laureato in ingegneria al M.I.T., proprietario di svariate società di software quotate a Wall Street, nonché uno dei proprietari dei Kings...

Ma secondo coach George Karl, il centrone indiano, che dovrebbe rimpiazzare nel roster David Wear, "aggiunge una dimensione molto interessante per il gioco. Il nostro gioco sta diventando un gioco internazionale e l'India sta diventando una delle più grandi democrazie del mondo. Penso che sia una buona storia e speriamo di trovare qualche minuto per lui". Sicuramente Karl è stato facilitato nelle proprie convinzioni dal gioco interamente votato all'attacco che il 28enne coach canadese (pure nativo di Toronto) David Arseneault Jr. ha imposto ai Reno BigHorns e nei quali militano pure Coby Karl e David Stockton, che gioca playmaker proprio come suo padre, il leggendario John.

Alla fine, l'agognato esordio ha avuto luogo: Sim ha calcato il parquet per... 16 secondi, il 7 aprile 2015, in occasione della vittoria casalinga di Sacramento sui Minnesota Timberwolves per 116 a 111. Indossava la canotta con il numero 32. "Ho lavorato tutto l'anno per arrivare a questo punto: è bello vedere che i sacrifici sono stati ripagati", è stato il suo commento.

[Video]




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Pubblicata da Alessandro Bianco il 09.04.2015




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